Ecologia

Lista Ecologia

Archivio pubblico

Ferriera: «Esami su tutti i dipendenti»

Per la Lucchini «risultati incoraggianti» e disponibilità a estendere i controlli medici non solo nella cokeria Progetto da due milioni e mezzo di euro per migliorare la vita nello stabilimento L’aziendaha ribadito l’impegno per investire nel risanamento ambientale
22 aprile 2008
Maddalena Rebecca
Fonte: Il Piccolo di Trieste

- Accoglie i risultati delle analisi che definisce «incoraggianti» con la promessa di «massimo impegno a continuare il processo di innovazione intrapreso dal alcuni mesi». Così la Lucchini spa commenta l’esito delle analisi sui 68 cittadini appena comunicati dall’Azienda sanitaria. Già nei giorni scorsi l’azienda aveva commentato positivamente i riscontri da un’altra serie di controlli medici, quelli effettuati - sempre dal Dipartimento di prevenzione - su 50 operai della cokeria.

Il punto di riferimento, dice la Lucchini, è il «vasto programma di intervento richiesto dall’Autorizzazione integrata ambientale rilasciata dalla Regione». Ma c’è anche la ribadita disponibilità «a proseguire con l’indagine sugli altri operatori della cokeria e su tutti i dipendenti (545 persone) ripetendo periodicamente gli stessi controlli».

Passato dunque il tempo in cui l’azienda rigettava al mittente le ufficiali sollecitazioni del sindaco a migliorare le condizioni ambientali. E se anche Dipiazza resta fermo - appoggiato ora dalle opinioni espresse per ora in campagna elettorale dal neogovernatore Renzo Tondo - nell’intento di chiudere la fabbrica, la Lucchini risponde elencando gli impegni sottoscritti in Regione: «Adeguamento del funzionamento degli impianti di cokeria, migliori tecniche disponibili per la produzione della ghisa con importanti interventi nel rispetto dei limiti e delle prescrizioni, con un piano di monitoraggio efficiente ed efficace».

Entro il 2008 sono annunciati «interventi per 4 milioni di euro, mentre sono pianificati ulteriori investimenti - dice la nota diramata ieri dall’azienda - per oltre 7 milioni di euro, i precisi obblighi sanciti dalla normativa regionale rappresentano una tutela nei confronti dell’ambiente e della salute della cittadinanza».

Sottolineando come ormai l’impianto di agglomerazione abbia «le migliori tecnologie di abbattimento delle emissioni di diossina oggi disponibili, con valori attualmente di quattro volte inferiori ai limiti imposti dalla Regione, che comunque sono tra i più restrittivi d’Italia», la Lucchini annuncia ora «processi di automazione delle macchine per facilitare le operazioni di caricamento e quindi diminuire i tempi di esposizione, e un piano sull’aspetto comportamentale e operativo affinché tutti i lavoratori siano informati e formati».

Si procederà dunque fra questo e il prossimo anno all’avvicendamento dei due altoforni «per poter attuare una serie di interventi di manutenzione straordinaria». Entro il 2009 sarà avviato un processo di «automazione delle macchine del reparto cokeria», «verranno ripavimentati i piazzali interni dello stabilimento, sostituiti gli impianti di trattamento delle acque, ci sarà la realizzazione di una serie di interventi edili di riqualificazione e la messa in opera di una terza gru di banchina al terminal rinfuse».

Traguardo 2010, invece, per il piano triennale di recupero degli scarti di lavorazione e smaltimento rifiuti per un valore complessivo - dice sempre la Lucchini - di 6 milioni di euro».

Infine, la Lucchini inserisce fra le azioni di modifica e miglioramento dell’ambiente anche progetti «per sostenere la crescita aziendale attraverso il supporto di collaboratori motivati e soddisfatti» e dunque annuncia come in fase di avvio «il progetto ’’Qualità ambiente di lavoro’’ (del valore di 2 milioni e 500 mila euro) che nel corso dei prossimi 18 mesi consentirà all’azienda di migliorare la vivibilità negli spazi comuni e negli ambienti sociali e di lavoro dello stabilimento di Servola».

