Conflitti

Un lungo convoglio ferroviario di obici semoventi passa sotto gli occhi della popolazione attonita

Sfilano i cannoni per l'Ucraina

Intanto dal fronte di guerra giungono notizie di proteste e diserzioni. Diversi soldati ucraini si stanno ribellando agli attacchi suicidi e alla legge, voluta dal presidente Zelensky, che rafforza le pene in caso di diserzione, inosservanza o critiche degli ordini.
15 aprile 2023
Redazione PeaceLink

Il 14 aprile 2023 è passato dalla stazione di Udine un lungo convoglio con obici semoventi inviati in Ucraina nell'ambito del programma di invio di armamenti predisposto dal governo italiano. Obici semoventi mandati in Ucraina transitano dalla stazione di Udine

Scrive Gianandrea Gaiani: "Sarebbero 6 (secondo altre fonti uno solo) gli obici semoventi da 155mm Pzh 2000 che verranno forniti all’Ucraina prelevandoli dai 68 consegnati all’Esercito Italiano che equipaggia tre reggimenti (8°, 52° e 132°) e che affiancheranno i 15 esemplari forniti da Germania e Olanda alcuni dei quali sarebbero stati distrutti dai russi. Sempre secondo quanto riferito da Repubblica, almeno 25/30 semoventi M-109L e decine di cingolati trasporto truppe M113, da tempo radiati dai ranghi del nostro esercito, verranno rimessi in condizioni operative e forniti prossimamente a Kiev che già impiega mezzi simili forniti da Norvegia, Stati Uniti, Belgio, Danimarca e Olanda. Imprecisato invece il numero di proiettili d’artiglieria, di missili anticarro Milan come pure di obici trainati FH-70 da 155 mm, trasferiti alle truppe ucraine e impiegati in combattimento fin dalla tarda primavera. Dei 162 pezzi acquisiti dall’Esercito Italiano un centinaio sono in dotazione a 5 reggimenti e alla Scuola d’Artiglieria mentre gli altri vengono mantenuti in riserva e risultano quindi cedibili almeno in parte". (Analisi Difesa)

Intanto dal fonte di guerra giungono notizie di proteste e diserzioni. Sempre più soldati ucraini si stanno ribellando alla legge, voluta dal presidente Zelensky, che rafforza le pene in caso di diserzione, inosservanza o critiche degli ordini Soldato

Oltre 25.000 militari ucraini, si legge su L'Indipendente, hanno sottoscritto una petizione in cui si legge che, con l’entrata in vigore della legge n. 8271, «il comando avrà una leva senza precedenti per ricattare e imprigionare i militari praticamente per qualsiasi critica alle loro decisioni, anche se le decisioni sono incompetenti e basate su una cattiva gestione del combattimento (come spesso accade)». In particolare, per abbandono volontario di un’unità o di un posto di servizio è prevista la reclusione da 5 a 10 anni, per la diserzione da 5 a 12 anni e per l’abbandono volontario del campo di battaglia o il rifiuto di agire con le armi da 5 a 10 anni. Il che significa che anche chi abbandona il campo per salvarsi la vita o perché a corto di munizioni può essere punito con il carcere. La legge, inoltre, priva i soldati della possibilità di appellarsi. «Invece di ringraziare l’esercito, che ha tenuto a bada un’invasione russa su vasta scala per quasi un anno e ha attuato operazioni di successo per liberare il territorio, otteniamo il carcere per il minimo disaccordo o commento ai comandanti (molti dei quali spesso danno ordini dal profondo delle retrovie)», scrivono gli uomini ucraini esternando tutta la loro frustrazione.

"Mai prima d’ora tanti renitenti alla leva, punizioni fisiche per i soldati che disobbediscono ad attacchi suicidi", dice un soldato ucraino

Note: OBICI SEMOVENTI

Oggi l’Esercito italiano dispone del miglior semovente d’artiglieria sul mercato: il PzH-2000 armato con un pezzo da 155/52 mm.

Inquadrati in due reggimenti (il 132° della brigata Ariete e l’8° della Garibaldi), il mezzo tedesco ha una massa di 55 tonnellate e la propulsione è assicurata da un motore diesel MTU V8 da 736 Kw, con trasmissione automatica, in grado di spingere il PzH-2000 a 60 km/h su strada.

Lo scafo è stato realizzato appositamente e non è derivato da un carro armato, come è avvenuto spesso in passato. L’armamento, ragion d’essere del mezzo, include un pezzo da 155/52 mm, con un alzo in positivo di 65°. Un alzo elevato, con cariche appropriate, consente di colpire con efficacia anche bersagli posti dietro grandi ostacoli verticali.

I proietti standard da 155 mm NATO hanno una gittata massima di 30.000 metri; quelli con flusso di base (propergoli che bruciano sul fondello che creano un cono di sovrappressione posteriore, che migliora l’aerodinamica) raggiungono i 36.500 metri; quelli con propulsione assistita a razzo superano i 40.000 metri.
Rispetto all’M-109L il PzH-2000 ha una cadenza di tiro superiore, infatti una raffica di tre colpi parte nell’arco di 10 secondi. Si può tenere un ritmo di 10 colpi al minuto per un minuto; 20 colpi in meno di due minuti e 10 secondi; il ritmo di 3 colpi al minuto può essere tenuto fino all’esaurimento delle munizioni presenti a bordo (la scorta è di 60 colpi e 288 cariche modulari, da assemblare in base alle necessità). Il PzH-2000 è in grado di aprire il fuoco 30 secondi dopo essersi arrestato, sparare 10 colpi in un minuto e rimettersi in marcia 30 secondi dopo aver sparato l’ultimo colpo, permettendogli di mettersi al riparo dal fuoco di controbatteria.

Da quando è entrato in servizio il PzH-2000 non è mai stato schierato all’estero, in quanto il teatro operativo afghano mal si adatta alla massa del mezzo, anche se la vera motivazione potrebbe essere che l’utilizzo di un simile sistema d’artiglieria avrebbe potuto causare ingenti danni collaterali, con tutte le ripercussioni politiche del caso.

Tiziano Ciocchetti
Fonte: https://www.difesaonline.it/mondo-militare/la-situazione-delle-forze-armate-italiane-lartiglieria-semovente

Un filmato che ritrae un treno carico di mezzi cingolati di passaggio in una stazione italiana circola con insistenza da alcune ore sui social network e nelle chat, in particolare negli ambienti pacifisti, provocando reazioni e polemiche. Il convoglio “catturato” nel video trasporta verso l’Ucraina un carico di obici semoventi M109, ed è transitato nella giornata di ieri – venerdì, 14 aprile – poco dopo le 14 dalla stazione di Udine. A confermarlo a Open sono ambienti del ministero della Difesa, che precisano come i mezzi destinati siano partiti in direzione di Kiev sulla base dei decreti di sostegno militare varati dal precedente governo Draghi: si tratta nello specifico, Open apprende ancora, di mezzi dismessi dall’esercito italiano ormai anni fa, «non funzionanti», che saranno riparati dalle forze armate ucraine una volta giunti a destinazione. Sui social, fin da ieri, esponenti del mondo pacifista avevano accusato le autorità italiane di «approfittare dello sciopero dei treni per mandare carri armati in Ucraina».
https://www.open.online/2023/04/15/udine-convoglio-obici-ucraina-video/

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