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Diossina, Taranto: le audizioni in commissione consiliare ambiente

Gli obiettivi della Regione, indicati dall’assessore all’ecologia Michele Losappio nel corso dell’audizione in commissione ambiente del Consiglio regionale. A conclusione delle audizioni, domande e argomenti posti dai diversi consiglieri.
19 novembre 2008

- La Giunta Vendola ha esercitato nella vicenda Ilva un intervento costante e coerente con uno scopo: l’ecocompatibilità dello stabilimento, garantire l’attività industriale ma non a danno della salute dei cittadini. Sono gli obiettivi della Regione, indicati dall’assessore all’ecologia Michele Losappio nel corso dell’audizione in commissione ambiente del Consiglio regionale.

“Abbiamo ascoltato anche il direttore dell’Arpa Puglia, l’assessore comunale di Taranto e l’Osservatorio epidemiologico regionale”, ha fatto presente il presidente dell’organismo consiliare, Pietro Mita. Dopo la direzione aziendale, è il secondo incontro sulla situazione ambientale tarantina e in particolare sulle emissioni di diossina.

“Stiamo acquisendo elementi di valutazione in vista dell’esame dell’iniziativa legislativa del governo regionale, che contiamo di definire in tempi brevi – ha assicurato Mita - abbiamo preso molto sul serio l’incarico assegnatoci dall’Ufficio di Presidenza, dedicando in pratica tutto novembre alla problematica Ilva”. Punto nodale dell’attività regionale il protocollo d’intesa del 2006, che pone a carico dell’azienda lo sviluppo di opere ambientali.

Si è rivelato, per Losappio, “uno strumento utile ma non determinante. È completo, si distingue dagli altri per lo sforzo a carico dell’Ilva, ma i risultati non sono sufficienti a risolvere le criticità per la salute, in un contesto ambientale degradato”. Dalla prossima settimana i tecnici saranno a Taranto per sopralluoghi. Serviranno a verificare lo stato degli interventi, da sottoporre al tavolo di monitoraggio che coinvolge quattordici sigle.

Borraccino (Pdci): “le audizioni in commissione confermano la validità della legge regionale anti diossina”
“La riunione di questa mattina, da me richiesta, sulle emissioni di diossina provenienti dal camino E 312 dell’Ilva di Taranto ha, di fatto, rafforzato la validità della legge regionale che fissa dei limiti precisi per l’emissione di diossina. E’ questo il commento di Mino Borraccino, capogruppo alla Regione Puglia dei Comunisti Italiani, subito dopo l’audizione in commissione ambiente dell’assessore regionale all’ecologia, Michele Losappio, dell’assessore all’ambiente del Comune di Taranto, Sebastiano Romeo, della direttrice dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, dott.ssa Germinario e del direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato.

«Nella sua relazione il prof. Assennato - riferisce Borraccino - ha spiegato che, complessivamente, i valori di diossina monitorati non sono allarmanti proprio perchè questa sostanza è composta da 210 elementi e, di questi, solo 17 sono particolarmente dannosi per l’organismo umano. Sempre Assennato - aggiunge Borraccino - ha chiarito che la diossina non agisce negativamente direttamente sull’organismo umano ma può incidere in maniera negativa attraverso la catena alimentare e, quindi, indirettamente. Per questo, oltre a confermare la validità del disegno di legge recentemente approvato dalla giunta, l’assessore Losappio - osserva Borraccino - ha assicurato che il ministero dell’Ambiente sta lavorando per concedere l’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto Urea che può abbattere notevolmente le emissioni di diossina. E’ stato chiarito, dunque, che spetta al Ministero e non al Comune dare la prima autorizzazione su Urea».

Borraccino ricorda, inoltre, che spetta anche al ministero dell’Ambiente esprimersi «sulla realizzazione di un muro a protezione dei parchi minerali (contro la diffusione delle polveri). La richiesta dell’Ilva giace al ministero dal luglio 2007».
Il prof. Assennato, secondo quanto riferisce ancora Borraccino, ha evidenziato con estrema preoccupazione i dati relativi alla presenza di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) in atmosfera. «Questa sostanza inquinante - osserva Borraccino - è quella che maggiormente può causare tumori alle vie respiratorie. Ecco, ora finalmente abbiamo a nostra disposizione dei dati scientifici indispensabili per fare delle valutazioni oggettive e non emotive. Penso che ora ci siano tutte le condizioni - conclude Mino Borraccino - per tenere quella seduta del consiglio regionale monotematica che, come è noto, chiedo da diversi mesi per far sì che la questione Ilva diventi sempre più prioritaria nell’agenda dell’intera regione”.
Per le emissioni di diossina dal camino E312, il riferimento è l’inventario Ines, gestito dall’ex agenzia nazionale di protezione ambientale. “Si tratta di elaborazioni teoriche di esperti sulla base dei dati forniti dai privati, ma sono comunque significative per verificare la validità del protocollo d’intesa”, secondo l’assessore regionale all’ambiente. Parlano di un andamento crescente delle emissioni: 71,4 grammi/anno di diossina nel 2002; 74,4 nel 2003; 76,2 nel 2004; 93 nel 2005. Fino al 2006, quando il trend a crescere si inverte: 91,5.

