Caro Michele Serra, io non ci sarò alla tua manifestazione
Una manifestazione per l'Europa?
Mi sono sempre battuto per l'Europa. Per un'Europa di pace, di diritti, di democrazia. Ho creduto nell'Unione Europea come il più grande progetto di riconciliazione della storia contemporanea, nato dalle macerie della Seconda guerra mondiale per garantire che nessuna guerra fratricida insanguinasse mai più il nostro continente. Ma l'Europa che oggi si vuole portare in piazza non è più quell'Europa.
Non posso accettare un'Europa che alza il budget militare cancellando le vere conquiste europee: il primato dell'ambiente, la centralità della sanità, il finanziamento della cultura e della scuola, il welfare che difende i più deboli e che assiste i più fragili, gli anziani. Tutto questo sarà compromesso, se non cancellato, dal programma di riarmo che le istituzioni europee stanno promuovendo. Un riarmo che non serve all'Europa: già oggi, l'Unione Europea e il Regno Unito spendono in armi tre volte di più della Russia. Eppure si continua a spingere per aumentare gli stanziamenti militari, come se una corsa agli armamenti potesse portare sicurezza e non, invece, il rischio di una spirale senza fine.
Ancora più grave è la direzione politica presa dal Parlamento Europeo, che a maggioranza ha votato per colpire la Russia in profondità, un'escalation pericolosa che allontana ogni prospettiva di negoziato e moltiplica i rischi di un conflitto diretto e incontrollabile.
Ho fortemente creduto negli ideali europei di pace portati avanti da Willy Brandt e Olof Palme. Ideali fatti propri da Enrico Berlinguer. Seminati con la fede di Giorgio La Pira e il coraggio di Sandro Pertini.
Ma oggi l'Europa calza l'elmetto per fare quella guerra in cui gli Stati Uniti non credono più.
Scendere in piazza per questa Europa con l'elmetto significherebbe rinnegare non solo i miei ideali pacifisti ma anche quelli di uomini di pace come Picasso, Freud, Chaplin, Russel, Einstein. Loro rimarrebbero oggi inorriditi nel vedere questo ritorno europeo all'antico motto "si vis pacem para bellum". Un ritornello ripetuto più volte e in varie forme da esponenti europei da cui mi sarei aspettato ben altro. Non posso scendere in piazza per sostenere un'Unione che si allontana dai suoi valori fondanti e si piega alla logica del riarmo. Continuerò a lottare per un'Europa della pace, della giustizia sociale, della cooperazione. Ma questa Europa del riarmo, no, non mi vedrà al suo fianco.
Caro Michele Serra, ho letto il tuo appello ma io diserterò.
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