La truffa (on-line) corre sulla rete

Furti d'account, finte partite IVA, siti di e-commerce fantasma: acquistare oggi su internet può essere una operaziona ad alto rischio se non ci si attiene scrupolosamente ad alcune rigorose ma semplici buone pratiche. Perché se poi la truffa arriva, allora inizia un vero e proprio calvario che nella maggior parte dei casi si conclude con la perdita del proprio danaro ed un inevitabile stress psicologico.
6 gennaio 2013

Non avrei mai pensato di sentirmi in obbligo di scrivere un articolo come il presente. Non ci avrei mai pensato, perché la mia consuetudine con gli strumenti telematici e la lunga frequentazione di anni di aste e negozi on-line mi infondeva, fino a poco prima dell’ultima estate, un eccessivo senso di sicurezza in materia di transazioni ed acquisti su internet. E quando mi capitava di leggere articoli su gente gabbata telematicamente, mi veniva con supponenza da sorridere, pensando a quanto ingenue potessero essere le persone che avevano subito la truffa di volta in volta descritta.

So cosa state pensando. No, ve lo assicuro, non sono stato truffato… ma ci sono andato molto vicino.
Una recente vicenda in cui mi sono trovato coinvolto, acquistando ad occhi bendati e con bonifico bancario anticupato una CPU a prezzo concorrenziale da un sito che ho poi scoperto essere valutato da molti utenti della rete scarsamente affidabile, mi ha fatto aprire gli occhi e rendermi conto di quanto sottili e sofisticate siano diventate le truffe on-line; di come inoltre il consumatore sia scarsamente tutelato, a fronte di una elefantiaca macchina della giustizia e dell’inefficienza burocratica delle forze dell’ordine, sommerse il più delle volte da enormi quantitativi di lavoro.

È bene dire che moltissime  truffe di vendita on-line si realizzano in due modi standard: tramite le classiche vendite su siti di aste (ebay.it, ad esempio) o i mercatini dell’usato on-line; o, peggio ancora, tramite ben costruiti siti di commercio elettronico, dietro i quali si nascondono in realtà attività fraudolente tese ad intascare i soldi e a non spedire la merce o a spedire prodotti differenti da quanto proposto o infine addirittura pacchi vuoti o contenenti la sola fattura.

Come prevenire dunque un male che diventa poi assai difficile curare?

I siti di commercio elettronico oggi possono essere realizzati in maniera estremamente semplice in quanto esistono numerosi tool gratuiti che consentono di assemblare, in tempi rapidissimi e con un lavoro modesto (se si eccettua quello impiegato per il caricamento di listini ed immagini) le pagine web per la vendita on-line. Anche siti all'apparenza perfetti possono dunque nascondere delle insidie.
Per verificare l’affidabilità di un sito di ecommerce è possibile cautelarsi in svariati modi:

