I simboli della "difesa della Patria" oggi sono le mascherine, i guanti, il disinfettante; simboli di tutela della vita, della salute dei piu' deboli e fragili. Gli strumenti militari, invece, cacciabombardieri, blindati e corazzate non sono serviti a fermare il virus, non ci hanno difeso.
In tutta Italia, movimenti ed enti pubblici si sono mobilitati per la raccolta delle firme per la proposta di legge di iniziativa popolare “Un’altra difesa è possibile”. La testimonianza di Catania.
Le sei reti promotrici augurano buon lavoro al nuovo Presidente della Repubblica chiedendo attenzione a servizio civile e forme di difesa non armata e nonviolenta della Patria.
Storiche. E numerose. Le sentenze della Corte Costituzionale hanno pienamente riconosciuto la cittadinanza del Servizio Civile tra le forme della difesa del Paese. Di più. E ha ribadito che esiste una difesa civile accanto alla difesa tradizionale, militare.
La difesa civile (1) e' un progetto per affrontare in chiave democratica, anche nei periodi di tensione e di crisi, il nodo fra sicurezza, ordine pubblico e difesa. Questo progetto deriva dalle esperienze storiche della resistenza nonviolenta, dalle esperienze interdisciplinari e multidimensionali della gestione costruttiva dei conflitti, dalle nuove frontiere della ricerca per la pace.
Il Federalist Peace Forum si tiene a Ventotene dal 7 al 10 settembre con una trentina di giovani attivisti provenienti da Israele, Palestina e diversi paesi europei.
Questa puntata del diario di bordo è dedicata a conoscere un po’ i capitani della flottiglia che vengono da molto lontano. Karina viene dal Brasile (San Paolo), ha una figlia di 17 anni, fa l’insegnante ed è venuta qui perché sentiva che doveva fare qualcosa di diretto, di significativo.
“E’ vergognosa l’assenza di iniziative da parte dei governi per fermare il genocidio in Palestina. Non dovrebbe essere la Flotilla a rompere l’illegale assedio israeliano di Gaza, bensì la Marina militare italiana.”
È arrivata, tramite la portavoce italiana Maria Elena Delia, la risposta alle minacce del governo israeliano, che ha definito terroristi i partecipanti alla Global Sumud Flotilla e promesso arresti e carcere duro per gli attivisti e la confisca delle navi umanitarie.
Care compagne e cari compagni della Global Sumud Flotilla, dalla Colombia, terra segnata dalla resistenza e dalla speranza, invio un abbraccio solidale a voi che, da diversi angoli del mondo, vi preparate a salpare verso Gaza nei prossimi giorni.
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