Da mesi si susseguono incontri e trattative istituzionali, ma nessuna trasparenza sui progetti e sulle potenziali ricadute ambientali. Eppure i cittadini hanno il diritto e il dovere di sapere.
Vogliamo esprimere la nostra solidarietà ai lavoratori che da ieri notte sono in presidio permanente nel porto mercantile e chiediamo alle istituzioni di trovare soluzioni concrete e applicabili per uscire dall'impasse.
La storia di Bilbao, un esempio di riconversione ecologica possibile, le tappe di un progetto che ha portato la città basca a rinascere dalle ceneri e fumi degli altiforni, fino a diventare una città moderna, efficiente e un polo turistico internazionale
Il sindacato dei militari della Guardia di Finanza, Guardia Costiera e Marina Militare, oltre al Siulp (il sindacato di polizia più rappresentativo in provincia) denunziano ancora una volta i rischi ai quali è sottoposto il personale addetto al porto industriale di Taranto.
Inoltre, il Capo di Stato Maggiore della Marina lo scorso 30 maggio, rivolgendosi pubblicamente al Ministro dell’Ambiente, ha evidenziato la sensibilità di tutta la Forza Armata sui temi ambientali.
Non ha mostrato solidarietà verso gli 80 lavoratori, ragazzi con famiglia, dei figli e tanti sogni per il loro futuro che hanno scelto una forma di protesta estrema perché quello che è successo al loro collega, Claudio Marsella, non si verifichi mai più
5 novembre 2012 - Comitato Donne per Taranto
Il caso dell'inquinamento prodotto dalle industrie del capoluogo jonico è ormai di livello nazionale
Il personale che indossa la divisa dello stato ha come riferimento ultimo il servizio e il bene della Nazione. In questa prospettiva è educato a donare tutto se stesso fino alla propria vita
Non possiamo dimenticare che il Mediterrano è ancora una volta teatro di guerra e l'intervento occidentale pone seri rischi per lo scoppio di tragedie nucleari.
2 aprile 2011 - Comitato Pace Disarmo e Smilitarizzazione Campania
Lavoro, ambiente, prospettive di sviluppo. E’ questa l’eredità lasciata dal 2007 al nuovo anno. Aspetti spesso ritenuti in conflitto tra loro, ma che tali non sono se affrontati con una prospettiva ed un ottica di sistema
3 gennaio 2008 - Michele Tursi
Dall’ampia vetrata sul molo Sant’Eligio, il mare irrompe nell’ufficio del presidente dell’Autorità portuale
Il presidente dell’Autorità portuale spiega l’urgenza di adeguare i fondali per fare dello scalo ionico una vera occasione di sviluppo per l’intero territorio
Nel vertice svoltosi Roma, il ministro delle Infrastrutture ha sollecitato i soggetti pubblici/privati affinchè venga eseguito il raddoppio del 5° sporgente considerata un’opera strategica.
25 ottobre 2007 - Michele Tursi
Il piano non contempla l’installazione del rigassificatore
Smentita l’ipotesi di un trasloco dall’isolotto di S.Stefano entro la fine dell’anno. Preoccupazione anche per la gestione americana dell’areoporto civile di Vicenza
I 400 milioni che erano destinati alla tutela ambientale e alla bonifica delle aree contaminate vengono dirottati per sostenere la produzione dell’ILVA. Il DDL 1359 evidenzia che "il rischio chiusura dello stabilimento sia quello più rilevante e significativo anche dal punto di vista ambientale".
Le iniziative di Trump stanno generando nervosismo e malumore tra coloro che speravano in una vittoria militare dell'Ucraina e nel suo ingresso nella NATO. La prospettiva di negoziati che potrebbero comportare concessioni significative alla Russia è vista come una minaccia.
Da Vicks VapoRub a ILVA VapoRub, il nuovo unguento per uso inalatorio è pronto per tutti i bambini di Taranto. Il governo stanzia 400 milioni per questo trattamento balsamico nelle affezioni delle vie respiratorie. La motivazione è che chiudere l'ILVA provocherebbe un "rilevante rischio ambientale".
Il decreto è in contrasto con il principio “chi inquina paga”, destinando a finalità produttive fondi per la decontaminazione di terreni e falde. Occorre poi dare all'ISS l'ultima parola nella Valutazione di Impatto Sanitario e includere i lavoratori ILVA nella verifica dei danni alla salute.
La guerra in Nord Kivu ha già fatto in pochi giorni almeno 3.000 morti secondo stime Onu. Occorrono fatti: «L’Ue deve cancellare il protocollo d’intesa sulle materie prime critiche firmato nel 2024 con il Ruanda», un paese che nel sottosuolo non ha queste risorse e le estrae in Congo illecitamente.
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