Ambiente, salute e lavoro: percorsi di Ecodidattica
Da cinque anni è partita la rete - inizialmente con 12 scuole - chiamata appunto Ecodidattica perché il suo operato verte sulle tematiche dell’ambiente, della cittadinanza attiva, delle alternative sostenibili, in una città come Taranto legata a schemi e paradigmi del passato ormai obsoleti, quindi da superare.
La rete Ecodidattica si costituisce per promuovere la formazione dei docenti e degli studenti dei vari istituti scolastici.
Attualmente a Ecodidattica aderiscono 45 scuole con dirigenti scolastici e comitati di rete e con una partecipazione notevole e attiva che si pone l’obiettivo dell’utilizzo delle nuove tecnologie per andare oltre la provincia di Taranto, ma addirittura per estendersi a livello nazionale, internazionale e globale perché con Ecodidattica si affrontano tematiche importanti di ampio interesse.
Recentemente nella trasmissione di "Sicurezza e Lavoro" su web-tv è stata tracciata una panoramica globale dell'esperienza di Ecodidattica.
La dirigente scolastica dell’Istituto Righi di Taranto, Iole De Marco, ricorda la curiosità che ha suscitato il progetto sulle modalità alternative di mobilità.
Le energie alternative sono il filo conduttore di tante attività dell’Istituto Righi a Taranto: ad esempio con percorsi di alternanza scuola/lavoro sono stati creati kit fotovoltaici per il Burkina Faso.
Quindi la rete Ecodidattica è pionieristica e rinnova motivazioni e obiettivi nell’educazione civica con argomenti quali la salvaguardia del pianeta, la tutela degli ecosistemi, l’ecologia, anche in collaborazione con Indire nelle Avanguardie Educative per le migliori pratiche.
L’educazione civica non comprende solo contenuti, ma vuole promuovere comportamenti per diventare cittadini attivi in una realtà complessa e tormentata come la città di Taranto.
Ecodidattica ha il sostegno di istituzioni e realtà territoriali, tramite l’agire di intere comunità educative e educanti.
Gli studenti del Righi di Taranto hanno cominciato ad affacciarsi a Ecodidattica con le prime esperienze sull’inquinamento a Taranto come la rilevazione del particolato proveniente dalle emissioni delle automobili e dell’attività industriale di Ilva. Il professor Marescotti ha elargito nozioni molto importanti per evitare l’inquinamento.
Ecodidattica è un aggregato di cittadinanza attiva e forma le persone del domani con competenze digitali e anche giuridiche.
Il professor Alessandro Marescotti a scuola ha portato la questione della cittadinanza globale, anche su questioni locali, ma ha allargato la visuale generale con i 17 obiettivi di Agenda ONU 2030.
Per esempio l’obiettivo quattro vuole garantire una istruzione di qualità, inclusiva e equa.
L’ONU prevede l’educazione ambientale e l’educazione alla pace e alla nonviolenza.
La preoccupazione dell’ONU è che la scuola scongiuri le atrocità del passato dalle guerre alle devastazioni ambientali.
Come sostiene il professor Fabio Cito, l’Istituto Pacinotti è gemellato con il Righi di Taranto e entrambi hanno formato in decenni tecnici addetti all’industria pesante.
Il Righi e il Pacinotti hanno da sempre perseguito una missione di formazione tecnica per il polo industriale come Italsider e Ilva.
L’obiettivo è rendere la città di Taranto una alternativa innovativa.
L’Istituto Pacinotti ha individuato vari punti di forza per potenziare il pof - piano dell’offerta formativa per attivare un contrasto alle disuguaglianze sul territorio tarantino e fornire strumenti per continuare gli studi e creare competenze previste anche dal Miur per collocare gli studenti nel mondo del lavoro, con la possibilità di rendere alternativa la vita professionale dei tecnici formati a scuola.
Le alternative per Taranto sono la riconversione in Smart City del territorio, la riqualificazione tecnologica della città con iniziative progettuali per fornire un incubatore di idee e progetti utili alla collettività e far crescere gli studenti a favore di ricadute professionali alternative e innovative sul territorio.
Gli istituti Righi e Pacinotti adesso sono rivolti appunto sull’innovazione digitale e sul capitale umano per orientarsi verso un nuovo paradigma.
Gli studenti si formano per costruire un futuro bello in cui vivere la città che punti sul turismo e non sull’industria pesante.
L’idea di bellezza purtroppo è messa in ombra dall’industria pesante e in secondo, anzi ultimo, piano passano le bellezze artistiche, culturali e geografiche della città.
È necessario puntare sulle nuove tecnologie nella scuola che svolge un servizio sociale ossia Service Learning.
È necessario puntare sulle nuove generazioni, i futuri cittadini per trovare una via d’uscita.
Ad esempio il Recovery Plan è un grande piano di investimento orientato allo sviluppo costituito dalla digitalizzazione e dall’investimento sul capitale umano e sulla scuola, come strumento del futuro per formare a competenze orientate verso lo sviluppo sostenibile ossia verso l’innovazione.
L’idea di sostenibilità è alla base della rete di scuole di Ecodidattica.
Come sostengono Massimiliano Quirico direttore di Sicurezza e lavoro e Ezio Sina presidente nazionale Apidge, si sta profilando un futuro di speranza per Taranto dove ormai da anni è in atto un processo per disastro ambientale.
Il rischio però è quello di attivare processi innovativi senza ambiti di appartenenza. Fare ricerca nell’ambito dell’innovazione significa coinvolgere appunto le scuole del territorio cogliendo i profili giusti di formazione e sottolineare quanto sia opportuno orientarsi verso la cultura, il turismo, l’agricoltura per entrare in un innovativo ambito di istruzione con competenze di professionalità e responsabilità che conducano all’innovazione nello sviluppo sostenibile.
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