L'Europa ritrovi il suo popolo
- 10 gennaio 2007
Dopo il no alla ratifica di Francia e Olanda alla Costituzione europea fu invocata una "pausa di riflessione" che dovrebbe terminare con la presidenza di turno della Germania di Angela Merkel. La politica del rinvio non è più giustificabile perché il vecchio schema istituzionale non può reggere l'urto dell'Unione a 27 Paesi.
Bisogna prendere atto che il blocco del Trattato impedisce all'Unione Europea non solo di avanzare nel processo di integrazione, ma anche di esercitare in modo efficace le competenze che essa già detiene. Le difficoltà che l'Unione sta attraversando in questo momento derivano in larga parte proprio da questo macigno posto sulla strada.
Il dibattito su come rimuovere il macigno è incerto, perché le regole attuali non consentono margini di manovra e non portano a soluzioni concrete e praticabili.
Bisogna rimuovere l'ostacolo puntando a una vera Costituzione e non ripiegando su "mini Trattati" che non risolvono il problema alla radice; d'altra parte bisogna prendere atto che il Trattato di Nizza ha esaurito la sua funzione.
Al vertice europeo del dicembre scorso si è detto che "non si può riformare lo stesso testo che è stato bocciato, ma non si può nemmeno ripartire da zero, visto che la maggior parte dei Governi vorrebbe se non mantenere il trattato per lo meno salvaguardarne al massimo la sostanza".
Vi è la necessità di un'iniziativa politica nuova, che sblocchi l'impasse in cui si trova l'Unione Europea e le dia una vera prospettiva costituzionale. Per dare all'Unione una Costituzione bisogna far leva sulla legittimità democratica del Parlamento europeo e dei Parlamenti nazionali.
I popoli degli Stati membri dell'Unione, attraverso i loro Parlamenti debbono esercitare il potere costituente che loro appartiene. Dunque, una proposta concreta e articolata in qualche modo condivisa dalla delegazione italiana al Parlamento europeo, che si può offrire al Presidente di turno di questo semestre, è che il Parlamento europeo si costituisca in Assemblea costituente europea con lo scopo di adottare un progetto di Costituzione dell'Unione Europea e con una procedura molto semplice che potrebbe essere così articolata.
La Commissione del Parlamento europeo per gli Affari costituzionali definisce gli obiettivi e le modalità di funzionamento dell'Assemblea. La relazione viene votata in Parlamento dopo un dibattito cui partecipano la Commissione e il Consiglio europeo.
Il Parlamento europeo convoca in ogni Paese membro dell'Unione un'assise composta dai deputati europei eletti in quel Paese e da un uguale numero di delegati dei Parlamenti nazionali. Le assise potranno iniziare immediatamente i loro lavori e terminarli a luglio con l'approvazione di una relazione al Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo, nel luglio 2007, dovrà nominare una Commissione composta di cento deputati europei (chiamata la "Commissione dei Cento") che rappresentino proporzionalmente i Gruppi politici presenti in Parlamento con il compito di elaborare un progetto di Costituzione dell'Unione da sottoporre al voto del Parlamento; il Consiglio e la Commissione saranno invitati a partecipare ai lavori della Commissione dei Cento con loro osservatori e i Parlamenti nazionali potranno inviare un osservatore per ciascuna delle Camere che li compongono.
La Commissione dei Cento utilizzerà come base di lavoro il testo del Trattato che adotta una Costituzione per l'Europa e lo esaminerà tenendo conto delle conclusioni contenute nelle relazioni delle assise nazionali, e concluderà i suoi lavori nel luglio 2008 con l'adozione a maggioranza qualificata di un progetto di Costituzione dell'Unione Europea che sottoporrà al Parlamento europeo.
Il Parlamento europeo a sua volta esaminerà il progetto di Costituzione nel corso di apposite sessioni costituenti a Strasburgo nel secondo semestre del 2008 e adotterà il progetto con un voto a maggioranza qualificata, che sarà sottoposto all'approvazione del Parlamento in ogni Paese membro dell'Unione per entrare in vigore se approvato dai due terzi della popolazione dell'Unione.
