Conflitti

Come pacifisti non possiamo tacere sul dramma che si sta consumando in queste ore

Solidarietà ai profughi che fuggono dal Donbass

E' il momento di chiedere chiaramente all'Ucraina che l'artiglieria si allontani il più possibile dal Donbass, non deve essere capace di colpire o di essere colpita. E va sancito il cessate il fuoco. Tutto qui, ed è molto semplice.
21 febbraio 2022
Alessandro Marescotti (presidente di PeaceLink)

Solidarietà ai profughi del del Donbass

Non possiamo far finta di nulla, fuggono dalla guerra e dai bombardamenti dell'Ucraina che ha ammassato le sue truppe al confine con il Donbass.

Sono oltre sessantamila i profughi dal Donbass.

Fuggono in auto.

Fuggono in autobus.

Fuggono in treno.

Fuggono in Russia a decine di migliaia mentre noi non ci facciamo caso, mentre l'Europa non ci fa caso e mentre una guerra di proporzioni apocalittiche rischia di scoppiare se sfuggisse di mano agli apprendisti stregoni: Biden e Putin.

Qualcuno potrà dire che se la sono voluta, perché hanno rivendicato l'indipendenza. Ma cosa hanno fatto gli abitanti del Kosovo se non rivendicare l'indipendenza, per di più spalleggiati dai cacciabombardieri della Nato?

Potremmo iniziare una lunga disquisizione anche sulla mancata applicazione degli accordi di Minsk del 2015 che avrebbero dovuto garantire una speciale autonomia al Donbass.

Ma questo non è il momento per fare tante analisi mentre la gente fugge. Dove è il Donbass

Non è il momento di disquisire sulle responsabilità, che ricadono su entrambi i contendenti in questi anni di conflitto.

Non è il caso di cronometrare chi ha lanciato il colpo di mortaio un minuto prima o un minuto dopo. Nel botta-e-risposta dell'artiglieria non c'è un aggressore e un aggredito, c'è solo la logica della guerra.

Qui si tratta di dare solidarietà a decine di migliaia di sfollati che dovevano essere protetti dalla comunità internazionale e da un Occidente che fa finta di non vedere, tanto vanno in Russia.

Qui si tratta di dire chiaramente che l'artiglieria ucraina deve allontanarsi il più possibile dal Donbass, non deve essere più in grado di colpire o di essere colpita. L'artiglieria del Donbass deve essere fermata. Tutto qui, ed è molto semplice. Il Donbass non deve essere la nuova Sarajevo.

Certamente la Russia deve allontanare le sue truppe dai confini con l'Ucraina, ma sono truppe che attualmente non sparano. Quelle dell'Ucraina invece sono addossate al Donbass e attualmente sparano. E stanno generando un disastro umanitario sotto gli occhi di tutti.

Va sancito il cessate il fuoco. E va garantito il ritorno della popolazione in sicurezza, protetta dall'ONU, così come è stata protetta la popolazione del Kosovo.

Articoli correlati

  • Puntavano sulla vittoria militare e ora sono sconfitti
    Editoriale
    I leader europei sull'Ucraina ai margini della scena mondiale

    Puntavano sulla vittoria militare e ora sono sconfitti

    In Alaska Putin ha camminato sul tappeto rosso ed è stato accolto con tutti gli onori da Trump, persino con un applauso. Quali insegnamenti possiamo trarre da questo clamoroso cambio di scena? Quali opportunità per il movimento pacifista?
    16 agosto 2025 - Alessandro Marescotti
  • Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”
    Pace
    Nell’ambito di un evento collaterale all’80esima Assemblea Generale dell’ONU

    Presentata a New York la “Dichiarazione dei giovani per la Pace nel Mediterraneo”

    Quest'articolo nasce da una conversazione con Giovanna Gagliardi, attivista/militante di “Un ponte per… “, Ong nata durante la prima guerra in Iraq per dare solidarietà umana e materiale alla martoriata popolazione civile, vittima dei bombardamenti su Baghdad degli USA e dei suoi Stati vassalli.
    14 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
  • Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra
    Pace

    Educhiamo i bambini alla pace, non alla guerra

    Come si cerca di educarci alla guerra, sin da piccoli. Ora, in Ucraina, ancora di più.
    10 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
  • A Kiev un crimine di guerra
    Pace

    A Kiev un crimine di guerra

    Oggi è il 6 agosto. Esattamente ottant’anni fa, nel 1945, gli Stati Uniti d’America sganciarono la bomba atomica che ridusse in macerie la città giapponese di Hiroshima e in polvere gran parte dei suoi abitanti.
    6 agosto 2025 - Mauro Carlo Zanella
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.8.17 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)