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Robert Gates taglia le spese del Pentagono mantenendo uno sguardo alla Cina

10 gennaio 2011

DOD Announces $150 Billion Reinvestment from Efficiencies Savings
http://www.defense.gov/releases/release.aspx?releaseid=14178

Il Segretario della Difesa Robert M. Gates ha annunciato il 6 gennaio 2011 di voler ridurre le spese militari di 150 miliardi di dollari per salvare il Dipartimento della Difesa
(confermando la previsione anticipata nell'articolo del novembre 2010 "Spese militari: Negli USA la tendenza è quella di tagliare, in Italia no", http://www.peacelink.it/disarmo/a/32742.html )

Vedremo nel seguito dell’articolo come il Pentagono e gli Stati Uniti continuino a dare una immagine di sé contraddittoria e confusa prendendo come emblema di questo disordine il programma JSF. Il Guardian in un articolo che racconta dell’ “avvistamento” del caccia cinese stealth J-20, ha ironicamente scritto che la fotografia del J-20 spingerà gli Stati Uniti ad accelerare la produzione dell’ F35 degli Stati Uniti.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/05/foto/cina_il_mistero_dell_aereo_fantasma-10869298/1/

La decisione di Gates è stata presa in previsione di un periodo di crescita modesta del bilancio della difesa, per cui era necessario sostenere la dimensione militare e la forza a lungo termine tagliando le spese generali, abbattendo i programmi in eccesso o difficoltà, e migliorando le pratiche di business per reinvestire i risparmi in efficienza delle forze e capacità di combattimento.

Ridurre le spese in eccesso, essere più efficienti, comprimere i costi, fare scelte difficili.
Questi sono i principi fondamentali da seguire ha dichiarato il Segretario, in un momento di estrema coercizione fiscale, in un momento in cui tutti i settori, compreso quello della difesa, sono sotto pressione.

Robert Gates pare non avere dubbi, mentre l’America è in guerra e si confronta con una serie di minacce, è importante non ripetere gli errori del passato. E’imperativo per il Dipartimento della Difesa eliminare le spese inutili ed eccessive.

Dunque è importante non ripetere gli errori del passato. Il Segretario Gates parrebbe meritare credito perchè si mantiene a stretto contatto con la realtà quando difende la linea del nuovo bilancio.
Ma è così?.

La guerra è come la droga, se ne divieni dipendente fai fatica a smettere. Una volta che si intraprende il percorso di invasione e occupazione, tornare indietro è difficile.
Nell’articolo “The Urge to Surge” Tom Engelhardt ripercorre con un occhio all’America tutte le tappe che hanno portato l’ex Unione Sovietica prima al ritiro delle truppe in Afghanistan, e poi alla sua implosione.
Nel 1985 Mikhail Gorbaciov dichiarava "Il Politburo ha commesso un errore e lo deve correggere al più presto - ogni giorno si perdono vite preziose”.
Nel novembre 1986 insisteva che la guerra in Afghanistan doveva essere conclusa in un anno al massimo in due. "Abbiamo completamente ignorato i fattori storici più importanti a livello nazionale, abbiamo ignorato l'apparizione di stranieri armati in Afghanistan”. Il nemico in Afghanistan ha ricevuto armi e munizioni per centinaia di milioni e addirittura miliardi di dollari (dagli USA) e la guerra ci sta costando 5 miliardi di rubli all'anno.
L’autore dell’articolo non dimentica di menzionare un milione di afghani morti, un terzo della popolazione povera trasformata in profughi, e un gruppo di jihadisti (tra cui al-Qaeda) finanziato e portato al potere.
Il ritiro delle truppe avvenne nel 1989, cioè dieci anni dopo l’inizio della guerra.
A cosa sono serviti l'orgoglio imperiale e la paura di perdere "credibilità"?

