Il Concilio ha aperto le finestre della chiesa al mondo. Perché quella consapevolezza dell’azione dello Spirito Santo sembra sia andata persa nella chiesa dei nostri giorni?
Una commemorazione ufficiale della fine della prima guerra mondiale tenuta a Concesio (BS), il paese natale di Paolo VI, su invito dell’Amministrazione Comunale, alla presenza delle autorità civili e militari e di nutrite rappresentanze di Alpini, Artiglieri, Marinai e della popolazione.
La parola di don Tonino, letta laicamente ai giorni nostri, ci suggerisce l’astuzia dei serpenti e la semplicità delle colombe.
Il pacifismo tra mancanze e possibilità.
Uno sguardo di insieme agli equilibri mondiali, tra nuovi protagonismi, conflitti e carestie, silenzi dell’informazione e organizzazioni internazionali.
Una bella, condivisa e partecipatissima anticipazione di cosa sarà l’ormai imminente People’s Peace Summit l’abbiamo già avuta ieri sera con la ventesima edizione della Joint Memorial Ceremony israelo-palestinese.
Tutto nasce dalla straordinaria storia dell'albero di kaki di Nagasaki. Sopravvissuto miracolosamente al bombardamento atomico del 9 agosto 1945, questo albero è diventato, nel mondo, un simbolo vivente di resilienza, memoria e speranza.
Nel 1973 compì un gesto coraggioso e pionieristico: si rifiutò di destinare la propria quota fiscale alle spese militari, devolvendo quella somma a un’associazione pacifista. In seguito si è preso cura della Casa della Pace di Tavarnuzze, sui colli fiorentini, ed è lì che lo abbiamo conosciuto.
All’inizio di marzo, in una fattoria nello stato del Jalisco, sono stati trovati dai Guerreros buscadores, uno dei tanti gruppi auto-organizzati dei familiari dei desaparecidos, centinaia di corpi carbonizzati all’interno di un vero e proprio campo di sterminio
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