Proposte di iniziativa contro il riarmo e la guerra
ci ritroviamo oggi, ancora una volta, per alzare la voce della coscienza civile contro la logica della guerra. Non siamo soli: siamo parte di una rete che, in tutta Europa, si sta organizzando per fermare il riarmo e costruire un’alternativa di pace.
E abbiamo di fronte a noi tre obiettivi urgenti, concreti e cruciali.
Il primo è impedire l'acquisto dei nuovi aerei G550, basati su tecnologia militare israeliana e strettamente integrati con i piani operativi degli F-35, anche in ambito nucleare. Parliamo di aerei-spia pensati ma per preparare attacchi. La loro funzione è parte di una strategia offensiva. E ciò avviene proprio mentre il governo israeliano è al centro di pesanti accuse di crimini di guerra a Gaza. Possiamo davvero tollerare che l’Italia finanzi e rafforzi questa collaborazione? Oggi su questo programma di acquisto è apparso sul Manifesto un intervento di padre Alex Zanotelli.
Il secondo obiettivo è denunciare e bloccare il rinnovo automatico del Memorandum militare Italia-Israele, che il prossimo 8 giugno, se non sarà fermato, continuerà a legare il nostro Paese a una cooperazione bellica con un governo che calpesta il diritto internazionale. Non possiamo permettere che tutto questo avvenga nel silenzio complice della politica. Dobbiamo rompere questo silenzio. È un dovere morale, prima ancora che politico.
Il terzo punto ci proietta verso un appuntamento fondamentale: il controvertice pacifista europeo del 21 giugno. In quella giornata, in tutta Europa, i movimenti scenderanno in piazza per dire no a una NATO che si sta trasformando in una macchina da guerra sempre più aggressiva.
Il vertice NATO che si terrà a L’Aia pochi giorni dopo – dal 24 al 26 giugno – discuterà di nuovi missili a lunga gittata, del programma ELSA capace di colpire Mosca in otto minuti, di nuove basi nucleari in Europa. E su Gaza? Solo silenzio. Un silenzio colpevole, disumano.
Noi diciamo: basta. Basta al riarmo europeo, no ai nuovi euromissili, basta alla corsa folle verso il conflitto globale.
L’Europa ha bisogno di tutt’altro: investimenti per il clima, per la sanità, per l’istruzione, per la pace. Non ha bisogno di diventare la piattaforma di lancio per nuovi conflitti.
E non è tutto.
All’orizzonte c’è anche un nuovo fronte di mobilitazione: l’esercitazione nucleare Steadfast Noon, prevista per ottobre. Una simulazione di guerra atomica che coinvolgerà anche l’Italia, con le bombe nucleari di Ghedi e Aviano. Una follia che si ripete ogni anno, fuori da ogni controllo democratico, senza che i parlamentari o i cittadini possano dire nulla.
Le decisioni sul possibile uso delle armi nucleari vengono prese altrove. Lontano.
E se un giorno quel bottone venisse premuto, anche il nostro Paese ne pagherebbe il prezzo, senza aver potuto nemmeno dissentire.
È per questo che oggi siamo qui: per interrompere questa corsa verso l’abisso.
Siamo qui per costruire un'Europa della pace, non della paura.
Un'Europa che non abbia bisogno di nemici, ma che sappia disinnescare i conflitti attraverso la diplomazia, la cooperazione, la giustizia sociale e ambientale.
Il 21 giugno non sarà solo un giorno di protesta. Sarà un giorno di proposta.
Proposta di una sicurezza condivisa, basata sulla nonviolenza, sul disarmo, sulla convivenza.
E sarà il primo passo verso un nuovo autunno di mobilitazioni, con strumenti comuni, un calendario condiviso, una strategia collettiva.
Riassumo le cinque cose che dovremmo mettere fra gli obiettivi della mobilitazione del 21 giugno (controvertice Nato):
1) no a ReArm Europe;
2) no Euromissili previsti per il 2026;
3) no al nuovo progetto di missile europeo ELSA;
4) rompere i rapporti di collaborazione Nato-Israele;
5) sollevare la questione delle esercitazioni nucleari, come Steadfast Noon, che coinvolgono le nazioni della Nato ogni ottobre (potremmo sollevare la questione nella Marcia Perugia Assisi del 12 ottobre).
La storia non è già scritta.
In un tempo segnato da nuove guerre e vecchie logiche di potenza, tocca a noi – alla società civile, ai movimenti, alla cultura della nonviolenza – indicare un’altra strada.
Dobbiamo però essere più concreti e presidiare online le Commissione Difesa di Camera e Senato.
Grazie a ciascuna e ciascuno di voi per esserci.
Perché la pace si costruisce insieme, passo dopo passo.
E oggi, qui, questo passo lo stiamo facendo.
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