Gli amici degli americani di allora sono diventati i nemici di oggi e la corsa agli armamenti continua. Cosa è cambiato dalla stesura del PNAC (THE PROJECT FOR THE NEW AMERICAN CENTURY)?
http://www.newamericancentury.org/statementofprinciples.htm

Il complesso militare industriale è stato integrato sempre più nella vita americana così come continua l’uso delle agenzie private di sicurezza, vedere l’ultimo appalto aggiudicato dal Dipartimento di Stato alla Blackwater (società che ha cambiato nome e proprietà più volte) per la difesa del Consolato americano a Gerusalemme dal valore di oltre 84 milioni dollari in cinque anni.
http://voices.washingtonpost.com/spy-talk/2011/01/blackwater-linked_firm_scores.html

Il 7 gennaio il sole24ore nell’ articolo “Stati Uniti e Nato spendono quest'anno 12 miliardi di dollari l'anno per garantire la transizione afgana” riporta che sono stati stanziati 11,6 miliardi di dollari per il 2011 ( un miliardo di dollari al mese) e l’affermazione ironica del Ministro della Difesa afghano, l'ex mujhaiddin Rahim Wardak, che quando combatteva i sovietici disponeva di armi migliori, più pesanti e sofisticate di quelle oggi in dotazione all'Afghan National Army (Ana).
(nell’articolo si legge della fornitura anche di 108 mila pistole Beretta).
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-01-07/stati-uniti-alleati-spenderanno-133824.shtml?uuid=AYtuZsxC

Le parole di Robert Gates "questi tempi esigono che tutti i leader della nostra nazione stiano al di sopra della politica campanilista che hanno troppo spesso tormentato le considerazioni della difesa della nostra nazione - sia dall'interno del Pentagono, sia da gruppi industriali e di interesse, da un capo di Pennsylvania Avenue per l'altro” ricordano quelle di Obama pronunciate ai cittadini americani prima delle elezioni "cambiare, con il vostro aiuto, l'economia dal basso e arginare il potere delle grandi corporation”, tranne poi scegliere per la carica di capo di gabinetto un personaggio come William Daley che siede nei consigli di amministrazione della Boeing e della Abbot Laboratories, ed alla guida della divisione del Midwest di J.P. Mporgan Chase.

Nel dettaglio i tagli previsti saranno:
Marina Militare ($ 35 miliardi)
Air Force ($ 34 miliardi)
Army ($ 29 miliardi)
Tagli di Agenzia ($ 54 miliardi)

Fra i programmi da terminare o sospendere troviamo il sistema SLAMRAAM (Surface Launched Advanced Medium Range Air-to-Air Missile) dell’esercito, il veicolo Expeditionary Fighting Vehicle dei Marines e la messa in “libertà vigilata” per due anni dell’F-35B.
Si sono salvati quelli definiti “chiave” come il caccia F-35, i Global Hawk Block 40 e i droni MQ-9 Reaper.
L’Air Force ha avuto il permesso di costruire un nuovo stealth bombardiere a lungo raggio in grado di trasportare armi nucleari. (con o senza equipaggio), l'aeromobile sarà sviluppato utilizzando le tecnologie esistenti e i lavori dovrebbero iniziare subito.
La Marina comprerà più F/A-18EF Super Hornets ed estenderà la vita dei circa 150 gli F/A-18 Hornet per compensare i ritardi nella produzione dell’ F-35, ci sarà l'acquisto di nuove classi di portaerei, un cacciatorpediniere, una nave di sorveglianza degli oceani, una flotta di navi da rifornimento e alcune unità del programma Littoral Combat Ship.
La la Missile Defense Agency vedrà l'acquisto di missili intercettori a lungo raggio e radar per proteggere l'Europa, l'Asia e il Medio Oriente.
Se l’esercito perde due programmi missilistici, vedrà investimenti in attrezzature ISR e per bimotori C-12 (gli aerei-spia turboelica) e per gli UAVs Grey Eagle. Saranno ammordernati i carri armati Abrams e i veicoli da combattimento Bradley e Stykers.
I Marines otterranno denaro per sviluppare un nuovo anfibio d'assalto.

