- Chiara Castellani è nata a Parma nel 1956. Si è laureata in medicina specializzandosi in ginecologia e ostetricia. Nel 1983 è partita con il Mlal (Movimento Laici America Latina) per il Nicaragua. Lì
- "Noi non vogliamo lasciare marcire la vita che germoglia in noi. Noi lottiamo per la Vita, la Giustizia, la Pace e la Felicità di tutti". Chiara Castellani (foto del 1997)
- Chiara Castellani nel 1992 ha perso un braccio in un grave incidente automobilistico. La Land Rover sbanda e si rovescia. "Avevamo paura di incontare i gendarmi come all'andata", racconta.
- Chiara Castellani scrive una dedica sul suo ultimo libro: "Una lampadina per Kimbau" (Mondadori).
- Chiara Castellani e la vecchia Olivetti che suo padre le aveva inviato in America Latina. L'ha accompagnata nella sua avventurosa vita di medico e di chirurgo di guerra. Attualmente è passata al compu
- Chiara Castellani e Mariapia Bonanate. Dice Mariapia: "Ho avuto la fortuna di essere fra i destinatati delle sue lettere scritte nella savana a lume di candela, sulla vecchia Olivetti". ("Una lampadi
- Chiara Castellani è sullo sfondo. Mariapia Bonanate è in primo piano: "Ho scoperto Chiara Castellani nel 1990, leggendo le sue 'Lettere di un medico dal fronte' inviate dal Nicaragua (1983-1990) e poi
- Chiara Castellani con monsignor Mudiso, il vescovo dlla sua diocesi, una personalità dall'alto profilo morale che si è battuta contro la corruzione.
- "Forse se sto qui è perché condivido questa sfida ai 'signori della guerra', come stanno facendo proprio i più poveri. Nessuno può uccidere la speranza dei poveri". Chiara Castellani In questa foto
- "Per me Dio è quella 'persona' che ti resta accanto nei momenti difficili e, anche quando di fatto sei solo, ti sussurra: "Non sei solo". Tutto acquista un senso diverso se pensi che Dio ti sia vicino
- Chiara Castellani a Kimbau, 2002. "I miei assistiti si aggirano sui 100 mila. E io sono l'unico medico. Il peso di questa responsabilità è enorme, non nego di averne paura. Eppure mi sento contenta,
- Kimbau è un piccolo villaggio nella savana della Repubblica Democratica del Congo. Vi sorge un vecchio ospedale gestito dalla dottoressa Chiara castellani.
- "L'ospedale - racconta Chiara Castellani - si presentava sporco dai pavimenti alle pareti. I pipistrelli che ci vivevano avevano insozzato le pareti con i loro escrementi".
- Chiara Castellani a Kimbau: "Da quando sono qui mi ha sempre tenuto compagnia un 'sogno d'amore' che ha riempito le mie notti e le mie giornate: portare l'acqua agli ammalati del mio ospedale, ma anch
- Chiara Castellani e Paolo Moro, volontario del gruppo AIFO di Ostuni (sulla destra)
- Chiara Castellani a Kenge (Congo)
- Chiara Castellani ad Assisi
- Chiara Castellani a Kimbau. Qui non giunge la posta perché non esistono i postini. Non c'è telefono e luce elettrica. E' prevista l'attivazione di una piccola centrale idroelettrica alla fine del 2005
- Chiara Castellani: "Io ho potuto, con un pizzico di fanatismo, radicalizzare la mia scelta di povertà. Loro la povertà non l'hanno scelta: sono nati poveri".
- Kimbau è ai confini con l'Angola nella regione occidentale del Bandundu. Partendo dalla capitale Kinshasa ci vogliono almeno due giorni per arrivarci, nonostante siano solo 500 chilometri. Ci vuole un
- 8 marzo 2005: il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi premia Chiara Castellani. "Per fortuna esistono persone che sanno dare corpo alla speranza, coniugando 'un sogno d'amore' con una ferm
- Ecco Chiara Castellani con due amici: sono Padre Attilio francescano di Conegliano Veneto e Maria Luisa Fidone di Sottomarina di Chioggia.
- Tipica capanna del Bandundu, la regione del Congo di cui fanno parte Kimbau e Kenge. Qui siamo a Kenge.
- Il professor Pasquale De Sole (il terzo da sinistra) e la dottoressa Chiara Castellani davanti al convento delle suore diocesane a Kenge. Insieme a loro vi sono alcuni collaboratori. Il dottor Pasqual
- Una bambina di Kenge che porta sulla testa un sacco con i tuberi di manioca.
- Strada tipica di Kenge
- Bambini che vengono dalla sorgente dove hanno fatto il bucato. Hanno percorso un paio di chilometri con un dislivello di circa duecento metri.
- Strada frequentata da camion nella città di Kenge. Come si può notare è impossibile transitare con una normnale automobile per via dei profondi solchi lasciati dalle ruote dei camion. Tutta la viabili
- Una sorgente a più di due chilometri dalla periferia dell'abitato di Kenge. Chi parte dal centro deve fare anche 5 o 6 chilometri di strada.
- L'acqua viene trasportata nei bidoni. E' una incombenza riservata alle donne e ai bambini.
- Quattro donne portano dei secchi colmi di farina di manioca al mercato
- Bambini che tornano che tornano da una delle poche sorgenti nelle vicinanze di Kenge
- Aula dell'ISTM di Kenge dove vengono formati gli infermieri professionali (laurea breve). Sullo sfondo la professoressa Natalia Alessi del Gemelli di Roma, dove insegna Psicologia Clinica.
- Essiccatoio per la manioca. In basso a destra c'è il "mortaio" per sfarinare la manioca che è base del pasto tipico (detto "luku" in kikongo).
- La professoressa Natalia Alessi con un gruppo di bambini e studenti a Kenge nei pressi della scuola infermieri nell'aprile del 2005.
- Scena di convivialità. La mamma sta preparando il pranzo ("luku" a base di manioca) che consumeranno seduti sulla stuoia.
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