La strage di Bologna del 2 agosto 1980
L'inchiesta di Report
La destra neofascista finanziata e telecomandata dalla loggia P2. Le nuove carte sull’attentato alla stazione di Bologna potrebbero chiarire definitivamente la storia delle stragi italiane. Dopo anni di bugie, errori e depistaggi, per la prima volta la Procura generale di Bologna è riuscita a ricostruire il flusso di soldi in nero partito da Licio Gelli e servito a finanziare, secondo le accuse, omicidi, attentati e bombe dei terroristi neofascisti tra la fine degli anni 70 e l’inizio degli anni 80.
La traccia dei finanziamenti è stata ricostruita grazie a un documento, trovato addosso a Licio Gelli al momento del suo arresto a Ginevra nel 1981. Il foglio riporta sul frontespizio la scritta “Bologna 525779 –X.S.” ed elenca nomi, date e importi di una lunga serie di transazioni. Per anni, chi ha condotto le indagini ha omesso particolari fondamentali del documento sequestrato a Gelli, fino a quando, nel 2018, Procura generale e Guardia di finanza di Bologna sono ripartiti da zero.
Giorgio Mottola e Andrea Palladino
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