I commenti degli abitanti del rione all’uscita dall’incontro con il medico

«Mi sento sollevato però...» «Speriamo bene ma non si può andare avanti con questa angoscia: venderemo la nostra casa». «Seguo una cura disintossicante da metalli pesanti» «Dicono che sto bene eppure non ci credo» Al sollievo per gli esiti dei test si affiancano ironia e scetticismo dei residenti

C’è chi ci scherza su e chi ammette di aver vissuto con un po’ d’ansia il momento della lettura dei risultati delle analisi. Perché, confessano anche i servolani più battaglieri, quelli che poco prima di entrare nella saletta con i medici sostenevano di non dar peso ad esami così inattendibili, «speri, comunque, che sia sempre tutto a posto».

«Sia io che mia moglie abbiamo valori perfettamente nella norma. Sa cosa significa questo? - domanda ironicamente Giuseppe Zucca -. Che evidentemente a Servola si vive benissimo. Vuol dire che molti triestini inizieranno a vendere le loro villette a Opicina e si trasferiranno vicino alla Ferriera».

Non ha voglia di fare dell’ironia invece Manuela Villio, che vive in via Ponticello assieme a tre figli piccoli. «Hanno trovato il livello di manganese un po’ alto - spiega -. Forse dipende dal farmaco che sto prendendo. I medici mi hanno detto comunque che si informeranno e mi faranno sapere. Qualche anomalia c’è anche nei valori del mio compagno. Gli hanno riscontrato un’esposizione al fumo elevata, nonostante lui abbia abbandonato le sigarette tanto tempo fa e lavori in un ambiente tranquillo come il Silos. Speriamo bene. In ogni caso abbiamo già messo in vendita la nostra casa. Non si può continuare a vivere nell’angoscia».

«Sono molto sollevato - racconta Fabio Farfoglia -. I miei valori sono nella media. Purtroppo questo non elimina i distrurbi di cui soffro: tosse, catarro, irritazioni alla gola e continui abbassamenti di voce. Continuo a essere convinto che dipendano dalla vicinanza della Ferriera. In ogni caso sono contento di questi risultati».

Esiti di segno diverso per Alessandro e Milena, giovani sposi residenti in via Pitacco. «Io sono a posto mentre a mia moglie sono state rilevate alterazioni nei livelli di cadmio e manganese - spiega Alessandro -. La spiegazione, tuttavia, è semplice. Io, da un po’ di tempo, faccio una cura disintossicante da metalli pesanti, che mia moglie invece non segue». «Hanno detto tuttavia che non mi devo preoccupare, ma vai a sapere se ti puoi fidare - aggiunge Milena.

Un successo, in ogni caso, l’abbiamo ottenuto. Fino a poco tempo fa i cittadini interessati a sottoporsi ad accertamenti sui metalli pesanti dovevano andare fino a Udine. Ora, invece, possono eseguire quelle analisi anche a Trieste».

«Io i prelievi li ho fatti più che altro per curiosità - spiega Olivio Sau -. Vivo in via San Lorenzo in Selva solo da una decina d’anni e trascorro l’intera giornata fuori casa per lavoro. A Servola, in pratica, passo solo le notti e volevo capire a che rischi sono esposto, visto che di notte la Ferriera scarica più che di giorno. I miei valori in ogni caso sono buoni. Questo non significa però che sia tutto a posto. Bisogna essere molto ingenui per crederlo».

Manganese «mosso», cioè sopra i valori medi, per un’altra residente. «I medici mi hanno spiegato che molte donne del campione analizzato presentano alterazioni nei livelli di questo metallo - commenta, allontanandosi dal distretto -. Probabilmente perché le donne, che passando molto tempo sul balcone o in giardino, sono le più esposte all’inquinamento della Ferriera. Alla fine, però, non sono convinta. Credo che farò le controanalisi a Padova».