L’ultima campagna di monitoraggio, condotto da laboratori certificati in un raggio di 15 km dallo stabilimento, ha fornito valori “non conformi per 7 allevamenti ovicaprini i cui capi (1300, in incremento per le nascite) hanno pascolato in maniera incontrollata. Nella norma gli altri 9 allevamenti, “in regola” tutte le altre stalle zootecniche e “nei limiti” il resto della catena alimentare, dai molluschi agli ortaggi.

Con il metodo Urea, la sperimentazione condotta il 23-26 giugno 2008 ha dimostrato che diossine possono essere abbattute del 50%: da 7-8 a 3 nanogrammi.“Alla riduzione delle emissioni – ha osservato Losappio - è subordinato il parere della Regione sull’autorizzazione integrata ambientale (Aia), che resta di competenza statale, dal momento che l’area tarantina è dal 1999 sito inquinato di interesse nazionale”. Con altre tecnologie dovrebbe essere possibile scendere allo 0,4 entro il 2010, come richiede la Regione.

“Seguiamo un doppio binario – ha concluso l’assessore – da un lato il protocollo d’intesa e l’Aia che vanno avanti con riunioni settimanali, dall’altro l’ipotesi del ddl, su due step: progetto Urea e poi altra metodologia per scendere allo 0,4”. I tecnici li danno come obiettivi raggiungibili.

Per l’Arpa è intervenuto il direttore Giorgio Assennato: “sosteniamo il ddl della Giunta regionale e chiediamo all’azienda di impegnarsi di più e più presto nel garantire il monitoraggio per orientare gli interventi. Il macroimpianto di Taranto – ha detto – è tra i massimi al mondo nel suo genere: dal camino sono emesse ogni anno diossine pari a 10mila inceneritori”. “Alte” rispetto agli standard ambientali a livello europeo, le concentrazioni attuali sono al di sotto dei valori che possono dare “effetti sanitari”. Quelli “derivano dai decenni di pressione ambientale insostenibili cui l’area è stata sottoposta”, con concentrazioni prima degli anni ’90 “dieci volte maggiori” delle attuali.

Il punto più difficile restano gli idrocarburi policiclici aromatici, sostanze “genotossiche e cancerogenetiche”. Allo stato dei monitoraggi non si può stabilire con esattezza “l’attribuzione di emissioni specifiche ad impianti specifici”, quale sia cioè il contributo dei singoli insediamenti industriali alla diffusione i emissioni e in quali quantità.

Quattro i grandi stabilimenti nell’area, individuati dall’assessore all’ambiente Sebastiano Romeo: oltre all’Ilva, la Cementir e le raffinerie Enipower e Agip, in attesa dell’inceneritore. Le stime sono state affidate a “dati empirici, fino al 2006, quando la convenzione con l’Arpa ha dato finalmente chiarezza. Servono dati comparati e più centraline, per accertare le reali concentrazioni”. Romeo ha dichiarato di aver ricevuto dall’Ilva solo il 30 ottobre il progetto Urea, sul quale è già in corso la conferenza di servizi. Il sì del Comune è condizionato da nove prescrizioni tecniche dei Ministeri, ai quali tocca comunque la parola definitiva. L’osservatorio epidemiologico, rappresentato da Cinzia Germinario, ha stralciato i contenuti territoriali dell’Atlante di mortalità, che si ferma al 2005. Mostrano un aumento dei tassi di mortalità e dei ricoveri per tumori e patologie broncopolmonari. “Dati alla mano il problema esiste”.

A conclusione delle audizioni, domande e argomenti posti dai consiglieri regionali Borraccino, Lospinuso, Marmo, Palese, Pentassuglia e Zullo.

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