Chalupa detto «il bianco»
«Chalupa! Chalupa». L'europeo di passeggio per le strade di Kinshasa non è più apostrofato con il solito, banale, appellativo di «mundele» («bianco» in lingua lingala). Oggi ha assunto un altro nome: è diventato uno «chalupa». Da dove viene questo strano neologismo, che si è rapidamente imposto in tutta la città? Da un uomo massiccio dagli occhiali fini e dai capelli bianchi come la neve: Jean-Pierre Chalupa è uno dei 9.707 candidati all'Assemblea nazionale congolese.
Un candidato non propriamente come gli altri: nato in Congo da una madre greca e da un padre di origine portoghese, l'uomo ha evidentemente una carnagione assai più pallida rispetto a tutti gli altri pretendenti a un seggio di deputato. Soprannominato il «Jospin congolese» per l'evidente somiglianza con l'ex premier francese, Chalupa ha ottenuto la cittadinanza nel 1999. E oggi ha deciso di partecipare attivamente al futuro del suo paese d'adozione: sulla scorta dello slogan «Pourquoi pas?» («Perché no?») ha lanciato alla grande la sua candidatura nella circoscrizione di Lukunda, a Kinshasa.
In un momento in cui il principale argomento di dibattito è costituito dalle presunte origini straniere del presidente Joseph Kabila e dal conseguente discorso dai toni xenofobi sulla «congolesità», la discesa in campo di un bianco poteva essere colta come una vera e propria provocazione. Invece no: a tutti comizi di Chalupa, durante la campagna elettorale del mese scorso, c'è sempre stato un certo numero di persone, incuriosite da questo «figlio del paese» che parla correntemente lingala, ma che ha un aspetto diverso dal congolese medio. I sondaggi - da prendere ovviamente con le pinze - gli attribuivano il 13 per cento delle intenzioni di voto, ponendolo quindi tra i favoriti nella sua circoscrizione elettorale. I risultati si sapranno solo tra qualche giorno.
Con un programma incentrato su tre assi principali - lotta all'inflazione, sviluppo del turismo e attrazione di capitali stranieri -il «candidato bianco» non nasconde che, nel caso in cui verrà eletto, mira assai più in alto di un semplice scranno parlamentare. «Potrei aspirare al ministero del turismo o delle infrastrutture», ha confidato sicuro all'agenzia France Presse.
L'uomo può fare piani grandiosi, perché di certo non ha penuria di mezzi. Businessman ben inserito nel campo della pubblicità, amministratore delegato di una società molto apprezzata (la Plexi-Light), Jean-Pierre Chalupa dispone di una fortuna considerevole, oltre che di amici influenti in tutti i principali partiti politici. Tanto da poter coltivare un proposito che suona come un tabù: «Tra cinque anni potrei anche candidarmi alle presidenziali. Pourquoi pas?».
Articoli correlati
- Kazakistan: le nuove misure di sicurezza online incrementano i timori tra l'opposizione
Mi voti? Ma quanto mi voti?
Kazakistan: introdotto un certificato internet che consente allo Stato di monitorare e deviare il traffico della rete, a un mese dalle elezioni. Si ricorda che il Kazakistan è un regime de facto15 dicembre 2020 - Mariam Kiparoidze - Elezioni oltreoceano
USA e... getta una nuova luce!
Non trascurabile, inoltre, il numero di donne elette. Chissà se siamo finalmente in presenza della svolta buona per una politica più giusta per uomini e donne, per le etnie e comunità che rappresentano, per le fedi vive che professano.10 novembre 2020 - Virginia Mariani Honduras sull’orlo di un’altra crisi politica e sociale?
Si va verso una nuova frode elettorale29 settembre 2020 - Giorgio Trucchi- Per un'informazione civile che vada oltre spot e comizi senza contraddittorio
Punta Izzo e tutela delle coste, 6 domande agli aspiranti Sindaco
Sono 5 i candidati in corsa per la poltrona di Sindaco alle elezioni municipali di Augusta del 4 e 5 ottobre. A loro gli attivisti di Punta Izzo Possibile hanno rivolto 6 domande sui temi della tutela del paesaggio e del patrimonio costiero. Beni comuni primari da difendere.19 settembre 2020 - Gianmarco Catalano
Sociale.network