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La classe operaia - alleata con cittadini, ecologisti e pacifisti - potrebbe bloccare il riarmo

Quanti F-35 tagliare per salvare gli operai ILVA? 

I nove miliardi per salvare Taranto sono stati appena dirottati sull'acquisto dei nuovi F-35. Ma le campagne di riconversione delle spese militari in spese di pace non hanno mai incluso l’ILVA nelle proposte di riconversione.
5 dicembre 2019

L’ILVA E LA TERZA LEGGE DELLA STUPIDITA’

Una bambina di Taranto ha scritto: “Vergognatevi per tutto quello che ha fatto l’Ilva, gli altri bambini stanno in ospedale per colpa dell’Ilva brutta. Ecco perché dovete vergognarvi tanto”. Sua mamma: ”Mi ha detto: da grande voglio fare la pediatra per aiutare i bimbi di Taranto”.

(https://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/news/taranto/1189336/bimbi-in-ospedale-per-colpa-dell-ilva-brutta-il-disegno-della-piccola-tarantina-fa-commuovere.html)

Ammalarsi per produrre perdite

I bambini di Taranto pagano un prezzo altissimo: +54 di tumori infantili rispetto al dato regionale, come attesta lo studio Sentieri. (https://www.agensir.it/quotidiano/2019/2/25/taranto-54-di-tumori-in-bambini-da-0-a-14-anni-marescotti-peacelink-lo-stato-non-ha-tutelato-i-cittadini/)

E le loro storie sono drammaticamente vere. (https://www.iene.mediaset.it/video/ilva-taranto-reparto-oncologia-nadia-toffa_606317.shtml)

Si potrebbe pensare che questo tributo di sofferenza è il prezzo da pagare sull’altare del profitto. E invece no. Tutto questo dolore ha come corrispondente una perdita di 1,9 milioni di euro al giorno perché l’ILVA - anche quella gestita da ArcelorMittal -  non riesce a produrre profitti.

(https://twnews.it/it-news/ex-ilva-nel-2019-arcelormittal-perdera-700-milioni-1-9-al-giorno)

L’ILVA di Taranto sembra essere l’incarnazione della Terza Legge della Stupidità: ”Una persona stupida è chi causa un danno ad un’altra persona o gruppo di persone senza nel contempo realizzare alcun vantaggio per sé o addirittura subendo una perdita”.

(http://www.giovis.com/cipolla.htm)

Lo scudo penale che piace a sinistra

A questa Terza Legge della Stupidità non sembrano contrapporsi neppure le menti pensanti della sinistra ecopacifista impegnate nella campagna Sbilanciamoci, sul cui sito web si legge anzi una inaspettata difesa dello scudo penale a favore di chi gestisce l’ILVA:

 

"In ogni caso, nei confronti di Arcelor Mittal è stato compiuto un errore colossale, come molti hanno sottolineato. Non ci si può rimangiare delle clausole contrattuali, a proposito dello scudo penale, dopo averle firmate, siano esse più o meno giuste. Temiamo che un’azione di questo genere, insieme alla confusione che regna nel mondo politico, possa scoraggiare qualsiasi impresa volenterosa che potrebbe magari subentrare almeno in parte alla Arcelor Mittal". 

(http://sbilanciamoci.info/lilva-nel-caos-italiano/)

Quanti F-35 tagliare per salvare gli operai ILVA? 

Sbilanciamoci è quella meritoria campagna che propone una riconversione delle spese militari in spese di pace. Ma non ha mai incluso l’ILVA in tale progetto di riconversione. E' bene sapere che i nove miliardi per salvare Taranto sono stati appena dirottati sull'acquisto dei nuovi F-35. Un modo per fermare quel progetto era quello di mettere al centro non vaghe promesse di Green New Deal ma il vero cuore, il vero laboratorio del Green New Deal: la riconversione dell'ILVA di Taranto. Ed eccoci qua, con i 9 miliardi di euro per i nuovi F-35 appena riconfermati in sede parlamentare e con i prossimi 50 miliardi di euro per i futuri costi connessi al progetto. 

(http://sbilanciamoci.info/lega-presenta-mozione-a-favore-dei-caccia-la-campagna-nof35-il-parlamento-invece-cancelli-questo-dannoso-progetto/)

Quei miliardi destinati agli F-35 potevano fare della riconversione dell'ILVA di Taranto e della bonifica dei SIN nazionali un laboratorio e invece diventano la prosecuzione delle vecchie logiche militari. 

