Taranto Sociale

Lettera a PeaceLink dal quartiere Tamburi

Non possiamo più tollerare che Taranto venga trattata come una zona sacrificabile

Vi chiedo, come associazione storicamente impegnata nella difesa dell’ambiente e della salute, di:Intensificare la pressione pubblica e legale sulle autorità italiane affinché siano sospese tutte le attività industriali incompatibili con la tutela ambientale e sanitaria.
28 luglio 2025
Giovanni Russo

Mi chiamo Giovanni Russo e vivo nel quartiere Tamburi, a Taranto. Vi scrivo come cittadino profondamente colpito e preoccupato per la condizione ambientale e sanitaria in cui versa la nostra città, a causa dell’attività industriale dell’ex ILVA, oggi Acciaierie d’Italia. La qualità dell’aria, del suolo e delle acque nel nostro territorio è gravemente compromessa. Gli studi epidemiologici hanno confermato tassi anomali di mortalità infantile, malattie respiratorie e tumori nelle aree più esposte all’inquinamento prodotto dagli impianti siderurgici. Il quartiere Tamburi, in particolare, è da anni al centro di una crisi ambientale senza precedenti. Incidente all'AFO 1 dell'ILVA avvenuto il 7 maggio 2025

La passività del Governo Italiano e la colpevole inazione della Commissione Europea stanno prolungando una crisi che mina la salute, la dignità e i diritti fondamentali dei cittadini tarantini.
La Commissione Europea, guidata dalla Presidente Ursula von der Leyen, pur essendo perfettamente a conoscenza della violazione delle direttive europee in materia ambientale, non ha intrapreso azioni tempestive né efficaci per fermare il degrado in corso. Questo atteggiamento rappresenta una grave mancanza di responsabilità politica e morale da parte dell’esecutivo europeo.
Vi chiedo, come associazione storicamente impegnata nella difesa dell’ambiente e della salute, di:
- intensificare la pressione pubblica e legale sulle autorità italiane affinché siano sospese tutte le attività industriali incompatibili con la tutela ambientale e sanitaria;
- condannare pubblicamente e ufficialmente l’inazione della Commissione Europea e in particolare chiedere una presa di responsabilità diretta alla Presidente Ursula von der Leyen, che ha mancato nel suo ruolo di garante dei diritti ambientali e sanitari dei cittadini europei;
- promuovere una campagna di pressione nei confronti della Commissione affinché trasmetta al più presto il dossier completo all’Ombudswoman europea, risponda entro settembre 2025 e proceda al rinvio dell’Italia alla Corte di Giustizia per inosservanza prolungata della Direttiva 2010/75/UE;
- rivendicare l’uso corretto dei fondi pubblici, destinandoli alla bonifica, alla riconversione economica e alla formazione per un futuro sostenibile, e non al mantenimento di un impianto inquinante.
Non possiamo più tollerare che Taranto venga trattata come una zona sacrificabile. Il diritto alla salute, a un ambiente pulito e a un futuro dignitoso non può più essere rinviato.
Vi invito ad assumere un ruolo guida in questa battaglia fondamentale, come già avete fatto in passato, e a dare voce a una comunità stanca di vivere tra le polveri, le malattie e l’ingiustizia.

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