Maurizio Bolognetti intervista il presidente di PeaceLink
Intervista di Radio Radicale ad Alessandro Marescotti sul futuro dell'ILVA
INVITALIA non può salvare l'ILVA. La sua mission è differente rispetto a quella che fu la mission di GEPI. Tra il 1971 e il 1992 a GEPI lo Stato erogò circa 4.000 miliardi di lire per gestire 108.000 lavoratori. Una prospettiva non più proponibile oggi, come ha chiarito l'AD di INVITALIA, Arcuri.
24 giugno 2020
Redazione PeaceLink
Alessandro Marescotti, Presidente di Peacelink, parlando della vicenda Ilva ha tra l’altro dichiarato:
“INVITALIA non può salvare l'ILVA.
La sua mission è infatti differente rispetto a quella che fu la mission di GEPI.
E lo ha chiarito l'AD di INVITALIA, spiegando che INVITALIA non può tornare a diventare un carrozzone per mascherare i fallimenti.
Tra il 1971 e il 1992 a GEPI lo Stato erogò circa 4.000 miliardi di lire per gestire 108.000 lavoratori.
Una prospettiva non più proponibile oggi, come ha chiarito bene l'AD di INVITALIA, Arcuri".
Cliccate qui per saperne di più sul passato di GEPI che qualcuno si illude possa ritornare mascherato da INVITALIA.

Parole chiave:
ilva, arcelormittal
Articoli correlati
- Incidente del 7 maggio all'ILVA
PeaceLink: "Sostegno a magistratura Taranto, ha agito con tempestività e trasparenza"
"La chiarezza e la fermezza con cui la Procura ha risposto alle accuse dell'azienda e del ministro Adolfo Urso dimostrano ancora una volta la professionalità e il senso di responsabilità che animano l'operato dei magistrati"Adnkronos - Coincidenze singolari
Taranto condannata alle malattie dall’AIA del governo. Oggi un altro incidente
Il ministro dell'ambiente Pichetto Fratin è stato in città proprio mentre si verificava l'incidente all'AFO 1 inaugurato il 15 ottobre 2024 dal ministro Urso.7 maggio 2025 - L'ISS ha sollevato puntuali obiezioni sulla metodologia adottata per la VIS
E’ stato sottostimato l’impatto sanitario dell'ILVA
Acciaierie d'Italia aveva commissionato uno studio per valutare l'impatto sanitario in uno scenario di 6 e di 8 milioni di tonnellate di acciaio annue sostenendo che grazie all'adozione delle migliori tecnologie le emissioni "post operam" sarebbero rientrate sotto la soglia di rischio.28 febbraio 2025 - Alessandro Marescotti
Sociale.network