  1. Chi vende a prezzi sensibilmente inferiori alla media della concorrenza deve destare necessariamente sospetti perché, ammesso che non si tratti addirittura di merce di provenienza illecita, i margini di guadagno per prodotti nuovi di zecca non possono trasformarsi certo in una perdita e nessuno, tanto meno su internet, regala nulla. In più è bene ricordare che, per il materiale elettronico, ed in particolare per quello del settore informatico, i guadagni dei rivenditori sono sempre più ridotti, per cui un prezzo finale “imbattibile” è quasi certamente indice di truffa o verrà poi scontato dall’acquirente in termini di lunghi tempi d'attesa per la consegna (il materiale non è realmente disponibile in magazzino ma viene acquisito da un fornitore terzo in Drop Shipping, magari situato all’estero) o in una pessima assistenza post-vendita [1].
  2. Va sempre verificato presso il sito dell’agenzia delle entrate se la partita iva del negozio on-line, che deve essere obbligatoriamente dichiarata sul sito, sia effettivamente esistente e corrisponda alla denominazione del negozio: se così non fosse, si tratta di una truffa.
  3. Stesso discorso vale per la verifica dell’esistenza dell’azienda, che è possibile effettuare presso il sito della camera di commercio.
  4. La reputazione on line: inserendo su google le parole chiave “nome negozio  opinioni” è possibile verificare, sui vari siti di comparazione prezzi (es ciao.it), quale sia il parere degli utenti sul negozio presso il quale si desidera effettuare un acquisto: se si tratta di un sito di ecommerce privo di un consistente numero di pareri positivi, va evitato l’acquisto, a meno che il metodo di pagamento utilizzato non offra assicurazioni per un eventuale rimborso (Carta di Credito o Paypal) o sia previsto l'acquisto in contrassegno.
  5. I metodi di pagamento sono uno dei più importanti campanelli d'allarme:  i negozi on-line che accettano esclusivamente pagamenti anticipati con bonifico bancario, vaglia veloce e ricariche prepagate e rifiutano il contrassegno devono essere asolutamente guardati con sospetto: dietro un IBAN a volte non si nascondono conti correnti bancari, dunque intestati a persona certa e rintracciabile, ma carte prepagate (tipo le prepagate Cartalis)  alcune facilmente acquistabili presso le tabaccherie, senza che siano necessarie tutte le puntuali formalità che accertino con sicurezza l’identità del futuro proprietario della carta.
    Per verificare la “qualità” di un IBAN è possibile utilizzare il sito www.blia.it.
    Viceversa un sito che accetta pagamenti tramite carta di credito (con validazione della transazione certificata da una banca) o meglio ancora con Paypal (che offre anch’esso garanzia di rimborso in caso di truffa oltre che una serie di verifiche preventive sull'identità del venditore), è un sito che dimostra una certa serietà, in quanto tipicamente le compagnie di credito pagano gli esercenti dopo un ragionevole lasso di tempo dalla transazione, fatto che consente loro di bloccare il pagamento in caso di truffa.
    Nel caso infine che si sia sufficientemente confidenti sull’affidabilità del sito e si intenda pagare con bonifico bancario, è sempre bene dettagliare nella causale del versamento i beni acquistati, con puntuale indicazione dei codici prodotto, in modo da avere tutti gli appigli legali in caso di successivi problemi.
  6. Sito sottoposto a sequestro dalla polizia postale Non fidatevi del fatto che se un sito on-line commette delle truffe venga rapidamente chiuso dalla polizia postale: di solito passa parecchio tempo prima dell’accertamento, il quale tipicamente avviene solo a fronte di svariate denunce alla polizia postale e con i dovuti tempi di indagine. Nel frattempo però il truffatore intasca i soldi o a volte addirittura, bloccato il sito, lo riapre sotto un nuovo dominio (tipico il passaggio dal .it al .com).
  7. Vi sono ulteriori possibili controlli per verificare l'attendibilità dei dati commerciali esposti su un sito di ecommerce, confrontando gli stessi con quelli dichiarati dal registrante del dominio utilizzato dal sito, tramite un'operazione di whois on line, che tra gli altri consente una verifica sulla data di creazione del sito. Altri controlli ancora più sofisticati riguardano l'esame del tipo di indirizzo fisico (IP) su cui è attestato il sito, ma, a parere dello scrivente, aggiungono poco a quanto descritto nei punti precedenti.

Sito sequestrato per truffa

Se pensate che quanto scritto rientri nell'ambito delle banalità, basta collegarsi a siti come www.tecnofase.it o www.tvefoto.it per capire quanto sia in realtà preoccupante la situazione italica dell’ecommerce.
O, peggio ancora, a siti quali ad esempio www.techmaniashop.it, che, a fronte di prezzi inverosimilmente stracciati, mette in bella mostra sul sito una partita iva falsa e richiede pagamenti con ricarica postepay.
Eppure tutti i siti appena descritti sono stati registrati in Italia tramite un register afferente ad un ente pubblico, il registro NIC.it, fatto che in teoria dovrebbe offrire maggiori garanzie di tutela agli utenti italiani, visto che la registrazione dei domini .it Sito di ecommerce con Partita IVA inesistente dovrebbe sottostare a “rigorosi” regolamenti  evidentemente mai messi in atto (cosa costerebbe ad esempio al NIC una verifica automatica delle partite IVA dei registranti presso il sito dell'agenzia delle entrate?).

Ma le truffe on-line non finiscono qui.

A giudicare dal sito www.ebayabuse.com, pare che su www.ebay.it, il più importante sito italiano di aste on line, si compiano truffe senza alcuna soluzione di continuità, tanto da indurre l’autore di ebayabuse ad affermare che ebay.it è “il più grande sito di truffe on line d’Europa”.

Ebay.it è un dominio registrato a nome di eBay Europe S.a r.l. ma utilizzato da Ebay Italia S.r.l. per le attività svolte sul territorio nazionale dal noto sito di aste on-line, al quale afferiscono sia venditori privati (che possono mettere in asta o tramite il compralo subito solo merce usata), sia veri e propri venditori professionali (negozi), registrati presso l'agenzia delle entrate, che con la formula del compralo subito espongono un proprio catalogo su una pagina a loro dedicata di ebay.

