Piccolo dizionario illustrato sull'Europa

Pace - L'ABC dell'Europa di Ventotene

La voce P del dizionario illustrato "L'ABC dell'Europa di Ventotene" (Ultima Spiaggia, Genova 2022, seconda edizione). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.
3 marzo 2022

La pace

di Daniela Martinelli* e Francesco Pigozzo**

Prima della pandemia da Coronavirus chi avrebbe mai pensato che andare a giocare ai giardinetti o abbracciare un amico o un’amica a scuola potesse diventare impossibile?

E poi…

SPESSO LE COSE PIÙ IMPORTANTI SONO QUELLE CHE CI SEMBRANO NORMALI E DI CUI, PER QUESTO, NON CI ACCORGIAMO NEMMENO!

La pace per noi che abitiamo in Europa è diventata così: una cosa scontata. Per i tuoi bisnonni, ovunque abitassero, era sicuramente un sogno proibito: almeno una guerra è entrata direttamente nelle case di ciascuno di loro, in un modo o nell’altro. Per dei nonni europei, però, la pace era diventata una conquista recente e, già per i loro figli, la normalità. Non così per nonni o genitori di altre parti del mondo. Come è stato possibile? Oggi possiamo davvero darla per scontata? E quanto è importante poter vivere in pace?

La pace non sorge spontanea, va organizzata

Basta guardarsi attorno all’Europa, nel nostro stesso Pianeta, per trovare una risposta chiara alle ultime due domande. La pace non è affatto scontata: prova a prendere un planisfero, metti l’indice sul posto dove abiti e poi spostalo in qualsiasi direzione… in molti casi non ti servirà andare molto lontano per incontrare un posto da cui arrivano notizie di soprusi, discriminazioni sistematiche (ovvero imposizioni violente e prepotenti, persecuzioni e danni a gruppi umani distinti dagli altri), conflitti violenti o, alcune volte, di una vera e propria guerra. Non è facile dire che cosa sia la pace, ma è facile accorgersi della sua mancanza. Tutti i giorni, su uno dei tanti mezzi di informazione che oggi abbiamo a disposizione, puoi trovare migliaia di fonti che ti rendono immediatamente evidenti tutte le conseguenze di un’assenza di pace: e anche nel posto dove vivi, probabilmente puoi incontrare persone che sono fuggite da situazioni del genere e possono raccontarti direttamente la loro esperienza. Ma è davvero possibile mettere dei confini alla pace e pensare che i conflitti che scoppiano altrove non ci riguardino e non la mettano in questione per noi? Purtroppo no: se la pace non è per tutti, allora non è solidamente garantita per nessuno, nemmeno per quelli che ci sono abituati e non si accorgono ormai più del loro privilegio…

PERCHÉ NOI ESSERI UMANI VIVIAMO IN
RELAZIONE GLI UNI CON GLI ALTRI E L’INTERA
ESISTENZA DI CIASCUNO DI NOI SI BASA SUI
FRUTTI, SUI PRODOTTI, SUI RISULTATI DI
QUESTE INTERAZIONI.

Che cosa succede quando queste relazioni si estendono nello spazio, crescono di numero e si fanno più intense (→ GLOBALIZZAZIONE)? Si estenderà nello spazio e diventerà tanto più intenso anche il bisogno di pace. Solo che non si tratta di un bisogno che trova soddisfazione in automatico: siamo noi che dobbiamo riconoscerlo e costruire soluzioni che lo soddisfino! E se tardiamo ad accorgercene o ci accontentiamo di soluzioni fasulle? Beh, è chiaro che favoriremo i conflitti e le guerre… anche in quei luoghi in cui la pace ci sembrava scontata (rischi per la → DEMOCRAZIA)!

NESSUNO PUÒ APPROFITTARE A LUNGO DEL
PRIVILEGIO DI VIVERE IN PACE SE FA PARTE DI
UN MONDO DI CONFLITTI VIOLENTI.

