Pace

Lista Pace

Archivio pubblico

Novanta bombe atomiche tra Aviano e Ghedi

Lecce aderisce al Complaint Day

Greenpeace e CulturAmbiente presentano esposto in Procura contro la presenza di armi nucleari in Italia.
26 novembre 2006

Lecce è tra le venti città che hanno aderito al Complaint Day, la giornata italiana di denuncia contro le armi atomiche detenute in Europa.
La mattina del 25 novembre, mentre Greenpeace Italia manifestava dinanzi a Palazzo Chigi esponendo riproduzioni di missili atomici B61, i rappresentanti della sezione locale di Greenpeace e dell’associazione CulturAmbiente depositavano presso la Procura della Repubblica lo stesso esposto consegnato in altre venti città italiane, corredato di oltre un centinaio di firme.
Le azioni italiane si inseriscono nel contesto di manifestazioni europee promosse dalla Ong belga Bombspotting, in attesa del vertice internazionale per il disarmo nucleare che si terrà a Riga, in Lettonia, il 28 e 29 novembre.
Dal rapporto “Sicuri? -Garantire la nostra sicurezza e sopravvivenza: perché le armi atomiche della Nato devono lasciare l'Europa”, pubblicato da Greenpeace International nel maggio 2006 leggiamo che, “In base agli accordi Nato sulla "condivisione nucleare” sei paesi europei - Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi,Turchia e Regno Unito - ospitano 480 bombe sotto il controllo diretto degli Stati Uniti. La Nato”, che ha “duramente attaccato la ripresa di test nucleari da parte della Corea del Nord, in realtà, continua a servirsi dell’Europa come deposito di armi illegali”.
Obiettivo della denuncia è l’avvio di un’inchiesta tesa a chiarire gli accordi segreti tra Italia e Usa e ad accertare la presenza di armi atomiche nelle basi in Italia.
In particolare si chiede che la Procura della Repubblica provveda ad accertare “se in territorio italiano, ed in particolare nelle basi di Aviano (PN) e Ghedi Torre(BS), siano dislocate armi nucleari”: se la loro presenza venisse confermata, si stabilisca “quali siano le modalità per lo stoccaggio e l'impiego di tali armi e se vi siano concorso di personale militare italiano nelle procedure di addestramento per l'utilizzo di tali armi”, si “valuti se sussistano ipotesi di reato a causa della flagrante violazione del Trattato di Non Proliferazione nucleare e delle norme interne che bandiscono le armi nucleari assieme alle altre armi di distruzione di massa”.
Pare che in virtù di un trattato segreto - Stone Ax - mai comunicato al Parlamento ed emerso solo nel corso di quest’anno, le basi di Aviano e di Ghedi custodiscano in totale novanta testate, novecento volte più potenti di quella di Hiroshima.
Tornando al rappporto di Greenpeace, apprendiamo che “I piloti statunitensi, su ordine del Presidente degli Stati Uniti, possono decollare per una missione nucleare da Aviano o Ghedi Torre senza l'approvazione del governo italiano. In pratica, la condivisione nucleare della Nato significa che l'Alleanza fornisce all'Italia sia gli strumenti politici che la formazione tecnica per svolgere un ruolo nel causare un olocausto nucleare. L'Italia ospita ordigni nucleari statunitensi e piloti italiani vengono addestrati per trasportare e lanciare queste armi”.
Se accertato, questo sarebbe un fatto molto grave e anticostituzionale, ma il documento di Greenpeace dà tutto questo per assunto, infatti “malgrado la chiara illiceità delle armi nucleari ed il loro ripudio, per legge, nell'ordinamento giuridico italiano, rapporti internazionali da varie fonti (Natural Resources Defence Council, febbraio 2005, ed altri) indicano con evidenza documentata che l'Italia custodisce sul suo territorio nazionale almeno 90 testate atomiche, nelle basi di Aviano (PN) e Ghedi (BS) e offre la sua disponibilità ad ospitare in undici porti italiani sottomarini possibilmente dotati di armi nucleari”.
A tutto ciò va aggiunto che il popolo italiano andrebbe interpellato in queste condizioni, ma ciò non avviene, come è ovvio, anche perché difficilmente i cittadini potrebbero concordare con tali decisioni: secondo il sondaggio sulle armi nucleari, somministrato da Greenpeace su un campione di mille persone, il 71,5% si è detto contrario alla presenza di ordigni nucleari in Europa.

Aviano
50 ordigni nucleari NATO di tipo B-61, tutti i assegnati all'USAF (Forze aeree de-gli Stati Uniti)
Potenziale: tra 0,3 e 170 kiloton
Unità: 31° stormo, velivoli da lancio: US F-16 C/D
Ricoveri protettivi per gli ordigni: 18

Ghedi Torre
40 ordigni nucleari Nato di tipo B-61, potenziale: tra 0,3 e 170 kiloton
Unità: 6° stormo, velivoli da lancio Tornado 200
Squadra di supporto per le munizioni: 704 MUNSS
Ricoveri protettivi per gli ordigni: 11

Note: http://www.greenpeace.org/italy/news/missili-nucleari-nato
http://www.greenpeace.org/international/campaigns/abolish-nuclear-weapons
http://www.bombspotting.be
http://www.greenpeace.it/local/lecce/
http://www.culturambiente.it

Articoli correlati

  • Tre lezioni dalla guerra in Ucraina
    Editoriale
    Un punto di vista pacifista sul fallimento della "guerra giusta"

    Tre lezioni dalla guerra in Ucraina

    Putin non è in ginocchio come prevedeva Biden ma è più forte di prima. L'esercito ucraino è a corto di uomini e risorse. L'esercito russo ha una superiorità schiacciante. Tutto ciò ci impone a una riflessione profonda sulle alternative alla guerra.
    5 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • In Ucraina la Nato è paralizzata in un "paradosso bellico"
    Editoriale
    Ecco come le super-bombe russe FAB stanno cambiando la guerra

    In Ucraina la Nato è paralizzata in un "paradosso bellico"

    L'invio di armi da parte della Nato, sebbene nelle intenzioni miri a sostenere le forze ucraine, non capovolge la guerra ma la prolunga e ne ingigantisce gli effetti, paradossalmente a tutto vantaggio della Russia. Gli esperti lo definiscono "war paradox" e lo hanno anche studiato.
    26 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
  • La guerra della Nato contro la Russia: un incubo da evitare
    Editoriale
    Dichiarazioni irresponsabili del Pentagono

    La guerra della Nato contro la Russia: un incubo da evitare

    Come pacifisti, ci opponiamo con tutte le nostre forze a questa deriva militarista. La NATO, nata nel 1949 per difendere i suoi stati membri, si troverebbe a tradire il suo stesso statuto se decidesse di entrare in guerra contro la Russia.
    1 marzo 2024 - Alessandro Marescotti
  • Verso una nuova globalizzazione
    Schede
    Dal G8 al G7

    Verso una nuova globalizzazione

    Domande e risposte sui possibili temi di discussione del G7 che si terrà quest'anno in Puglia. Le questioni geopolitiche, militari, economiche, ecologiche e tecnologiche.
    12 febbraio 2024
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)