Si innalzano muri per impedire ai migranti, giovani, vecchi, donne e bambini in fuga da guerre, dittature, terrorismo, disastri ambientali, manovre economiche, di arrivare nei territori europei in modo legale e sicuro, trovando accoglienza, assistenza e solidarietà
Il 3 luglio di 21 anni fa Alexander Langer lasciava questa terra. Ma, oltre vent’anni dopo, il suo pensiero, i suoi scritti e le sue riflessioni, restano sempre ineludibili.
Sarajevo: teatro di pace oggi come di guerra ieri. Dall’esordio della Prima Guerra Mondiale al Premio
per la Pace conferito poche settimane fa, passando per la guerra dei Balcani.
Faceva freddo. La città era assediata. E in 500, disarmati e coraggiosi, entrarono tra i fuochi e le paure. Tra loro v’era anche don Tonino.
Era l’11 dicembre 1992.
A vent’anni dalla marcia nonviolenta nella Sarajevo assediata. Invochiamo, oggi come ieri, l’utopia della pace e il disarmo unilaterale e globale di tutti gli uomini e le donne della terra.
Lubna mi scrive per la prima volta il 21 settembre 2024. Le sue parole fanno male: «Soffriamo da tanti anni, soprattutto nella Striscia di Gaza, ma quello che accade ora è più di quanto qualsiasi essere umano possa sopportare».
Intervista allo storico dirigente mapuche, in esilio in Belgio dal 1976 al 2007 dopo aver subìto le torture della dittatura pinochettista e, successivamente, in prima fila per proteggere il lago Neltume (nel sud del Cile) dalla voracità di Enel
L’iniziativa, a partire dalle ore 20, vedrà fra i vari contributi quelli di Gianni Svaldi e Marinella Marescotti, che porteranno al pubblico testimonianze da Gaza e dintorni, racconti capaci di dare voce a chi vive sotto le bombe e resiste ogni giorno a condizioni di vita disumane.
In Alaska Putin ha camminato sul tappeto rosso ed è stato accolto con tutti gli onori da Trump, persino con un applauso. Quali insegnamenti possiamo trarre da questo clamoroso cambio di scena? Quali opportunità per il movimento pacifista?
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