Trieste Sondaggio in Rete: i triestini divisi tra chiusura e difesa dell’occupazione

I risultati delle analisi cliniche sui residenti del rione di Servola e i responsi dei controlli effettuati sui lavoratori della cokeria continuano ad alimentare il dibattito, tanto in città quanto tra i frequentatori della rete.
Numerosi, e di diverso tenore, i commenti lasciati anche ieri dai lettori sul sito internet del Piccolo www.ilpiccolo.it.

Un’indicazione che testimonia l’attenzione sul futuro dello stabilimento siderurgico, e conferma le distanze tra chi sostiene a gran voce la necessità di chiuderlo e chi, invece, si dice favorevole al proseguimento dell’attività, purchè accompagnato da seri interventi ambientali.

«Sono passato in moto in superstrada, tre giorni fa, erano le due di pomeriggio - scrive blakomar -. All'altezza della Ferriera, ho sentito sulla pelle della faccia come della sabbiata pungente!!! Avevo il casco jet e andavo ad ottanta chilometri all'ora. Fate un po’ voi, non c'era vento né nient’altro. La sabbiata mi pungeva il viso. Mai visto una cosa del genere. La Ferriera, per me, bisogna chiuderla e basta».

«Cominciano a pervenire i primi risultati degli esami fatti ai servolani da parte dell'Ass e la situazione non sembra cosi drammatica - si legge nel commento di frankele1 -. Lo stabilimento è stato giudicato relativamente più pulito rispetto ad altri impianti. E allora perché una parte politica continua a fare propaganda per la chiusura a tutti i costi quasi al punto di seminare allarmismo e panico fra i residenti? Perché non si vogligono favorire ulteriori interventi strutturali a favore dell'ambiente da parte della proprietà. Perchè, invece, l'imperativo sembra invece essere quello di chiudere prima che questi interventi avvengano per davvero e diano buoni risultati? Cosa c'è dietro a tutto questo?»

Articoli correlati

  • Latte materno, diossine e PCB
    Ecologia
    Slides

    Latte materno, diossine e PCB

    L’istituzione di un regolare sistema di biomonitoraggio da parte delle autorità competenti e un'accresciuta sensibilità dei cittadini possono promuovere un diverso modello di sviluppo che tuteli la salute delle generazioni future.
    29 febbraio 2024 - Paola Fioretti ed Elisa Lorenzini
  • Biobanca e inquinamento ambientale
    Ecologia
    Proposta di una biobanca a Taranto

    Biobanca e inquinamento ambientale

    In che modo una biobanca potrebbe essere utile a mantenere traccia nel tempo degli impatti sanitari delle emissioni industriali sulla popolazione più esposta e in particolare dei bambini? Potrebbe essere inclusa fra le prescrizioni di biomonitoraggio per l'AIA dell'ILVA?
    9 agosto 2023 - Associazione PeaceLink
  • La diossina nel pecorino
    Processo Ilva
    Tutto comincia il 27 febbraio 2008 e così prendono avvio le indagini di "Ambiente Svenduto"

    La diossina nel pecorino

    Il formaggio era prodotto da un pastore che pascolava vicino all'ILVA. Viene consegnato, a spese di PeaceLink, in un laboratorio di analisi di Lecce. "Diteci quello che c'è dentro". Qualche giorno dopo arriva una telefonata allarmata dal laboratorio: "C'è la diossina".
    Repubblica
  • Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA
    Ecologia
    Inviata dal Ministero della Transizione Ecologica al gestore dello stabilimento ILVA di Taranto

    Diffida sul campionamento continuo della diossina ILVA

    Il Gestore dell'ILVA non ha eseguito il controllo mensile del camino E-312. La legge prevede il fermo dell'impianto se accadesse una seconda volta in 12 mesi. PeaceLink evidenzia che dai controlli emerge una concentrazione di diossina superiore al limite prescritto per gli inceneritori.
    9 luglio 2021 - Associazione PeaceLink
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)