Master necessari e costosi, carta stampata in ripresa
La scelta di elevare a dieci anni il percorso dell'istruzione obbligatoria, scrive il RApporto Censis, è coerente sia con lo scenario europeo sia con i desideri e le scelte della popolazione studentesca e delle famiglie. Più del 90% degli studenti italiani, finita la scuola media, si iscrive di buon grado alle superiori, ma i più lamentano attività di orientamento troppo generiche e inefficaci. Buone notizie dal mondo della scuola per quello che riguarda la presenza di studenti stranieri, che sono oggi più di mezzo milione (il 5,6% sul totale), con un tasso di crescita che oscilla fra il 12,8% della scuola elementare e il 23,8 delle superiori; gli studenti stranieri vorrebbero però maggiore supporto da parte di mediatori culturali, esperti e istituzioni locali e nazionali. Per quanto riguarda l'università, lo schema 3+2 Berlinguer-Moratti è ormai diventato saldamente 3+2+2: dopo la laurea triennale si passa alla specialistica e dopo la specialistica si pensa sia utile frequentare un master nel 61% dei casi. I master costano: una media di 5.400 euro all'anno, ma la qualità non ne consegue. L'Erasmus è nei desideri di tutti o quasi (92%) gli studenti italiani. All'interno del territorio nazionale, la mobilità continua a essere prevalentemente da sud a nord. La spesa media di uno studente fuori sede si aggira sui 1100 eiuro al mese.
Buone notizie dal RApporto Censis anche in materia di fruizione dei mass media. IN controtendenza rispetto alle analisi più accreditate sulla crisi della carta stampata, il RApporto sostiene che il pubblico dei giornali aumenta: il 79,1% della popolazione èè entrato in contatto con un quotidiano nel 2007. Su questa cifra incide sia la free press sia i quotidiani on-line, ma l'84% dei lettori sceglie i quotidiani tradizionali (il doppio degli utenti della free press e il quadruplo dei frequentatori dei siti on line). La tv continua a menare la danza nell'utenza multimediale. La tv tradizionale è il mezzo più usato (92%) , la tv satellitare raggiunge il 27% degli italiani e la tv digitale il 13,4. Secondo il RApporto, la qualità televisiva è sempre più bassa nell'utenza «feriale» (quiz, fiction, reality), ed emigra verso le tv a pagamento. Morale: dal «di tutto di più» della tv generalista bisognerebbe passare al «di meglio ai più» nel contesta della rivoluzione digitale.L'integrazione di diversi media non ne premia uno a scapito degli altri, ma aumenta la platea complessiva degli utenti. E' così che perfino il consumo di libri, tradizionalmente uno degli indicatori più bassi e disperanti dela società italiana, sembra crescere: sono il 59,4% gli italiani che nel 2007 hanno letto almeno un libro e il 52,9 quelli che ne hanno letti addirittura tre. Il pubblico televisivo aumenta a sua volta, anche se di poco. La radio vive una seconda giovinezza, rivelandosi il medium più flessibile di tutti e più adatto a fare da sfondo all'uso di computer, cellulari, mp3. Gli utenti del Web sono arrivati al 45,3% della popolazione, con un boom della banda larga.
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