Vari sono i modi in cui su ebay.it possono avvenire le frodi, il più diffuso dei quali sembra essere quello delle false identità, utilizzate da venditori che, presentandosi on-line con una identità taroccata ed offrendo prodotti dal prezzo assai allettante, richiedono pagamenti anticipati con ricarica postepay o bonifico bancario su IBAN dietro i quali si celano, come già descritto, delle carte prepagate e non dei veri e propri conti correnti bancari.
L’aggravante sta nel fatto che su ebay.it è estremamente semplice allestire un sito di e-commerce e purtroppo gli utenti di ebay, acquistando sul sito, hanno l'infondata convinzione che ebay fornisca loro una qualche forma di tutela basata sulla verifica dei dati fiscali e di anagrafica dei venditori.

In realtà l’unica reale forma di tutela offerta da ebay è il meccanismo dei feedback (anch’esso come vedremo purtroppo facilmente aggirabile) gestito dagli stessi utenti; nei fatti i gestori di ebay.it si limitano a fornire spazi per la vendita on-line o per le aste (ricevendo una percentuale sulle transazioni andate a buon fine), non attuando però controlli e/o sospensioni di account fraudolenti dal punto di vista fiscale, anche a fronte di esplicite segnalazioni degli utenti finali.
Un venditore professionale di ebay utilizza una partita IVA falsa

Il 3 gennaio del 2013, dopo una faticosissima ricerca su ebay.it di un form per segnalazioni e contatti a testo “libero” (i form guidati prevedono un numero ben limitato di casistiche sui comportamenti scorretti dei venditori da segnalare), form che mi consentisse di denunciare un caso di falsificazione di identità, sono riuscito finalmente a contattare lo staff di ebay.it segnalando il caso di un millantato store di elettronica sito in Marcianise (CE) che, alla data del presente articolo, risultava aver messo in vendita circa 4000 prodotti nuovi dichiarando però una Partita IVA falsa (come è noto in Italia è illegale vedere prodotti nuovi senza il possesso di una partita IVA).

Date: 2013-01-03 14:46:21.0
Subject: Falsificazione dell'identità
Enter your question / concern: Il venditore xxxxxxxxxxx segnala in calce ad ogni oggetto in vendita una partita iva PALESEMENTE FALSA come verificato presso il sito dell'agenzia delle entrate. Questo significa che in questo momento ebay.it sta fornendo spazio ad un utente che sta commettendo illecito fiscale su oltre 4000 oggetti in vendita. Non si comprende come possa essere emessa fattura a fronte di una partita iva falsa. Sarebbe il caso di intervenire tempestivamente.

Ebay mi ha risposto prontamente il 4 gennaio con una mail, per quel che mi riguarda, sconcertante:

Gentile Vittorio Moccia,

ho ricevuto la tua email con la quale mi segnali cha la Partita Iva dell'utente xxxxxxxxxxxx è falsa.

Ti ringrazio per la segnalazione, ma sono spiacente di comunicarti che eBay non può prendere azioni, costringere un utente a rispettare i propri obblighi, perseguire penalmente un utente o verificare la veridicità dei dati fiscali.

Pertanto  sè vuoi trovare informazioni utili sugli obblighi fiscali vai  su www.finanze.it, www.agenziaentrate.it e www.gdf.it.

La falsificazione delle informazioni al fine di evadere l’IVA può portare a sanzioni civili e a procedimenti penali. eBay collabora con la polizia e le altre forze dell’ordine per i casi riguardanti la contraffazione delle informazioni al fine di evadere l’IVA.


Resto comunque sempre in attesa per eventuali chiarimenti.

Cordiali saluti, “

Questa risposta significa che ad oggi in Italia è concessa a chiunque la possibilità di iscriversi al sito ebay.it e vendere liberamente prodotti millantando una falsa identità e frodando dunque il fisco, salvo eventualmente essere scoperti dalla guardia di finanza; ma, ciò che è peggio, è evidente che dietro una partita IVA falsa si nasconda una attività illecita.
Eppure, pur volendo assimilare il comportamento di ebay.it a quello dei gestori di newsgroup o di blog aperti, ovvero  privi di “moderazione” preventiva, che non sono responsabili del contenuto immesso dagli utenti, è altresì vero che “Pur non esistendo un obbligo di controllo preventivo del gestore di un sito internet sul materiale inserito da terzi e la non configurabilità di una responsabilità dello stesso in caso di mancanza della consapevolezza dell'altrui comportamento delittuoso, è tuttavia illecito un comportamento di indifferenza ed inattività del provider (EBay nella fattispecie) nei fatti in cui lo stesso è stato avvisato e, nonostante ciò, ha permesso che i truffatori operassero liberamente all’interno del sito stesso.”
“L’hosting provider incorre in responsabilità, ai sensi degli artt. 2043 e 2055 c.c., a titolo di colpa, qualora, consapevole della presenza di materiale sospetto su un sito da esso gestito, si astenga dall'accertarne la illiceità e, al tempo stesso, dal rimuoverlo e a titolo di dolo nel caso in cui egli, pur essendo consapevole addirittura della antigiuridicità della condotta dell'utente, ancora una volta, ometta di intervenire.” (Trib. Catania 29.06.2004). [2]

