Perestroika, Hiroshima, Gorbaciov...
"L’umanità si trova oggi ad una decisiva fase di svolta della propria storia. L’arma nucleare minaccia di distruggere non solo quanto l’uomo ha realizzato nei secoli, ma anche lo stesso genere umano e persino la vita sulla Terra. Nell’era nucleare gli uomini debbono elaborare una nuova mentalità politica, una nuova concezione della pace, che sia una garanzia certa di sopravvivenza dell’umanità. La gente vuole vivere in un mondo più sicuro e più giusto. L’umanità merita un destino migliore, non deve essere ostaggio del terrore nucleare e della disperazione."
Sono parole queste che risuonerebbero benissimo, incuneate nella situazione di estremo pericolo, in questi mesi che vedono contrapporsi a vario titolo e quasi in contemporanea cinque dei nove Paesi dotati di arma nucleare. Riflessioni dalla voce un po' utopica, quasi scaturite - chissà! - da “anime belle” di pacifisti sognatori. Ma tra i tanti discorsi che sentiremo, tra oggi e il prossimo 9 agosto, mi piace inserire questo paragrafo e suggerirne il seguito. E' una scoperta che intreccia la storia del secolo scorso con le vicende del tempo attuale, attraverso un flusso di umanità che non ha ancora trovato il giusto verso per la sua sopravvivenza.
India, Nuova Delhi, 27 novembre 1986. Una data che forse non dice nulla anche a chi opera per la pace; eppure ospitò un evento che forse avrebbe potuto segnare una svolta nel clima di terrore diffuso nell'allora contrapposizione tra Est e Ovest, tra Occidente e l'allora Unione Sovietica.
Penso sia giusto allora citare quanto scrisse Raniero La Valle nel suo importante libro "Prima che l'amore finisca" (ed. Ponte alle Grazie 2003). Che anche a me ha fatto scoprire l'esistenza e lo spessore di questo evento.
Dalle pagg. 102 e 103 del volume ecco quanto leggo:
" ... quella tradizione [cit. la spinta propulsiva della Rivoluzione d'Ottobre] ha avuto un sussulto di inatteso dinamismo, dando luogo a quel «nuovo pensiero politico» espresso dalla classe dirigente gorbacioviana, in cui si faceva appello non solo a una lettura finalmente critica e non dogmatica della tradizione comunista, ma anche ai valori della tradizione democratica della Rivoluzione francese e del costituzionalismo occidentale. E ha prodotto quella proposta straordinaria, che è stata la dichiarazione di Nuova Delhi sovietico-indiana del 27 novembre 1986, firmata da Gorbaciov insieme al primo ministro Rajiv Gandhi, dove la tradizione sovietica trovava la forza di un incontro con la tradizione politica e spirituale dell’India.”
Ed è stata questa la spinta propulsiva che ha scaturito, allora, la Dichiarazione di Nuova Delhi del 27 novembre 1986.
"Ne risultò un documento inaudito, in cui quella che era allora la seconda potenza militare e nucleare del mondo, insieme a uno dei maggiori Paesi del Terzo Mondo, non solo rilanciava una drastica proposta di disarmo nucleare, ma assumeva esplicitamente come progetto politico generale la non-violenza, intesa come compito da realizzare, e non semplicemente come utopia di anime belle.In quel documento, non a caso ignorato in Occidente e ignoto anche al Partito Comunista italiano, venivano fissati in dieci punti i principi per la costruzione di un mondo «libero dalle armi nucleari e non-violento» ed era proclamato, come terzo di questi principi, che «la non-violenza deve essere alla base della convivenza umana»; e a partire da questa scelta radicale erano fatte discendere le proposte di disarmo, veniva tracciato un itinerario per uscire dal sistema di dominio e di guerra, ed era disegnata la prospettiva dell’edificazione di un mondo dove finalmente le grandi questioni coinvolgenti l’intera umanità – ivi comprese quelle della fame, della povertà, dei rischi ecologici.”
E' molto difficile, appunto, essere stati a conoscenza di questo importante Statement: trovo una breve citazione in questo articolo di Peacelink redatto in memoria di Gorbaciov padre della Perestroika, e che a sua volta rimanda a una pagina che finalmente ne riporta il testo. Apparentemente, appunto, un'utopia. Ma se a sancirne l'importanza furono due tra i maggiori leader del mondo di allora, il meccanismo per la sua concretizzazione politica avrebbe potuto, chissà, iniziare.
Seppure di sicuro ostacolato anche allora da quell'Impero tuttora presente e potente, quello al di là dell'oceano e a cui tutti noi del mondo di adesso guardiamo con crescente apprensione.
Articoli correlati
Il popolo ha detto la sua
In Egitto è iniziato un processo di cambiamento che è ancora lontano dalla sua conclusione24 febbraio 2011 - Michail Sergeevič GorbačëvUccisa Anna Politkovskaya
Freddata con dei colpi di pistola, nella sua casa a Mosca. Una voce critica nei confronti del Cremlino, una voce libera sulla torbida guerra in Cecenia. Il primo di una serie di materiali che Osservatorio dedicherà alla giornalista russa8 ottobre 2006 - C.J ChiversComunicazione, tra nuove tecnologie e vecchia politica
«I media tra i cittadini e il potere». Gore Vidal, Mikhail Gorbaciov e Manuel Castells analizzano lo stato (piuttosto deplorevole) dell'informazione in un incontro nell'isola veneziana di San Servolo25 giugno 2006 - Claudio TognonatoNiet! Niet! Niet! Grida Gorbaciov, non si parla di Antonio Russo.
Non è “politically correct” ricordare Antonio Russo, il nostro splendido amico ed ex Vicepresidente assassinato in Georgia. I “grandi” del mondo non ne vogliono parlare.Giorgio Ferraresi
Sociale.network