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PeaceLink e Pressenza - Una mediazione dell’ONU nella crisi coreana

8 settembre 2017
Associazione PeaceLink e Disarmisti Esigenti

Appello

 

 

 

Una mediazione dell’ONU nella crisi coreana

08.09.2017 Redazione Italia

 

 

Con la presente chiediamo di sottoscrivere una lettera-appello a Guterres centrata sulla risoluzione “intelligente” della crisi coreana che sta drammaticamente montando: una soluzione, a nostro parere, che deve essere diplomatica, non militare, e con un ruolo più attivo della istituzione ONU nella persona del suo Segretario Generale.
Intendiamo, con la vostra meditata condivisione, separare i giochi geopolitici e di potenza in corso nei mari “cinesi” orientali e meridionali dalla necessità “umana” del disarmo nucleare: l’imperativo prioritario è che ci si colleghi alla ampia mobilitazione necesaria per fare sì che la “storica” proibizione degli ordigni nucleari, or ora adottata dall’ONU, e vergognosamente ignorata dalla stampa italiana, si traduca in un percorso realistico di eliminazione degli stessi.
Sarebbe paradossale che proprio nel momento in cui si è aperta a livello internazionale la speranza di chiudere con l’era atomica, in diritto e di fatto, si venisse trascinati nella prima, catastrofica, ed in parte già annunciata, guerra che impiega le armi nucleari!

I saluti nonviolenti più sinceri da parte dei promotori

Alfonso Navarra – Lega per il Disarmo Unilaterale
email alfiononuke@gmail.com – cell. 340-0736871
Adriano Ciccioni – Cittadini del Mondo – adrianociccioni@hotmail.com – cell. 335-8423588
Alex Zanotelli – Mario Agostinelli – Luigi Mosca – Loredana Depetris – Francesco Lo Cascio – Aurelio Juri – Virginio Bettini – Maurizio Acerbo – Giorgio Nebbia – Alberto Perino

Laura Tussi – Fabrizio Cracolici – Enrico Peyretti – Umberto Santino – Michele Boato – Ermete Ferraro – Olga Bertaina – Alessandro Capuzzo – Fortunato Sindoni – Olivier Turquet- Angelo Baracca – Edgar Meyer – Laura Favro Bertrando – Claudio Carrara – Luciano Bertoldi – Amalia Navoni
Sandra Cangemi, Giuseppe Bruzzone, Marco Palombo, Gian Piero Godio (e siamo in attesa di altre risposte da parte di personalità politiche e pacifiste)

Il link alla petizione su change.org:

https://www.change.org/p/il-segretario-generale-delle-nazioni-unite-una-mediazione-dell-onu-nella-crisi-coreana 

 

Luigi Mosca propone di spedire una versione in inglese più concisa che si impegna a redigere (anche tenendo conto dei consigli di una forma più diplomatica)

L. Mosca – September 5th, 2017 – First DRAFT
Mister Secretary-General of the United Nations,
Like you, we are deeply concerned by the present crisis between North Korea and USA. In fact, the risk of a nuclear war to happen can no more be excluded in the present geopolitical context, with non-imaginable consequences both for Humanity and the environment.
We are confident that you are trying to do everything possible in your position, the highest in the United Nations, which primary aim is to promote and maintain peace over the world, to prevent such a catastrophic issue.
Simply we would like to submit to your attention few considerations:
1) the only acceptable solution of this crisis is diplomatic: it is very urgent that the USA and the North Korea accept to start negotiating. In fact, North Korea threats the USA and their allies (South Korea and Japan) essentially because it feels threatened by them, and … vice-versa!
2) Who is in the best position to mediate such negotiation? We think that China is a good candidate to help you in this delicate task. China wants to stop the North Korea nuclear weapons program, but wants also to avoid that North Korea falls under the USA influence.
3) The progression of the North Korea nuclear armament program shows the total lack of power of the USA gigantic nuclear deterrence force !
4) We are convinced that the Institution of the United Nations needs to become stronger, in order to override the particular interests of each State and ensure a global governance in the interest of the full planet: a peace based on social justice, on the security of Humanity and on the safeguard of environment.
5) One important step in this direction has been achieved with the historical adoption of the “Treaty on the Prohibition of Nuclear Weapons” at July 7th, 2017, at the United Nations in New York. The present North Korea-USA crisis confirms how it is urgent now to progress from the prohibition to the total elimination of the nuclear weapons.
Thank you for your attention.
Best regards,
………………….

