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Ancora oggi ci si riunisce tutti i mercoledì alla libreria Gilgamesh

Due anni fa nasceva tarantosociale

Paventavamo una guerra, oggi viviamo assuefatti alla guerra
13 dicembre 2004
Giovanni Matichecchia

tarantosociale ha compiuto recentemente il secondo anno di vita. Lontani da pensieri celebrativi o autoreferenziali, riteniamo di dover riflettere con rigore critico sul significato di questi due anni di impegno.
Sembra profondamente cambiato in peggio lo scenario che ha visto nascere questa originale esperienza pacifista non-violenta. Allora paventavamo una guerra, oggi viviamo ormai assuefatti alla guerra. Fu l?obbrobrio per la guerra e la speranza di evitarla a chiamare ad una comune battaglia. La mobilitazione era dettata dalla rivolta delle coscienze. Numerose le manifestazioni. Chi non ricorda quella del marzo del 2003? Ci trovammo insieme senza soverchie sollecitazioni. L?esistenza stessa del gruppo era l?invito, il richiamo. In effetti non facemmo mai inviti per cui chi non volle raccogliere il messaggio - penso alle organizzazioni sindacali - recriminò il mancato invito. tarantosociale stabilì immediatamente almeno una cadenza settimanale per gli incontri. Il pomeriggio del mercoledì, presso la biblioteca della Chiesa Valdese. A chiunque bastava sapere dell?esistenza di un gruppo vivo e vitale contro la guerra per sentirsi chiamato a partecipare senza alcuna formalità. Senza pagare tessere, senza sottoscrivere contributi. Senza declinare neppure le proprie generalità. A nessuno venne mai in mente di eleggere neanche uno straccio di coordinamento. Nessun coordinatore, tutti coordinatori. Nessuno prendeva decisioni al posto o in nome degli altri. Soprattutto nessuno ha trovato mai pensieri già pensati da altri. Ancora oggi ci vediamo tutti i mercoledì, non abbiamo chi ci preconfeziona le decisioni e, incredibilmente, non abbiamo un bilancio perché non abbiamo mai avuto entrate anche se abbiamo avuto uscite cui si è fatto fronte con l?autofinanziamento. Siamo stati sempre generosamente ospitati. Oggi è la libreria Gilgamesh il nostro ospite. Tutto bene, tutti bravi allora? Neanche per sogno.
tarantosociale è stata da subito una scommessa. Si è trattato di far convivere associazioni, culture, ideologie, metodi e modalità operative e comportamentali profondamente diverse. In tarantosociale hanno trovato spazio da Pax Christi alla Confederazione Cobas, da Oltre le barriere al Wwf. Il collante era la più profonda avversione per la guerra e la tutela del bene ambiente. Accanto a questo denominatore comune ogni associazione, ogni singolo cittadino ha portato la propria complessa visione del mondo, della politica, della globalizzazione, la propria visione del ?sistema?. Abbiamo scelto, tutti d?accordo, nessuno escluso, di dare spazio agli uomini ma non alle aggregazioni partitiche per il semplice fatto che queste ultime avevano ed hanno propri canali comunicativi. Soprattutto avevano una visione complessiva dell?intervento sociale che talvolta era andato in contrasto con la scelta netta, senza se e senza ma, dell?avversione alla guerra.
Non sempre ognuno ha accettato con semplice remissione gli articolati valori di cui altri gruppi erano portatori. Un?altra strada, tuttavia, ci sembrava inesistente. Qualcuno si è avvicinato e si è, dopo qualche tempo allontanato, senza mai ritirare la propria sottoscrizione al nostro decalogo contro la guerra. Perché non esistono altri statuti se non un vigoroso decalogo contro la guerra e lo scempio della natura.
E? venuto poi il tempo del Comitato dei 2 No. Avuta notizia del rischio di un nuovo insediamento militare o paramilitare o semplicemente logistico (prezioso il lavoro di Peacelink), con la minaccia, certa questa volta, di diventare mare per scorribande di propulsori nucleari, abbiamo deciso di mobilitarci. Anche questa volta ha fatto la scelta di campo chi ha voluto, chi ha manifestato apertamente la propria adesione. Anche qui cittadini, associazioni, comitati, aggregazioni spontanee, anche qui no ai partiti. Il Comitato ha promosso manifestazioni e dibattiti. Abbiamo lottato contro la cattiva e la fraudolenta informazione. Abbiamo sensibilizzato politici, amministratori, cittadini. Un lavoro difficile e prodigo di delusioni. L?ILVA e la Marina Militare sono un convincente deterrente alla disoccupazione. Non abbiamo mai pensato di fare esclusivamente testimonianza, per tale ragione anche i modesti risultati conseguiti ci appaiono un successo. Un successo offuscato qua e là dalla strana vicinanza di altri gruppi che perseguendo medesimi obbiettivi hanno scelto di differenziarsi. Recentemente abbiamo scoperto che inseguivano, insieme ai comuni obbiettivi, un posto in Consiglio Comunale. Obbiettivo legittimo ma tarantosociale prosegue sulla propria strada. Non ci interessano le sirene che qualche volta abbiamo ascoltato. Abbiamo direttamente verificato che i partiti sventolano la bandiera del movimentismo quando più loro aggrada, avendo già pensato anche per i movimenti. tarantosociale conserverà sempre la più viva avversione per la guerra, per lo scempio della natura e per chi crede di poter preconfezionare pensieri per gli altri.

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