Disarmo

Lista Disarmo

Archivio pubblico

Dopo la trasmissione Annozero

Tempo di fare delle scelte

La Russa inveisce contro la protesta degli studenti: chi protesta contro gli sperperi per la Difesa?
17 dicembre 2010

Attacchi in profondità: Il caccia F-35 è nato per lanciare attacchi su lunghe distanze. Inutile in teatri come l'Afghanistan. Le caratteristiche anti-radar sono costose ma non servono a nulla dove il nemico è la guerriglia

Vi ricordate il film "Sbatti il mostro in prima pagina"?
Inizia con un comizio del giovane fascista La Russa oggi ministro della Difesa. La Russa in quel periodo era il presidente della Giovane Italia milanese. Vi sono rapporti che hanno segnalato una costante presenza di neofascisti organizzati fra la sede della Giovane Italia e piazza San Babila, in pieno centro di Milano, con continue aggressioni e periodiche spedizioni verso i luoghi di ritrovo del movimento studentesco.
(Rapporto sulla violenza fascista in Lombardia : testo integrale della relazione della Commissione di inchiesta nominata dalla Giunta della Regione Lombardia e presieduta dall'assessore Sandro Fontana / introduzioni di Lelio Basso).
http://www.youtube.com/watch?v=OVoTNGvKWLY

  Durante la trasmissione Annozero di Santoro del 16 dicembre, La Russa se l'è presa con uno studente che stava spiegando le motivazioni della manifestazione del 14 dicembre a Roma accusandolo di apologia di reato.
http://www.youtube.com/watch?v=n9rJgg3ZJzo&feature=player_embedded

La Russa si è ben guardato di ricordare che quando organizzava i comizi fascisti esisteva, ed esiste ancora, il reato di Apologia di fascismo http://www.associazionedeicostituzionalisti.it/materiali/atti_normativi/XIII/pdf/l1952_00645.pdf

Ma, al di là del nostalgico ritorno ai tempi passati del minisitro, lo studente romano è stato molto bravo a contrapporre alle sue urla le motivazioni di una manifestazione piena di contenuti.
In particolare voglio soffermarmi sulla questione delle risorse economiche tolte all'università per offrirle al ministero della Difesa (quello di La Russa appunto).

"Si tratta di fare delle scelte" afferma lo studente, perché investire miliardi sul caccia F-35 e non sull'università?
Il giornalista de "il Giornale" Porro e il ministro La Russa hanno sciorinato il solito rosario: Finmeccanica dà lavoro, Finmeccanica fa ricerca.

In realtà l'F-35 così come tutta la produzione militare non è garanzia di posti di lavoro, basti ricordare che alla fine degli anni '80 si stimò la cancellazione in Europa di 500mila posti di lavoro sul totale di un milione e 500mila occupati.
Certo si può investire sull'industria della guerra se si vuole una guerra permanente, ma l'Italia non è costituzionalmente contro la guerra?

Andiamo al punto, andiamo a vedere perchè l'F-35 è un programma che più partners europei stanno cancellando o rimandando anche per via della crisi economica. Durante una crisi economica bisogna fare delle scelte e c'è chi le fa.
Danimarca, Norvegia, Olanda e ora anche il Canada pongono problemi circa l'acquisto del caccia. In particolare qui si riferisce alle opportunità di lavoro:
"Ci sarà un'enorme pressione per mantenere posti di lavoro negli Stati Uniti. Non vi è alcun accordo contrattuale chiaro che dica che il Canada deve ricevere una certa quota di lavoro".
Rappresentanti dell'industria aerospaziale e funzionari DND riconoscono che a differenza dei programmi di appalti precedenti, non ci sono garanzie per le aziende canadesi di ricevere lavoro dalla Lockheed Martin.
http://www.ottawacitizen.com/technology/charm+offensive/3966628/story.html
Sulla crescente preoccupazione per l'aumento dei costi, contando tutti i costi di sviluppo, modifiche al progetto in corso, la manutenzione, l'aumento del consumo di carburante e costi del carburante più elevati, e le violazioni del computer US DoD di dati della più costosa arma al mondo:
http://weapons.technology.youngester.com/2008/11/security-of-f-35-jet-secrets-questioned.html
http://www.gao.gov/new.items/d10382.pdf

Anche l'Italia non ha alcuna garanzia: La produzione delle ali e l'assemblaggio finale degli F-35 a Cameri (Novara) dovrebbe partire a gennaio e dare lavoro a circa 1.800 addetti. Ma quanti nuovi addetti se la produzione della nuova tranche "3B" dell'EFA (altro caccia questa volta europeo) è stata bloccata? Quanti nuovi addetti se Alenia in un incontro con il Sindacato ha anticipato che dal 2010 e per i prossimi due anni, sono previsti oltre mille esuberi del personale nei siti industriali italiani?