A Ventotene, durante la Seconda guerra mondiale, qualcuno (→SPINELLI, ALTIERO, → ROSSI, ERNESTO, → COLORNI, EUGENIO, → HIRSCHMANN, URSULA) aveva ben chiaro in mente proprio questo problema. E pensò che il primo passo fosse dare una risposta seria al bisogno di pace in Europa…

Organizzare la pace in Europa

Ininterrotti secoli di guerre impallidivano di fronte all’atrocità dei due conflitti che avevano coinvolto l’intero mondo e avevano sfruttato tecnologie e metodi organizzativi potenti per farne macchine di morte e dolore. Nessun europeo e europea poteva dubitare del bisogno di pace. Ma quale poteva essere la soluzione? Che cosa serviva perché la pace non fosse solo una tregua armata e temporanea? Di certo non bastava pensare alle colpe o ai meriti di chi aveva combattuto. Serviva riflettere più a fondo sui motivi, sulle cause che di generazione in generazione continuavano a trascinare tutti verso la guerra. Le ipotesi erano moltissime e in tanti si erano anche rassegnati a credere che la guerra fosse un destino inevitabile. Ma quelle persone a Ventotene provarono a guardare il problema in un’ottica nuova.

CHI AVEVA TRA LE MANI IL POTERE DI
DICHIARARE UNA GUERRA, DI MOBILITARE
ESERCITI, DI FAR PRODURRE GRANDI
QUANTITÀ DI ARMI SEMPRE NUOVE?

Guardando alla storia delle guerre europee era chiaro che non serviva concentrarsi su singole persone, nomi e cognomi, e nemmeno su singoli popoli. I veri attori della tragedia erano in realtà gli Stati nazionali (→ NAZIONALISMO): la scuola, l’esercito, i mezzi di informazione, il lavoro, i diritti e i doveri… tutto spingeva ciascuno e ciascuna di noi a identificarsi con il proprio Stato nazionale e sentirsi essenzialmente separato, diverso, all’occorrenza proprio nemico di chi stava al di là del confine. Eppure gli Stati e lo sviluppo civile avevano sempre di più fame di idee, tecnologie, conoscenze, materie prime, capacità di produrre, commerci attirati o proiettati oltre i loro confini… Le interazioni tra esseri umani a cavallo tra gli Stati continuavano a crescere, e assieme a loro i problemi e i conflitti che chiedevano di essere gestiti: proprio le guerre continue ne erano la prova! Il bisogno di pace univa ormai fortissimamente la popolazione europea, al di là dei confini nazionali, e allora anche la soluzione doveva riuscire a unirci al di là di quei confini. Ecco la vera alternativa:

UNIRSI ATTRAVERSO LA “LEGGE DELLA FORZA”, COME QUALCHE STATO AVEVA TENTATO DI IMPORRE COL FERRO E COL FUOCO SUGLI ALTRI, OPPURE ATTRAVERSO LA “FORZA DI UNA LEGGE” CONDIVISA E DECISA ASSIEME DA TUTTI GLI EUROPEI E LE EUROPEE?

Organizzare l’unità con la forza di una legge scelta liberamente dai cittadini e dalle cittadine d’Europa: ecco la soluzione che porta il nome di Ventotene! Ed ecco il senso più antico e profondo della parola pace: qualcosa che lega, che unisce e che tiene in accordo – non semplicemente gli Stati, ma anche e prima di tutto le persone (→ FEDERALISMO).

DA ALLORA, DONNE E UOMINI CHE SI
IMPEGNANO PERCHÉ LA PACE SIA GARANTITA
IN EUROPA HANNO LAVORATO PER CREARE E
FAR CRESCERE ISTITUZIONI, POTERI PUBBLICI
E BENI COMUNI DIRETTAMENTE EUROPEI, PER
AFFRONTARE I PROBLEMI E REALIZZARE
PROGETTI CHE CI RIGUARDANO TUTTI.

