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Prelievi ai servolani: «Valori nella norma»

I risultati delle analisi condotte in un laboratorio di Brescia per verificare la presenza di cadmio, piombo e manganese eventualmente correlata ai fumi della Ferriera. Test dell’Azienda sanitaria su 68 residenti, nessuna concentrazione significativa di metalli nel sangue
21 aprile 2008
Maddalena Rebecca
Fonte: Il Piccolo di Trieste

Ferriera Lucchini Nessuno sforamento significativo nei valori di metalli pesanti nel sangue e di metaboliti di idrocarburi nelle urine. Nessun dato quindi che, per il momento, attesti nei servolani «un’importante esposizione a inquinanti ambientali» provocata dalla vicinanza della Ferriera. Sono le indicazioni emerse dai risultati delle analisi cliniche effettuate nel marzo scorso dall’Azienda sanitaria su un campione di 68 residenti.

Analisi chieste a gran voce proprio dagli abitanti di Servola, decisi a dimostrare la pericolosità dello stabilimento e ad accertare la correlazione diretta tra l’attività siderurgica e i tanti problemi di salute accusati da parte della popolazione. Ma il verdetto degli esami non si è affatto rivelato in linea con le aspettative dei residenti. Al contrario, ha finito per evidenziare parametri ampiamente nella media. «I dati - afferma senza giri di parole il direttore generale dell’Azienda, Franco Rotelli - sono sostanzialmente rassicuranti ed escludono allarmi».

Lo studio, condotto dal Dipartimento di prevenzione dell’Ass in collaborazione con la Medicina del lavoro dell’Università e la cattedra d’Igiene ed epidemiologia di Udine, si è concentrato sulla presenza nel sangue di cadmio, piombo e manganese. Nel caso del primo metallo, tutti i residenti analizzati hanno riportato «livelli compresi nel range della normalità». Per quanto riguarda il piombo, soltanto un cittadino ha mostrato valori ematici leggermente alterati: 10,1 microgrammi per litro a fronte di un valore normale compreso tra 0.50 e 10. Quest’unico sforamento, precisa l’Azienda, va peraltro interpretato come valore «border line», ma senza significato patologico o di elevata esposizione di gruppo, dal momento che i livelli di tutti gli altri componenti del campione sono apparsi nella norma.

Più complessa l’interpretazione dei dati relativi alla presenza di manganese nel sangue. Il 32% del campione (22 persone su 68) presenta infatti delle alterazioni. Alterazioni comunque di lieve entità, tanto che il valore medio di concentrazione di manganese appare ugualmente nei limiti della norma. E non si può stabilire, al momento, se gli aumenti dipendano da fonti di inquinamento industriale. Sulle alterazioni, infatti, potrebbe aver pesato anche il traffico, una dieta ricca di questo metallo, alcuni farmaci, eventuali integratori o la composizione dell’acqua potabile. In ogni caso, rassicurano gli esperti, le alterazioni rilevate non sono in grado di causare danni alla popolazione.

Sul fronte degli idrocarburi policiclici aromatici, infine, soltanto tre servolani hanno presentato delle alterazioni lievi nei livelli di idrossipirene urinario (un metabolita, cioè un «segnalatore» del benzoapirene ndr). Complessivamente il valore medio è risultato nei limiti della norma, pari a 0,20 microgrammi per grammo di creatinina, tanto da «poter escludere un’importante esposizione ambientale» nella popolazione esaminata.
I risultati dei prelievi, eseguiti al Maggiore e analizzati poi in un laboratorio di Brescia, saranno illustrati oggi e domani ai servolani nelle sedi del Distretto 3 dell’Ass in via Valmaura e via Puccini. A breve, inoltre, gli esiti verranno confrontati con quelli raccolti tra i residenti di altre aree della città, in modo da ottenere una valutazione di contesto più esaustiva e completa.

In attesa del confronto, comunque, i servolani possono stare tranquilli. «Dallo studio emergono dati rassicuranti - commenta Franco Rotelli -. Dati che si riferiscono a un esame puntuale richiesto dalla popolazione su una questione altrettanto puntuale: accertare la presenza di metalli pesanti e idrossipirene urinario. E su questo punto specifico i risultati non sono né preoccupanti né allarmanti. Come nostra abitudine, comunque, non ci fermeremo qui, ma continueremo il lavoro allargando le analisi».

Il sindaco: «Esistono coperture politiche sui danni ambientali»

«Sono stanco di questa faccenda. È da anni che si tenta in ogni modo di non guardare in faccia la realtà. Ma vogliono farmi credere che vivere a Servola o a Grignano sia la stessa cosa? Per rendersi conto dell’inquinamento prodotto dalla Ferriera basta andarci vicino per un paio d’ore». Il sindaco Roberto Dipiazza commenta così l’esito dei risultati dei test clinici realizzati dall’Azienda per i servizi sanitari il 10 e 20 marzo scorsi, su 68 residenti di Servola.

