Porto di Augusta, in programma tre nuovi pontili per la Marina militare
Un incontro istituzionale a porte chiuse si sarebbe svolto nei locali della Capitaneria di Augusta, lo scorso 17 giugno, alla presenza del Comandante di Marisicilia, del Comandante della Capitaneria di Porto e di rappresentanti dell’Autorità portuale, degli operatori portuali e di Confindustria. Oggetto: la discussione del progetto, avanzato dalla Marina militare, di nuovi pontili destinati a ospitare le unità navali appartenenti alla classe FREMM (Fregate europee multi-missione).
Si tratterebbe, in particolare, di tre pontili della lunghezza di 300 metri ciascuno, che andrebbero a collocarsi in perpendicolare alla banchina torpediniere (i primi due) e alla banchina arsenale (il terzo). Un intervento che appare inserito nel più ampio programma di ammodernamento del polo aeronavale di Augusta, ma che rischia di avere delle pesanti ricadute sotto il profilo ambientale e sanitario.
Opere di questo genere, infatti, richiederebbero – quale intervento preliminare - il dragaggio dei fondali, e in ogni caso la loro movimentazione, con tutto ciò che ne conseguirebbe in termini di risalita e dispersione dei veleni industriali che in quelle aree marine si trovano depositati in attesa di bonifica.
In proposito, non può sfuggire che, proprio i fondali prospicienti le banchine dell’arsenale – ricompresi nel perimetro del SIN Priolo - sono altamente contaminati da metalli pesanti e idrocarburi, con tutta probabilità già mossi dal semplice salpare delle ancore delle navi militari ormeggiate.
Per tali motivi, desta forte preoccupazione il silenzio che da mesi accompagna gli incontri e le trattative istituzionali su questo piano infrastrutturale, compresa la recente visita del segretario del Ministro della Difesa Antonello Arabia, guidato dal Presidente della IV Commissione Difesa della Camera dei deputati Gianluca Rizzo, dalla sindaca di Augusta Maria Concetta Di Pietro e dal senatore Giuseppe Pisani.
Ci si chiede il perché di tale macroscopica assenza di trasparenza, da parte delle autorità marittime e della stessa sindaca Di Pietro affiancata dal senatore Pisani, in merito ad un'opera pubblica - ad esclusivo appannaggio dell’autorità militare, dagli elevati costi finanziari e insostenibile dal punto di vista ambientale - sulla quale la cittadinanza avrebbe il diritto di essere informata e resa democraticamente partecipe - adesso e non a cose fatte.
Così, per tentare di rompere il riserbo istituzionale, un formale atto di accesso civico è già stato indirizzato alla Capitaneria di Porto e al Comando di Marisicilia, al fine di ottenere la documentazione progettuale (incluse le autorizzazioni ambientali e paesaggistiche eventualmente già rilasciate) e il verbale della riunione svoltasi in Capitaneria lo scorso 17 giugno.
La cittadinanza ha il diritto e il dovere di sapere. Ed è pertanto doveroso che la sindaca di Augusta informi pubblicamente i suoi concittadini di quanto finora discusso nelle sedi istituzionali, facendo conoscere la posizione dell’Amministrazione comunale in merito a questi gravosi progetti militari e ai connessi pericoli per l’ambiente e la salute di cittadini e lavoratori portuali.
Progetti che fanno il paio con la prevista realizzazione di un nuovo devastante poligono di tiro a Punta Izzo e di due nuove antenne radianti presso la base militare di Santa Panagia (Siracusa), in un’area soggetta a vincolo d’inedificabilità assoluta e a ridosso di un quartiere densamente abitato.
Di quest'ultima opera militare i deputati pentastellati si limitano a “prendere atto”, anche perché il Ministro della Difesa – espressione del M5S - l’ha già definita “ad alta valenza strategica per la Forza armata, in quanto è parte fondamentale della capacità di comunicazione in banda HF, sia nazionale che NATO”.
Nel frattempo gli abitanti di Santa Panagia, così come i cittadini di Augusta, si mobilitano dal basso per cercare di bloccare questi e altri miopi eco-mostri che il “governo del cambiamento”, a dispetto delle promesse elettorali, prosegue ad avallare.
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