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Mentre alcuni attendono l'attacco russo all'Ucraina, noi ci diamo appuntamento per verificate in quali città si stanno organizzando iniziative.
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Alcuni interventi di mercoledì scorso (quarto webinar)
Padre Ciprian Stanca (Tradotto da Stefano Mensio)
Un saluto con la fiducia in Dio e nella Pace. In Dobroja, la regione dove si trova Costanza ci sono molte etnie e religioni diverse. Da qui viene il loro invito alla pace, perché è possibile vivere in pace assieme. La Chiesa deve rivolgere queste parole di pace e spingere in questa direzione i governanti, facendo presente che anche la gente comune ha qualcosa da dire. La democrazia si costruisce solo tramite uno sforzo collettivo. La Chiesa Ortodossa romena è in rapporti molto buoni con l'Ucraina e la sua popolazione, e sostiene il desiderio di pace del popolo ucraino.
Stefano Mensio aggiunge che la Romania sta seguendo la Francia sulla linea del dialogo. In Romania non soffiano venti di guerra.
Giovanni Cimbalo
Putin è stato ricevuto in questi giorni dal patriarca della chiesa ortodossa Romena, alla quale ha chiesto di intercedere per facilitare il processo diplomatico. Dal 1994 l'istituto IRI, finanziato dal dipartimento di stato USA, sostiene i movimenti sociali che chiedono l'avvicinamento dell'Ucraina all'occidente, il che è un fattore di tensione in una zona critica di frontiera tra la Russia e l'Europa. Il ruolo delle chiese è molto importante nella crisi Ucraina, perché dopo il distacco dal blocco sovietico ha cercato una sua indentità anche attraverso l'autocefalia della sua chiesa ortodossa, che si è svincolata dall'autorità della chiesa ortodossa Russa. C'è anche un ruolo importante svolto dai cappellani militari che operano nell'esercito, che hanno un'associazione legata all'associazione internazionale dei cappellani militari con sede a Washington. E' una situazione che mette in difficoltà le chiese e il loro ruolo di operatori di pace. Il rischio è che le chiese siano coinvolte nel conflitto e silenziate nella loro capacità di fare opposizione alla guerra. E' una situazione complessa che crea divisioni profonde all'interno della società ucraina, e schierarsi per la pace è estremamente difficile. In realtà l'Ucraina è un paese formato da tanti popoli, con tradizioni diverse, dove la tradizione russa è molto radicata. La Russia nasce a Kiev, poi il baricentro si sposta verso Mosca. L'area di crisi del Donbass è l'area dalla quale storicamente sono partiti tutti i tentativi seri di invasione della Russia da parte degli oppositori della rivoluzione russa.
Sebastiano Canetta (da Berlino)
"Il movimento per la pace è debole di fronte alla gravità della minaccia": è quello che è stato detto a gennaio alla conferenza di apertura della fondazione Rosa Luxemburg. Ci sono riunioni a tutti i livelli: politici, sindacali, mediatici e associativi, da cui sono emersi dei punti fermi. Concetto dell'equidistanza: sono tutti "colpevoli", non si sta né con la Nato né con la Russia. Bisogna tornare a parlare di politica estera. Non bisogna confondere la questione del conflitto in Ucraina con la questione dei profughi. Si sono sollevate anche questioni pratiche: Amburgo porto libero dalle armi, mentre oggi tre container al giorno di armi partono verso paesi in conflitto. C'è una forte mobilitazione sociale, con decine di punti di raccolta firme. Mobilitazione contro l'acquisto dei nuovi bombardieri nucleari F35 che rimpiazzeranno i vecchi Tornado. Questo acquisto farebbe svanire i progetti di cacciabombardieri europei con la Francia, indebolendo l'asse franco-tedesco. C'è un rischio che i verdi tedeschi, con il vicecancelliere che ha una posizione filoucraina, pendano verso un intervento armato. Nel contratto di coalizione accettato dai verdi sono previsti anche i droni armati.
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