
Napoli ripudia la Guerra. Rifiuta il Riarmo
NAPOLI RIPUDIA LA GUERRA E DICE NO AL RIARMO ED ALLA NATO. CONTRO IL SUMMIT NATO DEL 26-27 MAGGIO: VIA I SIGNORI DELLA GUERRA DA NAPOLI. JATEVENNE! CON IL POPOLO PALESTINESE E LA SUA RESISTENZA L’assemblea del 6 maggio ha indicato la costruzione di una grande mobilitazione cittadina in data 26 maggio – in occasione dell’apertura dei lavori del summit NATO per la sicurezza del Mediterraneo. L’indizione di un Summit "per la sicurezza del Mediterraneo", allargato alle delegazioni di paesi quali Libia e Israele, è semplicemente un ossimoro. Ci chiediamo infatti quale sicurezza garantiscano ai cittadini del Mediterraneo i massacri di Israele a Gaza e in Cisgiordania e le bombe sganciate sul Medio Oriente. Una situazione che assume tratti ancor più grotteschi, se si pensa che sol pochi giorni fa il governo israeliano ha annunciato il piano di invasione e occupazione militare di Gaza. O quale sicurezza garantiscano agli esseri umani i padroni dei lager libici, ai quali il Governo italiano e l'Unione Europea, attuale e precedenti, appaltano la gestione dell'immigrazione. “Sicurezza” oggi è il termine ombrello sotto il quale vanno le peggiori torsioni autoritarie del nostro presente: genocidio, guerra e militarizzazione verso l'esterno e repressione di qualsiasi voce dissonante verso l'interno con l’approvazione recente di un pacchetto sicurezza– l’ex disegno legge 1660 convertito in decreto ed entrato in vigore un mese fa - liberticida e da stato di polizia. Una manovra che mette in discussione il diritto di sciopero e di protesta dei lavorator In un paese dove le disuguaglianze sociali aumentano, la marginalità è sempre più diffusa, l’impossibilità di avere un futuro dignitoso ci isola dagli altri, costringendoci a vite sempre più precarie, la ricchezza di pochi si alimenta sulla miseria di molti, chi ci governa ha già deciso qual è la soluzione per affrontare la crisi: spendere soldi pubblici in armi per far arricchire l'industria delle armi, corrispondere all'innalzamento della spesa bellica al 3,5 o addirittura al 5% del PIL come richiesto dagli USA e sperare in una riconversione militare dell'automotive. Miliardi di euro verranno regalati alle aziende belliche che hanno sempre avuto l’interesse a speculare economicamente sui conflitti nel mondo. Quelle stesse aziende che finanziano Israele guadagnando sul genocidio del popolo palestinese e sulla pulizia etnica di quei territori, che direzionano la ricerca pubblica a fini bellici, che lucrano sulla guerra e sullo sfruttamento estrattivo dei territori colonizzati. In questo contesto noi siamo semplici ingranaggi di un meccanismo che non è in grado di offrirci un futuro dignitoso, di autodeterminazione, benessere, più tempo libero, pace ed equilibrio con i popoli e la natura. Mentre i signori della guerra si riuniscono nello splendido isolamento delle dorate sale, ad attenderli all’esterno ci sarà una città blindata, chiusa alle proprie cittadine e cittadini. Quale migliore immagine della nostra società: da un lato il consesso che prepara le future guerre e dall’altro i lavoratori e le lavoratrici sulle cui spalle ricadrà la futura miseria. Alla luce di ciò risulta necessario opporsi con forza al riarmo dell’Unione Europea e combattere la narrazione bellicista promossa a reti unificate. Rigettiamo qualsiasi tipo di argomento atto a giustificare le ipocrite “spese per la sicurezza” come una necessità inderogabile. Come di consueto, il prezzo di questa follia guerrafondaia viene fatto pagare ai popoli, non solo tramite il loro sangue, ma anche con continue privazioni economiche Non c’è nulla di inevitabile in questo presente di povertà e nel futuro di sofferenza che ci prospettano. Non cadiamo nella vuota propaganda di un sistema che ci stritola. La guerra non è una fatalità. La guerra è la degna soluzione alle irrisolvibili contraddizioni di un sistema economico inumano. A tutto ciò c’è l’alternativa. Sta a noi costruirla. Non faremo alcun compromesso con un centro-sinistra che si è macchiato di politiche guerrafondaie che hanno impoverito le fasce più deboli e aumentato il divario sociale. Scendiamo in piazza per il disarmo come unica scelta giusta e razionale per il futuro dell’umanità; contro il riarmo mondiale, né su base nazionale, né sotto l’ipocrita ombrello della difesa comune europea; per la libertà, la resistenza e l'autodeterminazione del Popolo Palestinese; contro lo scontro tra potenze mondiali ed il nemico in casa nostra per lo scioglimento di ogni alleanza militarista; per lo stato sociale e contro lo stato di guerra; per la forte riduzione e non l’aumento delle spese militari, ben al di sotto di quel 2% sottoscritto con gli USA da Renzi, Conte, Draghi e Meloni; contro il razzigsmo; per la sanità pubblica, la scuola e la formazione, le case, i diritti sociali; per la difesa dell’ambiente e per la riconversione delle risorse economiche e scientifiche, oggi spese per le armi, in direzione della giustizia climatica ed ambientale. Per un futuro di pace, per una società che sappia coltivare la gioia e la fratellanza. Perché alla barbarie alla quale vogliono condannarci risponderemo animando le strade della nostra città. Per immaginare e costruire un futuro migliore. QUESTE LE PROSSIME TAPPE: Ci rivedremo il 10 alla festa del friariello per un’assemblea cittadina e con altre iniziative nella settimana in cui ricorre l’anniversario dei 77 anni dalla Nakba, per rinnovare la lotta in solidarietà al popolo palestinese e alla sua Resistenza. Invitiamo tutte e tutti ad aderire a questa piattaforma per la costruzione di una data che ricordi a chi sarà in quel palazzo e a tutti da che parte è davvero Napoli: contro il riarmo, contro il genocidio, contro il decreto sicurezza, per un futuro che sia di uguaglianza e felicità.
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