Quando lo spot entra nei Tg

Marchette A Reti Unificate

Il 28 agosto il Tg2 e il Tg5 mandano in onda a mezz'ora di distanza un servizio identico sulla nuova ammiraglia di casa Fiat, ma per l'ordine dei giornalisti e il garante antitrust e' tutto regolare. Tutti i retroscena di un caso di pubblicita' occulta.
2 marzo 2006

Vignetta di Mauro Biani sulla pubblicita' occulta Fiat nei Tg

Il Tg5 del 28 agosto, nella sua edizione delle 20, ha riservato grandi sorprese ai suoi telespettatori: una bella "marchetta" estiva, infilata nella scaletta approfittando del caldo. Questo termine si usa nel gergo giornalistico per indicare i pezzi commissionati da aziende, politici o amici di vario genere, "servizi" giornalistici che sconfinano nel regno illegale della pubblicita' occulta, pratica illegale ma poco contrastata dalla societa' civile e bonariamente tollerata dall'Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Accade cosi' che quella sera chi ha scelto l'ammiraglia dei Tg Mediaset, illudendosi di ricevere brandelli di informazione corretta, si trova davanti ad una pubblica acclamazione della nuova Punto, osannata ancora prima di essere messa in vendita. Le magnifiche immagini della nuova creatura di casa Fiat, commentate dalla suadente voce di Lamberto Sposini, diventano cosi' un eccezionale spot pubblicitario gratuito travestito da giornalismo.

E allora uno cerca di prendere una boccata d'aria sul servizio pubblico, e non si crede ai propri occhi quando sul Tg2 delle 20,30, esattamente in quello stesso giorno, lo schermo fa comparire esattamente le stesse immagini con il medesimo montaggio (tu guarda che coincidenza), commentate da una brillante Maria Concetta Mattei che si avventura nel giornalismo d'inchiesta descrivendo in dettaglio, con parole molto simili a quelle di Sposini, un'auto "lunga oltre quattro metri, con una straordinaria abitabilita', design firmato Giugiaro. Un rilancio in grande stile del segmento delle compatte per la casa torinese".

Vignetta di Mauro Biani sulla pubblicita' occulta Fiat nei Tg

Chi ha il dovere legale di intervenire in casi simili? L'Ordine dei Giornalisti? La Commissione di Vigilanza Rai? Topo Gigio, cacciato dallo Zecchino d'Oro per fare pubblicita' ai libri del topo Geronimo Stilton? La risposta a questa domanda e' che nessuno e' tenuto a intervenire, e la pubblicita' occulta viene perseguita solo su segnalazione degli utenti. Per questo motivo, dopo aver ritenuto che la misura ormai e' colma e che non voglio essere trattato come un deficiente dai vari Lamberti e Marie Concette, il sottoscritto ha deciso di presentare un esposto all'Ordine Nazionale dei giornalisti e al Garante per la Concorrenza e il Mercato.

Il seguito della vicenda ricorda da vicino la barzelletta del pazzo che andava contromano credendo che fossero gli altri a sbagliare direzione: il pazzo ero io, che da solo cercavo di andare contro la corrente del giornalismo asservito, e non chi ha "normalmente" aperto gli spazi dell'informazione e del servizio pubblico televisivo alla pubblicita' (neanche tanto occulta) della Fiat.

Bruno Tucci, presidente dell'Ordine dei Giornalisti del Lazio, risponde all'esposto mettendo nero su bianco che "quando un'azienda lancia sul mercato una nuova auto tutti indistintamente, i giornali, oltre la radio e la Tv sono portati a illustrare le caratteristiche della nuova auto. Non avendo quindi riscontrato nessuna violazione delle norme deontologiche, il consiglio ha deciso all'unanimita' di archiviare il caso". Preso atto di queste nuove tendenze nella deontologia professionale, rimangono alcuni dubbi: perche' due Tg nazionali usano le stesse immagini? Chi gliele ha date? I telegiornali sono una vetrina di prodotti? Un'auto nuova e' una notizia? Se si', perche' annunciare solo le auto Fiat e non vetture di altre marche, auto ad aria compressa o biciclette? Ma soprattutto, perche' l'Ordine dei Giornalisti e' arrivato cosi' in basso?

L'epilogo di questa vicenda e' scritto dal Garante Antitrust, che da' la sua benedizione alle marchette televisive con una la lettera dell'Antitrust datata 2 febbraio e firmata dal segretario generale Fabio Cintioli, che mi comunica l'archiviazione definitiva del caso. Secondo il garante della concorrenza e del mercato, che in questa occasione ha garantito solo il mercato italiano dell'automobile, la Fiat non avrebbe danneggiato le sue concorrenti infilando pubblicita' nei telegiornali. Il motivo e' semplice: le espressioni enfatiche utilizzate nel servizio (straordinaria abitabilità del veicolo, rilancio in grande stile della Fiat) "non risultano artificiose, ma tipiche della prospettazione di un evento di attualita' di interesse in quanto riguardante uno storico gruppo industriale nazionale". Morale della favola: le marchette Fiat servono alla nazione per tenersi informata, ma quelle di altre aziende non vanno bene. I colleghi sono avvertiti: fate attenzione alla mano occulta che vi da' da mangiare, se non e' quella di uno "storico gruppo industriale nazionale". Bene, a questo punto e' ufficiale: mi vergogno del mio tesserino amaranto.

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