C'è per di più da sottlineare come altri siti prestigiosi abbiano affrontato con un approccio diametralmente opposto il tema dell'affidabilità dei venditori e della cura dei clienti. Ad esempio Amazon, recentemente sbarcato in Italia, offre ai propri utenti un servizio di garanzia a 360° che può definirsi semplicemente eccellente, in quanto, ponendosi come intermediatore tra il cliente ed i venditori a cui si appoggia per la vendita di taluni prodotti, garantisce e tutela gli utenti dalle frodi su tutte le transazioni di acquisto, sia in termini di controlli preventivi dei venditori, sia in termini di rimborsi per prodotti difettati o difformi da quanto offerto sul sito.

Come raccontavamo più sopra, su ebay esiste il meccanismo di tutela basato sui ”feedback” reciproci, che consentirebbero a ciascun acquirente di conoscere la reale affidabilità di un venditore.
Purtroppo esistono due pratiche per aggirare il suddetto meccanismo:

  • La prima è quello dello scambio di feedback, Annuncio ebay per scambio di feedback documentato nelle immagini allegate che testimoniano un venditore (regolarmente segnalato dal sottoscritto, ma mai sospeso dallo staff di ebay) che effettua una classica pratica di scambio feedback:  in sostanza il venditore si crea un account con soli feedback positivi fatti di palesi finte inserzioni da 0,01 euro l'una (tipo e-books, guide in PDF a consegna digitale o appunto bulloni da ritirare in sede, ecc.) e poi avvia una decina di inserzioni con brevissima scadenza ed oggetti dal prezzo assai “appetibile” (e pagamento rigorosamente anticipato con ricarica postepay o bonifico bancario). L’utente paga, fidandosi dei feedback positivi, ma ha perso i soldi perché non riceverà mai nulla.
  • La seconda è molto più insidiosa e si basa sul furto di account a scapito di venditori onesti e blasonati: grazie al cosiddetto phishing [3], ossia all’invio di messaggi di posta elettronica che imitano grafico e logo di ebay, si ingannano i suddetti venditori riuscendo a trafugare le loro credenziali di accesso ad ebay per effettuare le vendite.
    A quel punto il gioco è fatto: sfruttando la loro “buona reputazione” i truffatori mettono in vendita  finta merce ed instascati i soldi  spariscono nel nulla. Anche in questo caso la modalità di pagamento richiesta sarà esclusivamente il  bonifico anticipato su prepagate o la ricarica.
    È incredibile che di tutto questo raggiro i venditori reali non si accorgano di nulla, ma ciò avviene perché ebay non offre alcun meccanismo obbligatorio ed in tempo reale  (ad esempio tramite l’ invio di SMS di verfica al venditore) per la certificazione degli oggetti messi in vendita.

Per le truffe su ebay va ricordato che spesso Ebay Italia srl incassa una percentuale della vendita dalle transazioni e che tali proventi devono essere restituiti al truffato e non possono essere trattenuti da ebay se è dimostrabile che ebay poteva impedire al truffatore di agire tramite semplici provvedimenti preventivi.

Come tutelarsi allora quando si acquista su ebay? Oltre alle pratiche già suggerite in precedenza per i normali siti di ecommerce, che valgono anche nel caso di ebay per tutti i venditori professionali, occorre osservare sempre bene la qualità dei feedback di un venditore ed il loro numero: un venditore (privato o meno che sia) con pochi feedback, legati all'aver messo in vendita materiale di scarso valore commerciale, che all'improvviso proponga materiale dal costo di centinaia di euro, è con gran probabilità un imbroglione. Bisogna inoltre accertarsi, anche per i venditori con un gran numero di feedback positivi, che tra i pagamenti possibili sia sempre contemplato Paypal, l’unico sistema di pagamento, va ripetuto, che su ebay offra una seria tutela di rimborso in caso di truffa tramite il meccanismo della contestazione (attenzione però al fatto che, al di fuori di ebay, Paypal tende a non coprire difetti di conformità dei beni acquistati, per cui un venditore truffaldino potrebbe spedirvi al posto della merce soltanto la fattura, fornendo allo stesso Paypal il codice di tracciatura spacciato per spedizione del materiale [8]) .