Gravissime accuse di un esperto militare contro gli F-35

I bambini di Taranto, una questione morale

Taranto è stata la città su cui scaricare il delirio di onnipotenza di un progetto di industrializzazione disumana e coloniale su cui sono stati sacrificati i bambini di Taranto, un altare sacro che nessuno ha messo in discussione. Avessi visto una sola associazione nazionale fare di tale barbarie una questione morale da porre in testa alla propria agenda. Avessi visto una sorta di Campagna Antimine riproposta in chiave nazionale per salvare i bambini di Taranto riconvertendo le spese militari e fermando la fabbrica della morte. E invece no. Tutti zitti, tutti voltati dall’altra parte, a seguire altre cause nobilissime, ma non questa.

E adesso il gioco del silenzio è finito, il castello dell’ipocrisia crolla miseramente: il cinismo e l’indifferenza sono andati a “buon fine”. Il conto è arrivato, e lo pagheranno questa volta i lavoratori. Arcelor Mittal infatti detta le sue condizioni: 2900 licenziamenti subito e 4700 nei prossimi anni.

(http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/ArcelorMittal-nel-nuovo-piano-4700-esuberi-nel-2023-f1750b7b-9704-49bf-8642-716870243f8b.html)

Tutto questo - scusate l’autocitazione - l’avevo previsto nell’agosto del 2018 facendo dei banali calcoli di raffronto fra la produttività dello stabilimento di Taranto e quello di Gent (gestito da ArcelorMittal). Avevo previsto la “Caporetto dei lavoratori” più di un anno fa ed è quello che sta accadendo adesso. 

(https://www.peacelink.it/editoriale/a/47104.html)

Il fallimento

Ed eccoci di fronte al fallimento di una politica che non ha salvato né i bambini di Taranto né i lavoratori dell’ILVA.

Concludo riportandovi un messaggio WhatsApp che ho appena ricevuto da un lavoratore ILVA. E’ uno sfogo amaro di uno degli operai Ilva in Amministrazioni Straordinaria (AS). Uno di quelli che non è rientrato a lavorare in fabbrica perché non ricompreso nell’accordo sindacale di un anno fa, firmato da ArcelorMittal con i sindacati davanti a un sorridente Di Maio, allora ministro del MISE:

“Onestamente - scrive questo operaio - sono contento di quello che si sta prospettando per i miei ex colleghi ArcelorMittal (tranne qualcuno che ha lottato al nostro fianco subendo tra l'altro anche licenziamenti e rapporti disciplinari) ma tra gli eletti e quelli che entravano cu a cap sott (con il capo chinato, ndr) quando c'era sciopero, li voglio vedere quando saranno messi fuori come noi. Sarete tanti, carissimi ex colleghi, a diventare anche voi esuberi. Purtroppo il vostro servilismo, accompagnato da vigliaccheria, non servirà a più a nulla. Sarete esuberi e indesiderati come voi avete considerato gli AS. E tenetevi strette strette le vostre tessere confederali con la vana speranza di un ripescaggio. Buonasera a tutti. Scusate lo sfogo”.

Note: LA MIA UTOPIA
Ebbene sì. Ho dentro di me - un po' nascosta ma ancora viva - una grande utopia. Che un giorno i lavoratori dell'ILVA arrivino a dire, in tanti: noi siamo più importanti degli F-35. E che assedino in diecimila i palazzi della politica per rivendicare il diritto al futuro per loro e per le loro famiglie. E che così facendo rappresentino, oltre a loro stessi, anche noi tutti, diventando una classe che - liberando se stessa - libera anche l'Italia dalle guerre future, da una parte, e dalla morte oggi per inquinamento, dall'altra.
Gramsci considerava classe dirigente quella classe sociale che, battendosi per se stessa, rappresenta al contempo l'intera sociatà che si vuole liberare.
Immaginiamo una scena del tipo: bambini più operai che chiedono di non comprare F-35. Una scena da film che diventa realtà. Per costruire un futuro in cui l'ILVA non ci sia più, erodendo spazio a Trump e ai mercanti di armi.
Mi chiedo perché tutto questo non vada tentato essendo forse l'unica strada per trovare le risorse e tentare di salvare un'intera comunità.

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