Palestina, un carcere a cielo aperto, una mostra fotografica a cura di Anna Svelto
La mostra durerà dal 21 settembre fino al 28 settembre, ore 14
Le foto raccontano la vita quotidiana dei palestinesi, una vita molto dura. Ho definito la Palestina, un carcere a cielo aperto ed ho affermato che tutto quello che sappiamo della Palestina è veramente poco. Un conto è sapere, un altro è vedere con i propri occhi quello che è la negazione dei diritti civili elementari di un popolo. In Palestina mi hanno fatto promettere che non avrei lasciato nel silenzio la mia testimonianza della loro tragedia.
La serie di fotografie scelte contiene scatti che testimoniano gli incontri con coloro, palestinesi ed italiani religiosi e non, che aiutano il popolo palestinese ad affrontare le gravi difficoltà del vivere nei territori occupati dagli israeliani ed anche, la paura degli israeliani, vittime della stessa loro politica aggressiva di insediamenti, di demolizioni, di espulsioni.
E su tutto, il muro della prigione: perché elevare muri di separazione sicuramente esclude l’altro ma fatalmente esclude se stessi, non fa entrare ma nemmeno uscire.
Dove c’è un muro c’è il fallimento del dialogo e della politica come ci insegna la storia.
Ed i muri prima o poi cadono...
Le foto sono state realizzate ad aprile 2013 durante un viaggio nei Territori Occupati e a Gerusalemme.
Attraverso questi 40 scatti in b/n desidero cercare di far conoscere la realtà politico-sociale della Palestina e le difficili condizioni di vita dei suoi abitanti.
Ringrazio sentitamente:
- Il Direttore di Graffiti di Roma, Gianni Pinnizzoto per avermi dato l'opportunità di conoscere la realtà palestinese da vicino e tutti coloro che ho incontrato in quella Terra e che porto nel cuore.
- Il Comune di Torino, Le Biblioteche Civiche di Torino e l'amico Francesco Carenza che con il loro prezioso contributo hanno fatto sì che questa mostra fosse esposta a Torino presso la Biblioteca Italo Calvino.
The photos tell the daily lives of Palestinians, a very hard life. I called Palestine, an open-air prison, and I said that all we know of Palestine is very little. It is one thing to know, another is to see with my own eyes what is the denial of basic civil rights of a people. In Palestine they made me promise that I would not leave my testimony in the silence of their tragedy.
The series of photographs chosen contains photographs that bear witness to the meetings with those, Palestinian and Italian religious or not, to help the Palestinian people to face serious difficulties of living in the territories occupied by Israel, and also, the fear of Israeli victims of their own aggressive policy of settlements, demolitions, the expulsions.
And above all, the wall of the prison: why raise walls of separation definitely exclude the other but inevitably exclude themselves, but does not put even leave.
Where there's a wall there is the failure of the dialogue and politics as history teaches us.
And the walls sooner or later fall ...
The photos were taken in April 2013 during a trip in the occupied territories and Jerusalem.
Through these 40 shots in b / w I would like to try to raise awareness of the socio-political reality of Palestine and the difficult living conditions of its inhabitants.
I thank:
- The Director of Graffiti in Rome, Gianni Pinnizzoto for giving me the opportunity to learn about the Palestinian reality up close and all the people I met in that land, and that in my heart.
- The City of Turin, The Public Libraries of Turin and my friend Francesco Carenza that with their valuable contribution have meant that this exhibition was exposed in Turin at the Library Italo Calvino.
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