Marinai che hanno respirato amianto
L'amianto isolava comparti, santabarbare, porte tagliafuoco, motori, caldaie, e impianti di condizionamento, protezioni antincendio, paratie per cannoniere.
Epidemiologi, anatomopatologi, oncologi, ispettori di una quarantina di procure e di aziende sanitarie sono al lavoro.
Risulta che nelle navi le vibrazioni, i lavori di manutenzione, liberavano fibre di asbesto durante la navigazione, la stessa aria del condizionamento era contaminata.
I marinai la inalavano giorno e notte.
Nei porti le norme prevedevano permanenze a bordo di almeno 7 ore.
Note le ferali conseguenze, le decimazioni fra gli addetti alle demolizioni, a lavori di ristrutturazione nei cantieri navali civili e militari, dovute all'amianto con cui erano coibentate le navi.
Ora le procure di tutt'Italia - tra cui Milano, Torino, Livorno, Taranto, Napoli, Trieste, La Spezia - stanno verificando quanti marinai, ufficiali, sottufficiali anche di leva - imbarcati per anni su caccia, cacciatorpediniere, dragamine, sommergibili - siano affetti da tumori ai polmoni e alla pleura, oltre ai 400 deceduti nei comuni di residenza.
Le ipotesi di reato mosse ai vertici della Marina Militare: lesioni e omicidi colposi.
La procura di Torino, da anni impegnata nelle inchieste sull'amianto, imputa anche le accuse di disastro colposo e omissione dolosa di misure di tutela.
Nel luglio '86 la Marina Militare, recependo una circolare del Ministero della sanità, ha vietato l'uso dell'amianto e ha promosso un gigantesco piano di bonifica.
Ma le procure intendono accertare le responsabilità, cioè quali misure avrebbero dovuto essere adottate per evitare che gli equipaggi inalassero notte e giorno fibre di asbesto.
http://www.beppegrillo.it/2006/02/primi_in_europa.html
Maxi indagine della magistratura militare per far luce sulla morte di circa 500 persone, tra militari e civili, impiegati negli arsenali e nelle basi navali negli ultimi trent'anni ed esposti all'amianto
http://www.dsonline.it/stampa/documenti/print.asp?id_doc=23214
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