Ma davvero la UE vuole la rete elettrica?

Belle le parole che finalmente arrivano da Bruxelles: broad band su rete elettrica da spargere sul Continente contro i vecchi monopoli. Ora è legittimo sperare
11 aprile 2005
Punto Informatico

Bruxelles - L'Europa sta aprendo le porte all'Internet su rete elettrica. Punto Informatico ne aveva parlato pochissimo tempo fa: Enel attendeva proprio un'indicazione da parte della Commissione Europea prima di lanciare offerte per connettersi a Internet via rete elettrica. Ora questa indicazione è arrivata, qualche giorno fa: la Commissione Europea cerca così di chiarire le regole comunitarie, che ogni Stato dell'Unione è tenuto a rispettare, per utilizzare la trasmissione dei dati su rete elettrica. Secondo l'informativa, la tecnologia powerline favorirà la concorrenza e aprirà il mercato ai nuovi fornitori di connessioni broadband.

Questa tecnologia consente la connessione ad Internet a velocità che vanno dai 2 ai 20 Mbps e anche se è stata finora impiegata per accedere a Internet solo in pochissime aree urbane, presenta delle potenzialità enormi: tutte le case e gli uffici sono serviti da corrente elettrica e abilitare i doppini alla ricezione di dati ad alta velocità richiede investimenti tutto sommato non elevati.

Sulla carta, che oggi è tutto quello che c'è, la tecnologia powerline permetterebbe una maggiore offerta di servizi a banda larga, più concorrenza e quindi, di conseguenza, un ribasso dei prezzi. Che, in Italia, sono ancora troppo elevati rispetto a quelli di altri Paesi europei. Inoltre questa tecnologia consentirebbe all'Europa, secondo la raccomandazione della Commissione, di diventare competitiva in molti settori e di acquisire maggiore credibilità in altri.

L'auspicio della Commissione Europea che aumenti la varietà delle tecnologie banda larga disponibili sottintende la denuncia di un problema: è un settore che si sviluppa a senso unico, affidandosi troppo all'ADSL e ai relativi operatori. Il che di fatto consegna il mercato banda larga nelle mani degli operatori incumbent, proprietari della rete dei doppini telefonici. Il problema è evidente soprattutto nei Paesi dell'Europa meridionale, come l'Italia, dove la tecnologia su cavo è poco diffusa. Da noi banda larga è quasi sinonimo di ADSL, le tecnologie satellitari sono rivolte solo a chi non ne è coperto. A differenza di quanto accade in Gran Bretagna, dove gli operatori su cavo e quelli ADSL si fanno feroce concorrenza, strappandosi gli utenti a colpi di sconti e canoni dalla durata ridotta (anche mensile, mentre in Italia è annuale).

Ora c'è chi spera che si apra una nuova era. Tra questi, anche milioni di consumatori.

L'informativa della Commissione Europea, esclusivamente in inglese in formato PDF, è disponibile presso il sito della Commissione, a questo indirizzo.

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