Per quanto riguarda il programma MEADS (Medium Extended Air Defense System), finanziato per il 58% dagli Stati Uniti, per il 25% dalla Germania e per il 17% dall’Italia, Germania e l'Italia hanno fatto pressione presso Gates per il continuamento del programma. Il suo sviluppo non solo costerà 1 miliardo di dollari in più, ma ha un ritardo di circa 1 anno. http://top10bookreviews.com/germany-italy-wish-us-await-for-meads

Ma entriamo nel merito dell’F-35, altro programma che vede l’Italia spendere cifre folli.
Mentre le versioni per l’Air Force e della Marina sono state confermate, quella a decollo corto e atterraggio verticale (già cancellata dalla Gran Bretagna ma non dall’Italia) presenta problemi significativi che possono portare ad una riprogettazione del velivolo, e dunque viene sospesa.
Lo sviluppo dell’intero programma slitterà al 2016 e vi sarà una riduzione di 124 jet (da 449 a 325 entro il 2016) con un risparmio di 4 miliardi dollari “third, $4 billion of savings to the Joint Strike Fighter program to reflect re-pricing and a more realistic production schedule given recent development delays”.
Tutto chiaro?
In una lettera alla Camera e Senato riportata da Bloomberg si legge che il JSF o F-35 riceverà 4,6 miliardi dollari in più per lo sviluppo. Allora più che di un taglio si può parlare di riassegnazione.
http://www.bloomberg.com/news/2011-01-06/pentagon-adds-4-6-billion-to-develop-f-35-fighter-update1-.html

Per quanto riguarda i problemi tecnici ancora presenti nell’F-35 vedere “DOD Needs to Monitor and Assess Corrective Actions Resulting from Its Corrosion Study of the F-35 Joint Strike Fighter”
http://www.gao.gov/new.items/d11171r.pdf

Nel marzo 2010 il costo unitario del velivolo era quasi raddoppiato: da 50.2 milioni di dollari a 95 milioni di dollari. “The Pentagon’s director of cost assessment, Christine Fox, said the projected average cost per aircraft has almost doubled -- to as high as $95 million from $50.2 million when the program started”.
http://www.businessweek.com/news/2010-03-11/lockheed-f-35-at-substantial-risk-of-missing-goals-gao-says.html
http://www.gao.gov/new.items/d10382.pdf

Fra le reazioni ai tagli del budget della difesa vi è stata quella repubblicana che accusa Robert Gates di non tenere conto del riarmo militare della Cina.
L’immagine del caccia stealth J-20 e la sperimentazione del missile balistico autoguidato di medio raggio a testa convenzionale ASBM (Anti Ship Ballistic Missile), ha messo in allarme Washington. Per quanto entrambi i sistemi sembrino fotocopie di quelli russi o americani, la Cina dimostra di avere un rapido sviluppo delle sue capacità militari.
Agli inizi di gennaio il segretario alla Difesa amricano volerà in Cina per approfondire il rapporto militare tra gli Stati Uniti e la nazione asiatica.
http://www.defense.gov/news/newsarticle.aspx?id=62377

C’è da ricordare che la Cina non deteniene solo il 60% circa di buoni del Tesoro americano, ma, stando alla BCE (Banca Centrale Europea), anche il debito dell’Europa è per il 28% circa in mano ai cinesi.
Diversi paesi, tra cui la Francia e la Spagna, hanno recentemente chiesto la revoca dell'embargo sulla vendita di armi alla Cina mostrando una perfetta sintonia con la stessa rappresentante della UE per gli Affari Esteri, Catherine Ashton, che ritiene l’embargo anacronistico e di ostacolo ai rapporti tra la Cina e l’Europa.
http://euobserver.com/9/31592/?rk=1

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