Una panchina per la pace

Si è proposto un percorso nelle scuole, nei luoghi del sapere, nella città per adottare, da parte di singoli e classi, una panchina per vestirla con i colori della pace. In accordo con le istituzioni cittadine che hanno già espresso il proprio impegno per la pace, l’8 marzo vedrà un momento di mobilitazione per realizzare la pittura e il disegno sulle panchine adottate e collocate intorno alle scuole. Abbiamo scelto la panchina perché è un luogo su cui sostare e meditare, intorno a cui incontrarsi. La performance riprende il filo delle panchine rosse contro la violenza nei confronti delle donne per collegarsi alla altrettanto forte e terribile violenza della guerra. È una possibilità per i e le giovani di lasciare un segno nella città, di entrare nello spazio pubblico, modificandolo con il proprio pensiero. L’impegno personale “messo in gioco” insieme ad altri e altre, in un momento di mobilitazione cittadina, si arricchisce della bellezza che viene dalla collaborazione, dal creare insieme, dal dare voce a bisogni ed emozioni che la lingua guerresca nega e uccide. - Un 8 marzo in nome della coralità. Tante associazioni insieme per dire no alla cultura della violenza, del ricatto, della guerra. Per far vivere la lingua della gratitudine. - Un 8 marzo in dialogo con le istituzioni per difendere la pace, qui e ora. - Un 8 marzo all’insegna della meditazione presso le panchine per festeggiare e ringraziare le scuole che hanno operato, per celebrare l’incontro fra generazioni. - Un 8 marzo in difesa della differenza femminile e maschile contro l’omologazione dei modelli patriarcali. Per rendere visibile la bellezza della libertà. - Un 8 marzo con l’occhio rivolto alla Storia per diffondere la memoria di quelle donne e di quegli uomini che fanno vivere la Storia della speranza.