Iran&Linux vs USA

21 settembre 2004
Tecnomatic Cafè
L'Iran sarà il prossimo paese a disfarsi del sistema operativo di Redmond in favore del pinguino. La svolta open-source, al contrario delle motivazioni di altri Stati, segue un copione diverso e molto più interessante.

Questa volta, il motivo che spinge a passare a Linux non è l'ingente risparmio su licenze software, in quanto "in Iran tutto il sofware è copiato. Non c'è una legge sul copyright, così tutti usano il sofware Microsoft gratuitamente" - come spiega il segretario dell'Iran High Informatics Council su Iol.co.za. Infatti, la questione economica potrebbe ipoteticamente porsi solo in futuro, quando il paese entrando nel WTO dovrà accettare il rispetto delle leggi internazionali sulla proprietà intellettuale. Ma prima di pagare per milioni di licenze, il regime islamico ha pensato bene di valutare l'ipotesi Linux, promossa a pieni voti.

La situazione dell'Iran non è delle più semplici, basti pensare che l'intero IT iraniano è basato su software sviluppato e commercializzato dal suo nemico principale, gli Stati Uniti. Il paese è sotto sanzioni US e i continui problemi di sicurezza dei prodotti Microsoft con relativi aggiornamenti da operare rende necessaria la scelta di un sistema operativo alternativo.

Cambiare la mentalità delle persone non è semplice, ma come spiega in un'intervista all'AFP Mohammad Sephery-Rad - il responsabile dei sistemi informatici iraniani - "è possibile convincere la gente che Linux è la migliore opzione".
E questo, non è tanto difficile. Anche perchè già esiste una linux community iraniana e una versione live-CD di linux in Farsi (la lingua ufficiale dell'Iran).

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