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Eolico, crescita senza sosta soffia forte il vento pugliese

Il vento pugliese produce un quarto dell’energia eolica nazionale. Sono più di seicento le pale che svettano soprattutto sulle cime del Subappennino dauno per complessivi 685 megawatt di energia prodotta: la Sicilia, seconda regione italiana per vocazione eolica, è distanziata di oltre cento megawatt.
12 maggio 2008
Michele Ottolino
Fonte: Repubblica

Wind Energy La produzione nazionale, invece, si attesta sui 2700 megawatt. «Le cifre parlano da sole», dice l’assessore regionale all’Ambiente Michele Losappio che immagina per la Puglia un traguardo virtuoso: arrivare nel 2016 al 18% di energia prodotta da fonti alternative. «Nel 2005 eravamo al 3%, adesso siamo al 6 — spiega Losappio — L’obiettivo del 18% non è utopia: grazie alla legge regionale che semplifica le procedure ed è un esempio di chiarezza ed efficienza, il traguardo è alla portata di mano».

E l’eolico, al momento, rappresenta l’apripista nella corsa alle fonti alternative. Negli uffici della Regione sono a buon punto le procedure per autorizzare altri impianti eolici della potenza di 400 megawatt: entro la fine dell’anno le pale in esercizio potrebbero superare la soglia dei mille megawatt. C’è anche un’importante novità per quanto riguarda le localizzazioni degli impianti. Leader incontrastato è sempre il Subappennino Dauno, con la società "Fortore energia" che da tempo ha festeggiato il traguardo dei cento megawatt prodotti. Per il prossimo triennio l’azienda, nata da una joint venture tra le comunità montane del Fortore Beneventano e dei monti Dauni settentrionali, prevede di produrre altri 243 megawatt sfruttando la forza del vento.

Ma anche dal Salento sono arrivate numerose richieste e addirittura da Manfredonia che si candida per due parchi eolici offshore. Il progetto più concreto è della società Trevi energy di Ravenna che ha ipotizzato di piazzare le pale nel tratto di mare al confine tra Puglia e Molise. Anche gli spagnoli della Gamesa sono sulla stessa lunghezza d’onda: le loro pale potrebbero finire nel golfo di Manfredonia.
Insomma, dopo la moratoria di un anno imposta nel 2005 dalla Regione all’eolico, la ripartenza è stata esplosiva. «Lo stop — ricorda Losappio — non era dettato da pregiudizi ideologici ma da ragioni di opportunità visto che la nuova legge regionale sull’energia era in gestazione.

Il 30 giugno 2006, come promesso, l’abbiamo approvata disciplinando in maniera puntuale e organica l’intera materia». Per quanto riguarda l’eolico, la normativa, rielaborata nell’ottobre 2006, prevede corsie preferenziali e iter semplificati. «Gli uffici regionali provvedono allo screening dei progetti — dice Losappio — e laddove ci sono lacune o dubbi prescrivono la Via, la valutazione di impatto ambientale». Naturalmente la legge prevede anche le zone off limits: è vietato impiantare le pale nei parchi nazionali e regionali, nelle oasi e nelle zone umide, nei Sic (siti di interesse comunitario), nelle zps (zone di protezione speciale) e, in generale, in tutte le aree sottoposte a vincoli architettonici o archeologici. Liberalizzato, poi, dall’agosto 2005 il micro eolico che sta destando interesse tra le piccole comunità e in particolare tra i complessi turistici, gli agriturismo e le masserie.

La voglia di eolico deve fare tuttavia i conti con le proteste delle associazioni ambientaliste. «In Puglia — spiega Losappio — ci sono atteggiamenti diversi a seconda degli interlocutori. Se Legambiente non ne fa un cavallo di battaglia ideologico, c’è la Lipu che non è disposta al dialogo perché ritiene che le pale disturbino le rotte degli uccelli migratori».

Francesco Tarantini, presidente di Legambiente, conferma seppur con qualche distinguo. «È vero — dice — siamo sempre stati favorevoli all’eolico come al solare perché rappresentano le due potenzialità primarie per la Puglia, sempre con l’avvertenza che il paesaggio non sia deturpato da un assalto selvaggio delle pale. C’è però un rammarico: in sede di discussione del regolamento per l’eolico avevamo chiesto alla Regione di mantenere una regia per quanto concerne le autorizzazioni per non lasciare ai Comuni campo libero con i Prie, i piani regolatori per l’installazione di impianti eolici. Purtroppo la nostra avvertenza non è stata accolta e temo che ci possano essere conflitti tra le varie municipalità sulla localizzazione degli impianti».

Ad Alberona, centro del Subappennino dauno, invece niente liti perché il vento si è rivelato una benedizione. Grazie al parco eolico già attivo i residenti hanno beneficiato della soppressione dell’addizionale Irpef, un bonus di 500 euro è stato distribuito alle famiglie dei nuovi iscritti all’istituto scolastico e il servizio mensa è gratuito. A gennaio prossimo, po, con l’entrata in funzione degli altri due impianti, saranno cancellate anche Ici e Tarsu e sarà costruito un centro di assistenza per gli anziani non autosufficienti.

Un investimento di 290mila euro, il 50 per cento finanziato dalla Regione Puglia, il resto dal Comune e dalle aziende energetiche. «Nel 2005, Ivpc, Fortore Energy e W. w. e. h hanno avviato l’iter per la realizzazione di tre parchi eolici ad Alberona — spiega il sindaco Giambattista Forgione — Al momento, solo uno di essi è attivo. Quando entreranno tutti a regime, con i proventi destinati all’amministrazione completeremo il programma annunciato dal mio predecessore con l’abolizione di Ici e Tarsu».

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