Onore a quell'operaio ILVA che ha parlato
Un giorno Fabio Matacchiera mi presentò un operaio ILVA. Entrammo nella sede dell'AIL. Ci sedemmo al tavolo. Ci fece vedere sul computer delle foto terribili. Ci raccontò del giro che avevano fatto vari sacchi con le polveri dell'elettrofiltro, quelle con la diossina. Ci raccontò che quelle "polveri velenose" erano state vendute e poi mescolate - da una società con tanto di partita IVA - a interiora di animali e raspi d'uva. Trasformate in palline, venivano poi rivendute come fertilizzante in tutt'Italia. Grazie a quel racconto oggi è stata aperta una nuova finestra sul disastro ambientale. Sono stato chiamato dalla polizia giudiziaria per saperne di più. E ora tutto è sul tavolo dei magistrati. Onore a quell'operaio che ha parlato. Aveva una forte coscienza morale e un elevato senso della responsabilità sociale.
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