Trent'anni fa nasceva PeaceLink
L’Unità si era defilata. Rimanevano il Manifesto e il settimanale Avvenimenti. Offrivano un paio di pagine che facevano da bacheca antiguerra. Ognuno poteva mandare una lettera alla bacheca con le iniziative in corso.
I fax costavano un milione di lire.
Mandai una lettera al Manifesto. Poche righe in cui annunciavo una “guida alla disobbedienza civile” per i militari. Tutti avremmo potuto ricevere la cartolina per partire e andare alla guerra: c’era ancora il servizio di leva. Incominciai a ricevere tantissime telefonate. La mia vita cambiò. Al telefono prendevo appunti con gli indirizzi di chi voleva ricevere la guida. Tra uno squillo e l’altro, scendevo di casa, facevo le fotocopie, compravo i francobolli e le buste. E spedivo, spedivo, spedivo. Tutto con la posta tradizionale.
Pensai ad una bacheca telematica.
Incominciai ad informarmi.
Negli Stati Uniti i pacifisti avevano creato una rete telematica. Si chiamava PeaceNet. Ma non avevo la minima idea di come si potesse creare. Scrissi così a Marinella Correggia, una della coordinatrici della Rete Nonviolenta di Informazione che aveva gestito la bacheca antiguerra sul Manifesto e Avvenimenti. Le scrissi una lettera in redazione. Ma quella lettera non giunse mai nelle sue mani.
Rimasi mesi ad aspettare.
Intanto Legambiente aveva annunciato Ecorete, una rete telematica. Mai decollata.
Poi arrivò Walter Veltroni. Mi aspettavo che parlasse finalmente di telematica. E invece disse a Repubblica: “Il futuro è il CD-ROM”. Ma come? Il CD-ROM? Uno strumento che fornisce informazioni senza mettere in relazione le persone?
Erano tempi duri.
E quando dicevi “voglio fare una rete telematica”, pensavano che si trattasse di una televisione. E ti rispondevano che costava troppo. Nessuno in quel lontano 1991 usava la parola “telematica”. La parola “rete” era di moda. Ma era un concetto astratto, atecnologico. E il potere rimaneva di fatto centralizzato nelle redazioni dei giornali.
Grazie a un anarchico americano, Tom Jennings, si potevano connettere i personal computer.
Ma dove, come, in che modo connettersi?
Brancolammo per un paio di ore per trovare la porta di ingresso a Fidonet.
Poi, come se fossimo nel film Wargames, un operatore di sistema ci identificò. Era Giovanni Pugliese, un operaio di Taranto. Fu lui a costruire la rete di PeaceLink. Non fu un intellettuale della sinistra.
Gli intellettuali non sapevano neppure cosa fosse la posta elettronica.
Da allora compresi che non bisognava aspettare. Occorreva fare da soli. PeaceLink fu annunciata alla fine di ottobre del 1991, ma bisognerà aspettare il 1992 perché uscisse un articolo su Avvenimenti, a firma di Marco D’Auria.
Iniziò un’esperienza straordinaria che mi ha consentito di vivere molte vite diverse, in storie parallele, tragiche ed entusiasmanti. Come se ogni giorno avessi preso il treno o l’aereo.
Da casa conoscevo centinaia di persone.
Potevo condividere con loro i sogni e l’utopia di un futuro diverso. Senza smettere di giocare con mio figlio.
Allegati
PeaceLink 1991
Fonte: Corriere del Giorno 23.10.1991204 Kb - Formato jpgPrimo trafiletto di giornale che annunciava la nascita di PeaceLink
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