Questo l'itinerario indicato, che ha l'indubbio vantaggio di creare un vero dibattito costituzionale europeo in tutti gli Stati membri, con un coinvolgimento effettivo delle opinioni pubbliche lungo tutto il corso del processo costituente.
Attraverso i loro Parlamenti, i popoli dell'Unione diventerebbero "popolo costituzionale" europeo. Non è la prima volta che il Parlamento europeo elabora un progetto di Costituzione: lo fece già Altiero Spinelli negli anni 80 dichiarando che "questo esclusivo diritto politico del Parlamento europeo, non scritto ma valido perché fondato su una solida consuetudine democratica, deve essere rivendicato con fermezza dal Parlamento contro ogni tentativo di trasferire l'elaborazione a saggi, a diplomatici, a ministri, o ad altri".
È chiaro che la Costituzione dovrebbe antrare in vigore anche se non approvata da tutti i Paesi membri dell'Unione ma comunque da un numero di Paesi che rappresenti una quota molto ampia della popolazione europea.
Ciò avrebbe l'effetto di togliere il potere di veto e di responsabilizzare i Parlamenti nazionali e i cittadini. Chi non ci sta sa che gli altri andranno comunque avanti. E una scelta ex ante di partecipare o meno alla nuova Unione, un diritto di recesso esercitato ex ante piuttosto che ex post e che non impedisce, a chi vuole proseguire sulla strada di una piena integrazione, di farlo comunque.
Il progetto può diventare lo strumento con il quale dare seguito alla "Dichiarazione di Berlino" che sarà adottata il 25 marzo 2007 dai Capi di Stato e di Governo in occasione del 50° anniversario del Trattato di Roma.
In conclusione, il risultato importante e fondamentale per l'avvenire
dell'Europa è che il processo costituente completato entro il 2008 consente che le elezioni europee del 2009 possano costituire davvero una svolta e una scelta condivisa da tutti i cittadini che vi partecipano.
Articoli correlati
- Il capo dell’impresa che ha fornito il software per il voto elettronico in Venezuela ha promosso le rivoluzioni colorate nell’Europa dell’Est
Venezuela: dietro a Smartmatic si nascondono le destre golpiste
Mark Malloch Brown è legato a George Soros e Gene Sharp, ispiratori dei “golpes suaves”7 agosto 2017 - David Lifodi - Nella giornata dedicata al voto per l’Assemblea costituente, barricate, omicidi, minacce e guarimbas di Mud e gruppi paramilitari per far prevalere l’astensione
Venezuela: in otto milioni alle urne sfidando le violenze della destra
Il paese rischia di trasformarsi in una Siria latinoamericana. Forte il rischio di un intervento militare statunitense o colombiano giustificato da ragioni umanitarie31 luglio 2017 - David Lifodi - Referendum costituzionale del 4 dicembre
Voto no per tutelare l'ambiente per le future generazioni
Con la modifica dell’art.117 si arriva ad una concentrazione nelle esclusive “mani“ del governo le autorizzazioni su porti, infrastrutture, energia, inceneritori eliminando qualsiasi possibilità di partecipazione delle comunità e dei governi locali nelle decisioni. Non è un caso che le lobby del petrolio e Confindustria si siano schierate per il Sì. Proprio il presidente di Confindustria Boccia al convegno di Comunione e Liberazione dell’estate scorsa motivava il Sì al referendum non per ragioni politiche ma economiche. E’ qui la sostanza, per nulla segreta, della riforma: far ripartire l’Italia piegando l’ambiente e la sua tutela a quelle logiche che vorrebbero il nostro paese essere terra di conquista per cementificatori, asfaltatori e petrolieri.2 dicembre 2016 - Angelo Bonelli - REFERENDUM
Le ragioni del NO alla riforma costituzionale - con Vittorio Agnoletto, Lucrezia Ricchiuti, Loris Maconi, Alessandro Braga
Organizza Il Comitato ANPI e aderenti del NO alle Modifiche Costituzionali di Nova Milanese21 ottobre 2016 - Laura Tussi