Questa che segue è la nostra lettera-appello in Italiano

Gentile Segretario Generale dell’ONU

António Guterres

la guerra nucleare è un pericolo molto concreto, per nulla relegato alla fantapolitica: questo è purtroppo testimoniato dalla crisi coreana di questi giorni: in una retorica senza freni si evoca addirittura esplicitamente il lancio di missili atomici quando una parte, che dovrebbe essere quella “responsabile”, minaccia il “fuoco” e il “furore” che condusse ad Hiroshima e l’altra, sotto un regime il cui leader ha tratti palesemente inaffidabili, straparla di “incenerire l’America”. Ed insiste nel portare avanti progetti di armamento nucleare, con relativi test provocatori, che mai saranno all’altezza dei (cattivi) modelli di riferimento.
Presumiamo che Ella, signor Segretario, sia preoccupato al pari di noi che la avventura umana possa essere precipitata in un nulla senza senso, per un cataclisma radioattivo che può essere scatenato persino per incidente o per errore di calcolo, su giochi aggressivi mal gestiti da chi scherza con il fuoco atomico.
Tutto questo avviene proprio mentre a livello mondiale dovremmo renderci conto della speranza aperta dal Trattato di proibizione delle armi nucleari adottato il 7 luglio 2017 alla Conferenza ONU di New York: se ci diamo da fare, non solo nel mondo ma anche, per quanto più direttamente riguarda chi scrive, in Italia, con una ampia e convinta mobilitazione di base, possiamo passare dalla interdizione giuridica degli ordigni nucleari alla loro eliminazione. Fino a pochi giorni fa sarebbe sembrato un sogno azzardato, ma oggi, dopo questo voto coraggioso di 122 Paesi (non nucleari e per lo più non allineati) la fine dell’era atomica può diventare realtà!
Ma, tornando alla crisi coreana, che e’ stata definita da analisti geopolitici, per indicarne l’estrema gravità, “una Cuba ’62 alla moviola”, questa volta con protagonisti veri, al posto di USA e URSS di allora, USA e Cina, ed il Giappone sullo sfondo, dovrebbe valere per essa quanto sarebbe raccomandabile per tutte le altre che affliggono il Pianeta: dovrebbero essere risolte mediante dialoghi diplomatici con pontieri volenterosi ed in buona fede, aiutati da chi lavora per avvicinare e riconciliare le società civili, nel rispetto del ruolo attivo di mediatore, di garante e di arbitro dell’ONU.
La nostra richiesta è che, stavolta, un ruolo più attivo sia giocato proprio dall’istituzione che Ella presiede nel mettere d’accordo (almeno quanto basta per evitare il peggio) gli interessi in conflitto facendo prevalere l’intelligenza e la flessibilità del compromesso, sulla ostinazione delle potenze e sulla stupidità degli orgogli nazionalistici. Proprio come avvenne a conclusione dei 13 giorni della crisi dei missili di Cuba che tenne col fiato sospeso il mondo.
L’ONU deve ritornare ad essere il luogo dove si decide e si salvaguarda la PACE e non più il luogo dove si autorizzi questa o quella guerra contro il cattivo di turno.
Sarebbe precisamente compito di chi è ufficialmente preposto a “mantenere la pace e la sicurezza nel mondo”- ci permettiamo di ricordarLe – spingere, con una mediazione diretta, i governi che contano ad una soluzione da ottenere con il dialogo. Una soluzione che garantisca che la Corea non finisca tutta e subito nell’orbita USA e che nei mari “cinesi” dell’Est e del Sud la comune necessità dell’ecosviluppo cementi la composizione dei legittimi interessi di tutti gli Stati che si affacciano su di essi.
Fermare la spirale della guerra è difficile ma non impossibile se si ha il coraggio di investire in pieno la propria responsabilità e ci si impegna ad aprire i canali di comunicazione giusti per i tavoli di negoziato opportuni.
Nel mondo di oggi spesso criticare l’ONU è uno sport diffuso e di moda: facciamo in modo di smentire gli scettici e di dimostrare che la forza del diritto internazionale può prevalere sul diritto della forza armata dei prepotenti e dei disturbati mentali. Solo questo mondo in cui una ONU potenziata e democratizzata conti davvero è un mondo che può ragionevolmente sperare in un futuro, nel futuro.

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