Quando l'informazione fa vincere i perdenti
Il 31 gennaio 1948 veniva assassinato Gandhi. PeaceLink lo vuole ricordare rievocando un episodio che puo' far riflettere sul potere positivo dell'informazione e su un eventuale buon uso della telematica oggi. Il 4 maggio 1932 Gandhi venne arrestato senza alcuna imputazione e trattenuto in carcere "a discrezione del governo inglese". Un simile sopruso non sarebbe stato possibile in Inghilterra, ma in India era consentito in quanto colonia. Quell'arresto si trasformo' pero' in un boomerang. "I dominatori inglesi imprigionando Gandhi facevano di lui un martire e rendevano piu' stabile e duraturo il risentimento di milioni di indiani di fronte alla prepotenza del dominio straniero", scrive lo storico e giornalista William L. Shirer che in un suo libro ha descritto un emblematico episodio della lotta nonviolenta per la liberazione dal colonialismo.
Eccolo.
Il 21 maggio 1932, mentre Gandhi era in carcere, presso le saline di Dharasana duemilacinquecento manifestanti non-violenti guidati da Mrs.Sarojini Naidu si avvicinarono pacificamente alla polizia. D'improvviso, a un ordine secco, schiere di poliziotti si gettarono sui manifestanti e cominciarono a colpirli con i loro manganelli rivestiti d'acciaio. "Non uno dei seguaci di Gandhi alzo' una mano per parare i colpi. Caddero come birilli", racconta Shirer. "Da dove mi trovavo - scrive il giornalista Webb Miller dell'agenzia United Press - udivo il suono tremendo dei randelli sulle teste non protette. La folla dei dimostranti in attesa guardava la scena, gemendo e trattenendo il respiro, sentendo su di se' ogni singolo colpo. Quelli caduti a terra giacevano privi di sensi o si torcevano con il cranio fratturato e le spalle spezzate. Quelli ancora incolumi, senza rompere i ranghi, continuarono silenziosamente ad avanzare finche' furono tutti abbattuti. Marciavano compatti, a testa alta, senza l'incoraggiamento della musica e degli applausi e senza alcuna possibilita' di potersi sottrarre a gravi ferite e forse alla morte. La polizia arrivava a ondate e metodicamente colpiva una colonna dopo l'altra. Non ci fu battaglia, ne' lotta, essi avanzavano semplicemente fino a quando cadevano. La polizia comincio' a prendere selvaggiamente a calci gli uomini seduti per terra, colpendoli all'addome e ai testicoli. Alle undici del mattino il caldo era arrivato a 46 gradi e l'assalto si placo'."
Miller ando' nell'ospedale dove erano ricoverati i feriti, molti ancora privi di sensi, altri che si torcevano dal dolore: ne conto' 320, due erano morti. Le autorita' inglesi vinsero la "battaglia" ma la storia di quell'episodio fece il giro del mondo perche' Miller - che era un giornalista onesto di un'agenzia stampa molto diffusa - scrisse un servizio che fu pubblicato da oltre mille giornali in America e all'estero. La violenza della polizia al comando inglese sollevo' l'indignazione generale, persino in Inghilterra. In tutte le regioni dell'India essa riaccese il risentimento piu' profondo e rese ancora piu' determinata la lotta per l'indipendenza. Come scrive Shirer "al momento dell'azione, lo strumento della non-violenza forgiato da Gandhi aveva dimostrato tutta la sua validita'". Infatti i vincitori risultarono i perdenti, gli sconfitti invece vinsero. Ma se tutto questo non fosse stato diffuso nel "villaggio globale" dell'informazione il fatto, per milioni di persone nel mondo, non sarebbe mai esistito: un fatto non comunicato non esiste. Fortuna volle che li' fosse presente un giornalista sensibile che lavorava per un'agenzia molto diffusa. Ma oggi il lavoro onesto e coscienzioso di Miller lo possiamo fare anche noi con il nostro computer, magari un portatile collegato al cellulare. Oggi infatti con la posta elettronica quei mille e piu' giornali possono essere raggiunti con un solo invio di messaggi. Una raffica di mille messaggi di posta elettronica viene a costare piu' o meno mille lire, una lira a messaggio. Oggi non manca piu' il mezzo: manca semmai la cultura per farne questo buon uso.
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