L’obiettivo delle analisi era quello di valutare i livelli di sostanze come cadmio, piombo e manganese nel sangue e di metaboliti di idrocarburi policiclici nelle urine. Sostanze che, come riportato nel testo diffuso dall’Ass triestina, non sarebbero presenti in maniera «preoccupante» nel sangue e nelle urine dei soggetti analizzati, «non essendo in grado di causare quindi alcun danno alla popolazione».

Risultati che, a quanto pare, non sembrano stupire più di tanto il sindaco Dipiazza: «Ormai ci sono abituato: è una vita che esistono coperture politiche sui danni ambientali e alla salute prodotti dallo stabilimento siderurgico. A me basta andare lì per capire che intorno alla Ferriera spesso non si riesce nemmeno a respirare. L’ho provato io stesso e vorrei che tutti tastassero con mano il problema prima di parlare. Spero vivamente che prima o poi la verità venga a galla. Almeno adesso che è cambiato il colore dell’amministrazione regionale, le coperture politiche non ci saranno più».

Anche Maurizio Ferrara, capogruppo della lista civica Dipiazza, affrontando il nodo Ferriera («una problematica che necessita una soluzione definitiva») sottolinea il ruolo della Regione, alla luce dei cambiamenti di casacca avvenuti con le recenti elezioni. «Il compito di risolvere il problema spetterà decisamente alla Regione - spiega Ferrara in una nota - che dovrà subito riprendersi alcune competenze assegnate, per comodità, dalla giunta Illy alla Provincia. Il governo regionale è passato al centrodestra e tutti i consiglieri eletti si sono espressi pubblicamente per la chiusura dello stabilimento e per la salvaguardia occupazionale, grazie al sostegno del governo nazionale. È arrivato il momento di agire. Basta parlare».

Sull’argomento interviene anche Ester Pacor, non solo una politica di lunga data nelle amministrazioni comunali e provinciali triestine, ma anche residente da trent’anni a Servola: «Sulla Ferriera - scrive in una nota - ci sono stati sempre solo rimpalli di responsabilità, coperture, rinvii, nonostante le polveri e i fumi, visibili a tutti. E ora di smetterla: che le istituzioni diano risposte chiare».Trieste, il sindaco: «Esistono coperture politiche sui danni ambientali»

«Sono stanco di questa faccenda. È da anni che si tenta in ogni modo di non guardare in faccia la realtà. Ma vogliono farmi credere che vivere a Servola o a Grignano sia la stessa cosa? Per rendersi conto dell’inquinamento prodotto dalla Ferriera basta andarci vicino per un paio d’ore». Il sindaco Roberto Dipiazza commenta così l’esito dei risultati dei test clinici realizzati dall’Azienda per i servizi sanitari il 10 e 20 marzo scorsi, su 68 residenti di Servola.

L’obiettivo delle analisi era quello di valutare i livelli di sostanze come cadmio, piombo e manganese nel sangue e di metaboliti di idrocarburi policiclici nelle urine. Sostanze che, come riportato nel testo diffuso dall’Ass triestina, non sarebbero presenti in maniera «preoccupante» nel sangue e nelle urine dei soggetti analizzati, «non essendo in grado di causare quindi alcun danno alla popolazione».

Risultati che, a quanto pare, non sembrano stupire più di tanto il sindaco Dipiazza: «Ormai ci sono abituato: è una vita che esistono coperture politiche sui danni ambientali e alla salute prodotti dallo stabilimento siderurgico. A me basta andare lì per capire che intorno alla Ferriera spesso non si riesce nemmeno a respirare. L’ho provato io stesso e vorrei che tutti tastassero con mano il problema prima di parlare. Spero vivamente che prima o poi la verità venga a galla. Almeno adesso che è cambiato il colore dell’amministrazione regionale, le coperture politiche non ci saranno più».

Anche Maurizio Ferrara, capogruppo della lista civica Dipiazza, affrontando il nodo Ferriera («una problematica che necessita una soluzione definitiva») sottolinea il ruolo della Regione, alla luce dei cambiamenti di casacca avvenuti con le recenti elezioni. «Il compito di risolvere il problema spetterà decisamente alla Regione - spiega Ferrara in una nota - che dovrà subito riprendersi alcune competenze assegnate, per comodità, dalla giunta Illy alla Provincia. Il governo regionale è passato al centrodestra e tutti i consiglieri eletti si sono espressi pubblicamente per la chiusura dello stabilimento e per la salvaguardia occupazionale, grazie al sostegno del governo nazionale. È arrivato il momento di agire. Basta parlare».

Sull’argomento interviene anche Ester Pacor, non solo una politica di lunga data nelle amministrazioni comunali e provinciali triestine, ma anche residente da trent’anni a Servola: «Sulla Ferriera - scrive in una nota - ci sono stati sempre solo rimpalli di responsabilità, coperture, rinvii, nonostante le polveri e i fumi, visibili a tutti. E ora di smetterla: che le istituzioni diano risposte chiare».

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