Non sarebbe l'ora di porsi finalmente la domanda: perché sperperare miliardi in armi dichiarate obsolete dalle nuove dottrine militari, armi che sono doppioni, armi per guerre che si perdono, e non pensare che di altre produzioni, di altra ricerca, la società ha bisogno?
Si smetterà una volta per tutte di dichiarare il falso affermando che dalla ricerca militare si sviluppa quella civile?

Le scomode verità sull'utilità degli investimenti per la Difesa
http://www.peacelink.it/disarmo/a/32083.html

Questioni tecnico-militari:

1) Abbiamo già un caccia multiruolo europeo, l' Eurofighter. Con questo velivolo si ha il massimo della sovranità operativa e del ritorno tecnologico ed industriale. Non accade con l'F-35 statunitense.
L'F-35 è nato come concorrente all'EFA. Si è reso commerciale (cioè aperto ad altre nazioni alleate) solo per questioni di costo.
2) Si potevano modificare alcuni Eurofighter (o sviluppare e produrne una versioneapposita) in versione da attacco al suolo. (se davvero pensavano che servisse questa particolare specifica tecnica).
Al momento solo il Regno Unito ha sviluppato una capacità di attacco al suolo degli Eurofighter.
3) Per i più guerrafondai comprare il Jsf “off-the-shelf”, ovvero senza partecipare al suo sviluppo e alla sua industrializzazione. Ciò avrebbe permesso di non pagare il miliardo di dollari di costi di sviluppo attualmente a carico dell’Italia e di rinviare la decisione dell’acquisto. Non si sarebbe dovuto allestire una “Final Assembly and Check Out (Faco) and Maintenance, Repair, Overhaul and Upgrade (Mrou) line” a Cameri.
4) Mantenere in linea i Tornado estendendo al massimo la loro vita operativa perchè i sistemi senza pilota (unmanned, uav-ucav) sono maturi e più ricercati nelle nuove guerre. Si tratta della strada sinora perseguita dalla Germania e, concettualmente, dalla Francia (con i Dassault Rafale, di produzione puramente nazionale).
5) Non dotarsi di velivoli da attacco al suolo, dal momento che si ritiene di non dover svolgere quel tipo di operazioni.

Il Centro militare studi strategici aveva dichiarato nel 2005 l'F-35 non solo un doppione (EFA) ma addirittura un'arma da inserire nella guerra tecnologica degli USA contro l'Europa
http://www.difesa.it/NR/rdonlyres/87B27D0B-2EAC-4A6A-902E-7B5812E35F35/9052/suppl_sett05.pdf

Articoli correlati

  • L'Italia è in difficoltà ma la Meloni vuole il caccia di sesta generazione
    Disarmo
    Il movimento pacifista deve essere capace di chiedere lo stop sul nascere di questo programma

    L'Italia è in difficoltà ma la Meloni vuole il caccia di sesta generazione

    Stiamo ancora pagando gli F-35, la società è attraversata da proteste di ogni genere, la crisi economica attanaglia i cittadini. E nonostante questo è stato messo in agenda il Combat Air Programme (GCAP) con il caccia di sesta generazione Tempest. Costo 6 miliardi di euro solo nella prima fase.
    11 febbraio 2024 - Alessandro Marescotti
  • Nuovo spreco di risorse nei caccia di sesta generazione
    Disarmo
    L'accordo sul Global Combat Air Programme (Gcap) è stato firmato a Tokyo anche dal governo italiano

    Nuovo spreco di risorse nei caccia di sesta generazione

    La sostituzione di 240 jet Eurofighter con il nuovo caccia rappresenta per noi pacifisti un impegno non condivisibile che sposta risorse dal campo civile a quello militare. La cooperazione internazionale per la lotta ai cambiamenti climatici e alla povertà estrema viene prima di ogni altra cosa.
    14 dicembre 2023 - Redazione PeaceLink
  • Ridurre la spesa militare è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici
    Ecologia
    Webinar su COP 28, militarizzazione e ambiente

    Ridurre la spesa militare è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici

    Co-organizzato da quattro prestigiose organizzazioni - l'International Peace Bureau, Global Women’s United Against NATO, No to War, No to NATO e l'Asia-Europe People’s Forum - questo webinar cerca di favorire una comprensione più profonda della complessa interazione tra militarizzazione e ambiente.
    10 dicembre 2023
  • L'Italia va alla guerra
    Disarmo
    Il nostro Paese è coinvolto in maniera sempre più diretta nel conflitto in corso in Ucraina

    L'Italia va alla guerra

    Gli italiani comuni, lavoratori e cittadini, saranno chiamati a pagare le spese vive di questa guerra attraverso la compressione della spesa sociale. Nonostante l’istintivo rigetto della guerra, non si è ancora prodotto un vasto e costante movimento di opposizione sociale alla campagna bellica.
    14 aprile 2023 - Valeria Poletti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)