Iraq: Amnesty International condanna la decapitazione di un civile statunitense e chiede il rilascio di tutti gli ostaggi
L’uccisione di prigionieri è uno dei più gravi crimini previsti dal diritto internazionale. È un crimine di guerra e, se perpetrato nel contesto di un attacco deliberato e sistematico contro la popolazione civile, costituisce anche un crimine contro l’umanità.
“Questi atti non trovano giustificazione in alcuna circostanza e costituiscono un grave crimine di diritto internazionale” – ha dichiarato Marco Bertotto, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. “I responsabili devono essere processati nel rispetto del diritto internazionale”.
“I gruppi armati” – ha proseguito Bertotto – “devono rilasciare immediatamente e senza alcuna precondizione tutti gli ostaggi e devono cessare di compiere deliberati attacchi, sequestri e uccisioni di civili”.
I leader politici e religiosi in Iraq dovrebbero esercitare la propria influenza per garantire la fine delle catture e uccisioni di ostaggi.
Centinaia di civili, sia iracheni che stranieri, sono stati assassinati da gruppi o individui armati in Iraq.
Amnesty International ritiene che il ciclo della violenza potrà essere interrotto solo se tutte le parti coinvolte mostreranno pieno rispetto per gli standard internazionali sui diritti umani.
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