Parco Gallipoli Cognato: no a trivellazioni petrolifere
Dopo la vicenda del Monte Caperrino, che ha tenuto bloccato per diversi anni l’iter istitutivo del Parco Nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri Lagonegrese, si è alla ricerca di un nuovo sito dove localizzare il Pozzo Tempa d’Emma1, che le compagnie Total/Esso/Shell vorrebbero ubicare proprio sul confine dell’area protetta, ipotizzando la realizzazione di tracciati stradali a servizio delle strutture petrolifere che attraverserebbero, tra l’altro, aree a forte vocazione ambientale e naturale.
Questa vicenda palesa il disegno delle compagnie petrolifere, pensato al fine di aggirare i vincoli ambientali dei parchi e confermato dal permesso di ricerca prodotto al Ministero dello Sviluppo Economico da Total, Esso e International BV[1], per l’effettuazione di ricerche ed estrazioni petrolifere all’interno del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti lucane. In proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha di recente sollecitato l’intesa con la Regione Basilicata, previo rilascio della valutazione ambientale per questo permesso di ricerca denominato “Oliveto Lucano”, compreso proprio all’interno del Parco Regionale.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, comitati, Movimenti e Cittadini - invita il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata a negare l’intesa richiesta dal Ministero dello Sviluppo Economico esprimendo alle compagnie petrolifere parere negativo di Valutazione Ambientale, in considerazione che l’Articolo 19 della Legge Regionale n. 47/97 - istitutiva del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane - fa espressamente divieto di esercitare all’interno dell’area protetta “attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sia liquidi che gassosi”.
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