Ex pilota della Royal Air Force, diventò un simbolo del movimento pacifista

Abie Nathan, l'israeliano che s'inventò la radio della pace

Una vita tra incontri al vertice, carcere e scioperi della fame con un solo obiettivo: scongiurare la guerra
29 agosto 2008

Da vivo non ha mai avuto vita facile in patria, troppo anarchico e anticonformista, ma in occasione del suo funerale il presidente israeliano Shimon Peres ha riconosciuto il suo ruolo: «Sei stato un vero combattente per la libertà». E' tornato così alla ribalta, per un giorno, nel teatro Tzavta di Tel Aviv, Abie Nathan, il più noto, il più pittoresco, il più determinato pacifista israeliano. Aveva 81 anni; dal 1996, quando era stato colpito da un ictus ed era costretto sulla sedia a rotelle, paralizzato e incapace di comunicare, non era più apparso in pubblico e la rievocazione tenuta in occasione del suo funerale, secondo le cronache, aveva il sapore di un'era lontana: canzoni di Joan Baez e John Lennon, speranze di un mondo di pace e fratellanza.
Abie Nathan, l'israeliano che s'inventò la radio della pace


Perché Abie Nathan era la "Voice of peace", una radio pirata piazzata su una barca a vela (sponsorizzata anche da John Lennon) che, fra il 1973 e il 1993 aveva incrociato nelle acque del Mediterraneo parlando di pace in ebraico, in arabo e in inglese. "Shalom, salaam and peace to all our listeners", tutte le sue trasmissioni iniziavano così. Poi spiegava che: "La nave della pace è un progetto del popolo. Speriamo che attraverso questa radio potremo aiutare a lenire il dolore e medicare le ferite di tanti anni di sofferenza del popolo del Medio Oriente". Piaceva anche ai giovani, tanto arabi come israeliani, perché trasmetteva le canzoni delle hit parade internazionali e trasmetteva nella lingua franca nota a tutti, l'inglese.

Aveva smesso nel 1993, con gli accordi di Oslo. La storica stretta di mano fra Rabin e Arafat, benedetta da Clinton, lo aveva convinto che l'obiettivo era stato raggiunto. Aveva simbolicamente affondato la Voice of peace ed era andato in pensione. Ai due statisti avevano dato il Nobel, a lui che per incontrare Arafat quando questo era proibito ai cittadini israeliani era finito anche in carcere, un bel nulla.

Nato in Iran, che allora si chiamava Persia, il 29 aprile 1927, cresciuto in India, pilota della Royal Air Force, emigrato in Israele nel 1949, proprietario del ristorante California che portò gli hamburger in Israele, Nathan aveva iniziato la sua carriera di pacifista nel febbraio 1966 quando, a bordo del suo piccolo aereo privato, lo Shalom One, era volato in Egitto per «parlare di pace» con il presidente Gamal Abdel Nasser, e cioè con il nemico numero uno dello stato israeliano.

Riuscì solo a insospettire tanto gli egiziani come gli israeliani, ma non si diede per vinto e iniziò una propria offensiva diplomatico-umanitaria fra Europa, Stati Uniti e Unione Sovietica, incontrando chi contava, da papa Paolo VI a Robert Kennedy, e chi faceva tendenza come Jean-Paul Sartre e Bertrand Russell. Nel 1967 ci riprovò con Nasser e stavolta, tornato in patria finì in galera.

Non fu l'unica volta. Nathan che, come ha detto un altro celebre pacifista israeliano, Uri Avnery, al suo funerale, «puntava al cuore più che all'intelletto», finì in galera per aver incontrato quello che infine chiamava il suo "fratello" Arafat, si sfinì con gli scioperi della fame per convincere il suo governo a trattare con l'Egitto e con l'Olp, girò il mondo portando aiuti là dove la guerra, la fame o le calamità naturali colpivano, dal Biafra, alla Cambogia, dal Nicaragua al Libano, dalla Cina al Rwanda.

Chissà se a sua tomba porterà scritto - come auspicò nella sua ultima intervista, rilasciata nel 1996 a The Associated Press - Nissiti, ovvero, "Ci ho provato". Al suo funerale c'erano politici anche di alto rango, come Peres, rabbini, marxisti e pacifisti e in Galilea al concerto in suo onore sono arrivati insieme ebrei e musulmani per ascoltare le canzoni rese celebri dalla musulmana Um Kulthum, dall'ebrea Laila Mourad e dalla cristiana Fayrouz. E per una sera un altro Medio Oriente è stato possibile.

Articoli correlati

  • Israele attacca l'Iran, il movimento pacifista sia la voce dell'intera umanità
    Editoriale
    E' stato violato il diritto internazionale e occorre una condanna unanime

    Israele attacca l'Iran, il movimento pacifista sia la voce dell'intera umanità

    Di fronte al rischio di un'escalation suicida, i vari gruppi pacifisti nel mondo, a partire da quelli israeliani, hanno il compito di unire le voci e richiamare i governi a isolare Netanyahu. Ancora insufficiente è l'attenzione del movimento ecologista sui rischi nucleari della guerra
    19 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta
    Editoriale
    Israele ha annunciato un nuovo attacco contro l'Iran

    Contro la logica della vendetta: perché la guerra non è la risposta

    Come pacifisti chiediamo che l'intera comunità internazionale, in sede ONU, prenda le distanze dal ciclo infinito di ritorsioni, superando le divisioni e mettendo da parte i calcoli geopolitici in nome di un solo obiettivo: allontanare il più possibile lo spettro di una terza guerra mondiale
    16 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
  • Appello alla pace: fermiamo l’escalation tra Israele e Iran
    Editoriale
    Oggi i pacifisti hanno marciato fino alla base Nato di Amendola, contro tutte le guerre

    Appello alla pace: fermiamo l’escalation tra Israele e Iran

    Facciamo appello a tutte le parti coinvolte a considerare la vita umana sopra ogni altra cosa e a cercare una risoluzione pacifica. Vi è il rischio di un conflitto più ampio che potrebbe coinvolgere altre nazioni e destabilizzare ulteriormente una regione già fragile.
    14 aprile 2024 - Redazione PeaceLink
  • Guida alla comprensione della guerra fra Israele e Iran
    Conflitti
    Perché è scoppiato nuovo conflitto armato?

    Guida alla comprensione della guerra fra Israele e Iran

    Israele aveva bombardato l'ambasciata iraniana a Damasco in Siria, uccidendo il generale Mohammad Reza Zahedi. Non si è fatta attendere la ritorsione dell'Iran che ha lanciato un'ondata di missili e droni su Israele.
    14 aprile 2024 - Alessandro Marescotti
PeaceLink C.P. 2009 - 74100 Taranto (Italy) - CCP 13403746 - Sito realizzato con PhPeace 2.7.15 - Informativa sulla Privacy - Informativa sui cookies - Diritto di replica - Posta elettronica certificata (PEC)