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Stop Tempa Rossa? Raffineranno a Taranto e lo sapevamo dal 2014

La delibera del Consiglio dei Ministri n. 64
23 dicembre 2017

Eni Taranto

Il 21 dicembre la Presidenza del Consiglio dei Ministri già comunicava al Presidente della Regione Puglia che il giorno dopo presso Palazzo Chigi alle ore 17 avrebbero deliberato in merito all'istanza di autorizzazione per l'adeguamento delle strutture di logistica presso presso la raffineria di Taranto della società ENI spa.

Il giorno dopo, infatti, sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri si leggeva quanto segue: "ai sensi dell’articolo 57, del decreto legge 9 febbraio 2012, n. 5, e dell’articolo 14-quater, della legge 7 agosto 1990, n. 241, il superamento della mancata intesa e il consenso alla prosecuzione del procedimento dell’istanza di autorizzazione per l’adeguamento delle strutture di logistica presso la raffineria di Taranto della società ENI S.p.a., in considerazione della grande rilevanza strategica dell’opera per le politiche energetiche nazionali". Testo consultabile a questo link

Non sembrerebbe proprio una sorpresa sotto l'abero di Natale per i tarantini, almeno per alcuni, cioè per quelli che già nel 2014 si fecero due conti con la capacità produttiva della raffineria e con quanto era autorizzata a produrre. In questo articolo del 2014 scrivevamo:

la raffineria Eni di Taranto è autorizzata a produrre, tra greggi e semilavorati, 6,5 milioni di tonnellate all'anno (autorizzazione Regione Puglia 2004). Nel 2013 (fonte sito web Eni) sono state lavorate 2,87 milioni di tonnellate e la maggior parte di questo greggio è stato trasportato dall'oleodotto Monte Alpi che collega Viggiano a Taranto con una condotta lunga 137 km dal diametro di 20 pollici. Siamo sicuri che la nuova condotta, prevista per il progetto Tempa Rossa, porterà il greggio a Taranto solo per stivarlo sulle navi che a loro volta lo porteranno in altre raffinerie? In virtù di questi numeri qualcosa non torna anche se nel documento d'istruttoria VIA-AIA del giugno 2011 riferito a Tempa Rossa si dichiara che "il progetto incrementerà la capacità di movimentazione greggio via mare, non variando la capacità di lavorazione, ma permettendo l'export del greggio Tempa Rossa per una portata pari a circa 2,7 milioni di tonnellate annue".

questi i numeri in riepilogo:

- 2.87 milioni ton/anno di greggio raffinato nel 2013  (quasi tutto proveniente dall'oleodotto Monte Alpi)

- 2.7 milioni ton/anno che arriveranno dal nuovo oleodotto Tempa Rossa

- 6.5 milioni ton/anno capacità massima consentita dall'AIA

In conlcusione riprendiamo quanto dichiarato dall'azienza nella documentazione del progetto Tempa Rossa: "non ci saranno variazioni delle emissioni convogliate di macroinquinanti"

Ma le variazioni di inquinanti, che per lazienda non ci saranno, sono riferite al volume attuale di raffinazione o al volume concesso nell'AIA paragonabile al citato "attuale configurazione della raffineria"? La differenza è notevole e se il concetto è che Tempa Rossa non porterà ulteriori emissioni rispetto alla capacità di raffinazione concessa nell'AIA, pari a 6,5 tonnellate annue e quindi all'attuale cofnigurazione della raffineria, allora possiamo aspettarci un raddoppio di tutte le emissioni di inquinanti rispetto al 2013".

Alla "non sorpresa" però ci poniamo alcune domande. Ma di quale assetto logistico parliamo nella raffineria di Taranto? Questo assetto logistico è pronto a gestire la raffinazione del greggio di Tempa Rossa? Se facciamo riferimento agli ultimi documenti disponibili sul sito del Ministero dell'Ambiente, riferiti all'ultima ispezione Ispra/Arpa sorge qualche dubbio, ma anche qualche preoccupazione.

Negli impianti della raffineria ENI di Taranto sono state rilevate serie criticità in riferimento all'attuale assetto produttivo, cosa succederà con l'aggiunta del greggio proveniente da Tempa Rossa? Per citarne alcuni facciamo riferimento all'ultimo verbale ispettivo disponibile: sversamenti dai serbatoi e  presenza di vegetazione, mancanza di convogliamento delle acque meteoriche, mancanza di valvole di sicurezza per evitare sversamenti. Lacune nelle procedure in merito al carico e scarico degli idrocarburi, inaccessibilità dei pozzetti di campionamento, inquinanti in falda, presso gli scarichi ed emissioni odorigene presso alcuni impianti.

Non possiamo far altro che aspettare la documentazione aggiornata per comprendere lo stato di salute della raffineria ENI di Taranto, purtroppo però per avere i verbali dell'ultima ispezione abbiamo dovuto attendere 13 mesi. Un accesso agli atti non molto trasparente, che dovrebbe essere più celere per informare i cittadini su ciò che accade nel proprio territorio in merito alle attività industriali.

Aspettando Tempa Rossa, ma senza stupore...

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