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Per la Costituzione italiana la proprietà privata non può essere esercitata in modo da recare danno alla sicurezza e alla dignità umana

Ilva, una nuova legge per far prevalere l'economia sulla salute e la vita

La nuova legge ha il fine di avviare una sanatoria per mettere al riparo l'azienda da sanzioni che erano già pronte.
2 agosto 2013
Associazione PeaceLink

 

Abbiamo accolto con preoccupazione e rammarico la conversione in Legge del Decreto n.61, avvenuta ili 1° agosto 2013.  La nuova legge definita “Salva-Ilva bis” disciplina il commissariamento straordinario di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale la cui attività produttiva comporti pericoli gravi e rilevanti all'ambiente e alla salute, a causa dell'inottemperanza alle disposizioni dell'autorizzazione integrata ambientale (AIA), come appunto l’Ilva.  Diritto d'impresa e diritto alla vita
La legge 61/2013 precisa le funzioni del Commissario straordinario, Enrico Bondi, che acquisisce un ruolo cruciale nella gestione e nell’amministrazione dell’azienda e che viene designato per un tempo di massimo 36 mesi, affiancato da un comitato di tre esperti nominati dal Ministero e da altre funzioni di coordinamento a sostituzione dell’Ufficio del Garante. 
Questa legge - lo ricordiamo - nasce per scongelare i beni sequestrati ("sequestro per equivalente") alla famiglia riva dalla magistratura di Taranto: quanta solerzia verso i Riva!
I punti oscuri che ci preoccupano inoltre sono: 
- la modifica delle prescrizioni dell'AIA che sarà annacquata e resa più permissiva, in modo da non fare scattare le sanzioni per inadempienza che già stavano per partire (cfr. http://www.isprambiente.gov.it/it/garante_aia_ilva/aia-e-controlli/diffida-ministeriale-per-inosservanza-delle-prescrizioni-autorizzative-e-comunicazioni-conseguenziali);
- la predisposizione "in economia" di un piano industriale da 1,8 miliardi di euro (messi non da Ilva ma dalla Banca Europea degli Investimenti) mentre la stima precedente era intorno ai 3,5 miliardi di euro
- la cessazione delle attività del Garante, che recentemente aveva evidenziato tutte le inadempienze dell'Ilva
- la sostanziale esclusione della popolazione e delle Associazioni da un reale processo di partecipazione alla procedura autorizzativa, in violazione della Convenzione di Aarhus e della normativa europea IPPC. 
La nuova legge accentra il potere decisionale nelle mani di un ristretto gruppo di persone. 
Questa legge annullerà a breve l’AIA e la sostituirà con un piano industriale che viola lo stesso "principio di equilibrio" fra diritti che era stato dichiarato dalla Corte Costituzionale. Dall'equilibrio si passa in tal modo allo "squilibrio" fra diritti, a danno del diritto alla salute.
La città e la popolazione di Taranto ora non sono più tutelate da quell'"equilibrio" a cui faceva riferimento la Corte Costituzionale, che richiedeva una puntuale e rigorosa applicazione dell'AIA che la presente legge permette di modificare in peggio, consentendo deroghe e proroghe
Ci sembra assolutamente assurdo che la nuova legge, approvata mentre l'AIA era stata ripetutamente violata per sei mesi,
serva proprio a modificare l'AIA e non avviare le  sanzioni. La nuova legge ha pertanto il fine di avviare una sanatoria per mettere al riparo l'azienda da sanzioni che erano già pronte. Si veda la Diffida Ministeriale per inosservanza delle prescrizioni autorizzative:  
Un ennesimo punto oscuro di questa legge è quello che sembra essere una violazione degli articoli 41 e 42 della Costituzione italiana, che sanciscono il principio che la proprietà privata è libera e non può essere esercitata in modo da recare danno alla sicurezza e alla dignità umana. Le proprietà private, come l’Ilva, possono essere espropriate dallo Stato, ma non, secondo la Costituzione, commissariate straordinariamente e rese alla proprietari originari alla fine del commissariamento stesso. 
Il nostro ringraziamento va al Movimento 5 Stelle e a quegli esponenti che hanno lottato al nostro fianco contro l’approvazione di questa legge.
Per PeaceLink

Antonia Battaglia
Alessandro Marescotti

 

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