ILVA

Il governo del cambiamento (climatico)

Il ministro Di Maio plaude al taglio del 15% delle emissioni di gas serra con nuove tecnologie. Ma consentirà un aumento del 66% della produzione ILVA per aiutare Arcelor Mittal a fare profitti e per restituire alle banche creditrici quanto prestato in passato.
14 ottobre 2018

Governo del cambiamento climatico: consentirà un incremento delle emissioni di gas serra per ILVA

Il ministro Di Maio plaude al taglio del 15% delle emissioni di gas serra con nuove tecnologie. Ma consentirà un aumento del 66% della produzione ILVA per aiutare Arcelor Mittal a fare profitti e per restituire alle banche creditrici quanto prestato in passato.  ILVA infatti va in perdita se non supera i 7 milioni di tonnellate/anno. Attualmente è a 4,8 e l'obiettivo è salire a 8. In tal modo il salto in avanti è del 66% con conseguente aumento del 66% dei gas serra, mitigato con un misero contenimento del 15% della CO2 tramite nuove tecnologie.

La matematica non è un'opinione, caro ministro Di Maio.

Ma sugli slogan siamo tutti d'accordo: il pianeta si sta surriscaldando, non c'è tempo da perdere.

Sul clima non c’è più tempo da perdere, lo dice anche il ministro dell'ambiente, Sergio Costa. I rischi sono diventati enormi. Lo ha scritto l'IPCC, il più importante organismo scientifico che si occupa del cambiamento climatico. Ma si arriva al dunque ecco che gli slogan rimangono slogan. E invece di intervenire sulle cause si preferisce ignorarle. E dire che l'Italia dovrebbe scendere del 33% per le emissioni di gas serra. Ilva, con le sue centrali CET2 e CET3 è il massimo produttore italiano di CO2. Il ministro dell'ambiente Costa - dipende da lui e non da Di Maio la questione - consente l'ncremento di emissioni di C02 dell'ILVA.

Il ministro Costa ha studiato frasi ad effetto per dire che aumenterà la produzione ma non aumenteranno le emissioni, cosa tecnicamente impossibile partendo dagli attuali 4,8 milioni di tonnellate/anno di acciaio prodotto in ILVA. "Stesse emissioni con maggiore produzione", ha detto.

La cosa ha inquietato persino Legambiente.

Ma, mi ripeto, la matematica non è un'opinione ed è tecnicamente impossibile ottenere un risultato identico tagliando del 15% e contemporaneamente incrementando del 66%.

Ma questo governo litiga con i numeri già in campo economico, non mi stupisco che avvenga anche in ambito ecologico.

Ma per mettere a posto la coscienza il ministro del governo del cambiamento dice: "L’accordo di Parigi non è sufficiente per evitare effetti disastrosi al Pianeta. Dobbiamo andare oltre e per farlo serve trovare urgentemente un accordo che sposti l’asticella più in alto, guardando ad obiettivi più ambiziosi al fine di accelerare la decarbonizzazione".

Ma come sposterà più in alto l'asticella? L'asticella che si sposterà più in alto è quella della produzione dell'ILVA, il supercannone della CO2 italiana che aumenterà la sua gittata inquinante con il via libera già promesso da Di Maio all'incremento di produzione di acciaio.

Governo del cambiamento sì, ma del cambiamento climatico.

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