La pace oggi per il mondo

Dopo più di settant’anni dall’inizio di questo cammino, l’ottica di Ventotene ci invita a non smettere di domandarci: quali bisogni di pace restano insoddisfatti? Quali problemi rischiano ancora di metterci gli uni contro gli altri perché non abbiamo ancora costruito istituzioni adeguate? Prova a pensare ai cambiamenti climatici (→ ZERO EMISSIONI DI CARBONIO), all’inquinamento, alla povertà, alla distribuzione iniqua di risorse essenziali per vivere, al loro sfruttamento eccessivo: il nostro mondo è fortemente connesso e pieno di sfide senza confini, che toccano tutti sul Pianeta. Ma noi esseri umani restiamo divisi: i poteri pubblici, i beni comuni e le istituzioni di cui ci serviamo nel mondo rimangono sostanzialmente quelli degli Stati. Quel che abbiamo costruito nell’Unione europea ci ha protetto finora, ma resta ancora in mano agli Stati il destino di questa nostra Unione, perché non è previsto che noi cittadini e cittadine partecipiamo direttamente come europei e come europee alla modifica delle regole fondamentali dell’UE.

Finché l’ultima parola sui problemi che ci uniscono, in Europa come nel mondo, resterà in mano agli Stati che ci fanno sentire e agire divisi, la pace sarà sempre a rischio dovunque. Come avevano già capito Jean Monnet e Robert Schuman, che nel 1950 fecero fare il primo passo concreto agli Stati europei verso la creazione di una Federazione europea:

LA PACE MONDIALE NON POTRÀ ESSERE SALVAGUARDATA SE NON CON SFORZI CREATIVI, PROPORZIONALI AI PERICOLI CHE LA MINACCIANO. IL CONTRIBUTO CHE UN’EUROPA ORGANIZZATA E VITALE PUÒ APPORTARE ALLA CIVILTÀ È INDISPENSABILE PER IL MANTENIMENTO DI RELAZIONI PACIFICHE. […] L’EUROPA NON È STATA FATTA: ABBIAMO AVUTO LA GUERRA.

(Se vuoi, leggi qui tutta la Dichiarazione Schuman! https://www.robert-schuman.eu/en/declaration-of-9-may-1950/it).

* DANIELA MARTINELLI. Coordinatrice del Virtual Learning Environment on the EU (https://vleu.awareu.eu) e ricercatrice indipendente in campo pedagogico. Ideatrice di numerosi Jean Monnet e Erasmus+ con vari enti e Università. Autrice e regista di opere sulla dimensione europea della cittadinanza tra cui “Come Va il Mondo?” sull’attualità del pensiero di Altiero Spinelli.

** FRANCESCO PIGOZZO. Insegna Letteratura francese e coordina i corsi di lingua presso l’Università eCampus; si occupa di teoria letteraria, scritture memorialistiche, epistemologia delle scienze umane e educazione civica. Dal 2005 regolarmente impegnato nel coordinamento scientifico-didattico di numerosi progetti e iniziative di cittadinanza europea.

-- 31 maggio 2021 --

Note: 9 maggio – il bene comune https://www.youtube.com/watch?v=d-jI9hQXipQ&t=21s

Lord Lothian, Il pacifismo non basta, Il Mulino, Bologna 1986.

Janusz Korczak, Re Matteuccio I, Villaggio Maori, Catania 2019.

Pace è una voce de "L'ABC dell'Europa di Ventotene. Piccolo dizionario illustrato" a cura di Nicola Vallinoto e illustrazioni di Giulia Del Vecchio (seconda edizione Ultima Spiaggia, Genova 2022). Quest’opera è stata rilasciata con la Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo 4.0 Internazionale.

L'indice completo del dizionario:
https://www.peacelink.it/europace/a/48970.html

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