"L’Italia continua a dimenticare"

Riabilitare i fucilati della grande guerra

Una proposta all’esame del Senato, che riprende un medesimo progetto già avviato nella scorsa legislatura ma che non ha fatto in tempo a giungere a conclusione.
2 giugno 2020
Francesco Cecchini
“L’Italia continua a dimenticare 750 soldati condannati a morte e fucilati, a cui vanno aggiunte le vittime delle esecuzioni sommarie”, rimarca la senatrice Tatjana Rojc

Riabilitare i nostri soldati che nella guerra 15-18 furono sottoposti a processo e magari fucilati per insubordinazione o diserzione. Una proposta all’esame del Senato, che riprende un medesimo progetto già avviato nella scorsa legislatura ma che non ha fatto in tempo a giungere a conclusione.

Una iniziativa che arriva dopo che altri Paesi, in Europa, hanno provveduto a ridare l’onore ai propri soldati. In Francia nel novembre 2008 l’allora presidente Nicolas Sarkozy riabilitò politicamente i 675 militari giustiziati tra il 1914 e il 1918 rendendo omaggio a tutte le vittime del massacro, compresi “i fucilati per l’esempio”, che erano stati condannati per ammutinamento, diserzione, disobbedienza o automutilazioni. La Gran Bretagna con una legge ha riabilitato la memoria di 306 soldati giustiziati durante la Grande guerra.

Invece “l’Italia continua a dimenticare 750 soldati condannati a morte e fucilati, a cui vanno aggiunte le vittime delle esecuzioni sommarie”, rimarca la senatrice Tatjana Rojc (PD), promotrice dell’iniziativa. Le considerazioni della senatrice partono dal ricordo della disfatta di Caporetto e dal cosiddetto cadornismo che incolpò della sconfitta la vigliaccheria dei soldati. “Il generale Luigi Cadorna fu anche l’autore di una nefasta circolare che autorizzava fucilazioni e processi per diserzione e insubordinazione. Sarebbe incomprensibile ora non trovare una soluzione condivisa che restituisca l’onore alle centinaia di vittime di un militarismo ottuso e incapace”.

E dunque con la proposta di legge che inizia il cammino in commissione Difesa di Palazzo Madama, si stabilisce che “la Repubblica decide la restituzione dell’onore agli appartenenti alle Forze armate italiane che, nel corso della prima Guerra mondiale, vennero fucilati senza le garanzie del giusto processo, con sentenze emesse dai tribunali militari di guerra, ancorché straordinari”.

I nomi dei militari fucilati nel corso della prima Guerra mondiale in forza del disposto dell’articolo 40 del codice penale per l’esercito, approvato con regio decreto 28 novembre 1869, e della circolare del Comando supremo n. 2910 del 1° novembre 1916 verranno inseriti, su istanza di parte presentata al Ministro della difesa, nell’Albo d’oro del Commissariato generale per le onoranze ai caduti. E nel complesso del Vittoriano in Roma si propone l’affissione di una iscrizione che recita: “Nella ricorrenza del centenario della Grande guerra e nel ricordo perenne del sacrificio di un intero popolo, l’Italia onora la memoria dei propri figli in armi, vittime della crudele giustizia sommaria. Offre la testimonianza di solidarietà ai soldati caduti, ai loro familiari e alle popolazioni interessate, come atto di riparazione civile e umana”. Lo stesso testo dovrebbe essere esposto, con adeguata collocazione, in tutti i sacrari militari. Prima guerra mondiale

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