Ultima possibilità, ma non certo per ordine di importanza, è quella di affidarsi al sito www.ebayabuse.com, che offe un benemerito e quotidiano report delle principali truffe on-line scoperte su ebay.it ma anche altrove, smascherandole ben prima che siano intervenute le forze dell'ordine o i provider che ospitano siti truffa di ecommerce per disporne la chiusura.

L'autore di ebayabuse, Rosario Terrazzano, è persona letteralmente detestata dai truffatori, per l'indiscussa abilità sua e del suo staff nel fiutare al volo le "fregature" on-line, "pubblicando in tempo reale avvisi di truffe in corso con, in chiaro, le relative coordinate di pagamento, numeri di telefono, indirizzi e-mail ed account collegati" [4].
Il sito ebayabuse è stato oggetto di svariate chiusure "cautelative", alcune addirittura operate sulla base di finte richieste di polizia, come ampiamente raccontato in questa pagina; su Terrazzano sono stati perfino creati blog e siti estemporanei, che vomitano verso di lui innumerevoli accuse (da quelle più "leggere" di estorsore, fino a quelle più infamanti di pedofilo), tutte condite da insulti e minacce di vario tipo ma nessuna che ad oggi risulti comprovata da alcuna condanna in sede legale.
Ciò che nei fatti risulta invece ampiamente documentato e verificabile sono le segnalazioni giornaliere che il sito ebayabuse propone, tutte, come chiunque può constatare, estremanente accurate e veritiere.

Cosa fare infine nel caso ci si accorga di essere stati truffati? Nel caso in cui si sia acquistato con Paypal o carta di credito, va aperta immediata contestazione (se la contestazione con Paypal viene rifiutata, rivolgersi direttamente al gestore della Carta di Credito utilizzata su Paypal, chiedendo lo storno dello specifico pagamento), negli altri va sporta denuncia alla polizia postale; è utile inoltre segnalare su siti come ebayabuse o come quelli di raccolta delle opinioni sui negozi on-line l'accaduto, in modo da evitare che altri utenti possano subire la stessa frode.

Di fronte ad un panorama sconfortante come quello descritto verrebbe voglia di gettare la spugna ed abbandonare del tutto l'acquisto on-line.
In realtà esistono esempi virtuosi, come quello già citato di Amazon, ma anche di tantissimi altri store on-line italiani (e non) che offrono un servizio eccellente in termini di cura ed assistenza finale al cliente. Del resto sullo stesso sito ebay.it è possibile trovare un gran numero di venditori onesti e coscienziosi e fare ottimi affari.

Il segreto principale di una buona transazione on-line è badare prima di tutto all'affidabilità generale di un sito di e-commerce e solo in seconda istanza al prezzo migliore.


Note: [1] Attenti a quell’ecommerce, l’acquisto online all’italiana prevede un bel bite finale a spese degli acquirenti
http://www.saggiamente.com/2011/05/13/attenti-a-quellecommerce-lacquisto-online-allitaliana-prevede-un-bel-bite-finale-a-spese-degli-acquirenti/

[2] Giudice di Pace di Milano: Cassani Stefano contro Ebay Italia S.r.l.
http://www.studiopolimenicotroneo.it/cssneb.pdf

[3] Truffe in rete, segnalazione casi di truffe on-line
http://truffeinrete.wordpress.com/

[4] eBayabuse, una vita difficile
http://www.ebayabuse.com/?p=55

[5] Intervista a Terrazzano, di eBayabuse, sulle truffe e altri illeciti su ebay
http://www.crimeblog.it/post/637/intervista-a-terrazzano-di-ebayabuse-sulle-truffe-e-altri-illeciti-su-ebay-come-avvengono-come-riconoscerli-e-come-difendersi

[6] TRUFFE ON-LINE - Diritto penale contemporaneo
http://www.penalecontemporaneo.it/upload/1336549542pecorella.pdf

[7] E-commerce, attenzione a questi siti-pacco
http://mazzetta.wordpress.com/2013/01/03/e-commerce-attenzione-a-questi-siti-pacco/

[8] PayPal: la grande truffa della protezione acquirenti
http://www.marcogiacomello.com/paypal-la-grande-truffa-della-protezione-acquirenti/

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