Lucio Schirò: "Disonoriamo la guerra"
e riportata su http://www.zephyro.it/zephyro/schedarecensioni.asp?ID=17&IDlibro=2946
UN LOTTATORE SENZ'ARMI: MIO PADRE LUCIO SCHIRÒ D'AGATI
Autore: Miriam Schirò,
Zephyro Edizioni - 2003
Vita, pensiero e missione di una delle più rappresentative e carismatiche figure del protestantesimo italiano del Novecento, tra ardore di riforma religiosa...
“Un contadino istriano, richiamato e mandato in Galizia, scrive alla moglie che piuttosto che rimanere ucciso e non rivedere mai più i suoi figlioli, preferirebbe essere preso prigioniero dai russi. La lettera è intercettata dalla commissione di censura e comunicata al Comando; il povero contadino è condannato a morte ‘per avere espresso sentimenti contrari alla disciplina militare'. La disgraziata vedova viene anche privata del sussidio.” E' questo l'incipit di un articolo intitolato “Disonoriamo la guerra”, pubblicato da Lucio Schirò nel numero del 18 marzo 1915 della rivista “Semplicista” da lui stesso fondata. Schirò fu pastore metodista a Scicli, in Sicilia, e visse dal 1877 al 1961, dedicando la sua vita alla riforma religiosa del protestantesimo italiano e al riscatto sociale e politico della popolazione siciliana vessata da governo centrale e signorotti locali. Il suo impegno fu inviso ai fascisti, che lo perseguitarono arrivando persino a promettere un premio a chi lo avesse ucciso. Esemplare in tale frangente fu il comportamento evangelico di Schirò, che in più occasioni non solo rifiutò di ripagare i suoi persecutori con la loro stessa moneta, ma li ospitò in casa sua permettendo loro di salvarsi dalla folla inferocita che li avrebbe linciati. Il libro è scritto dalla figlia Miriam, la quale giustamente premette che non si tratta di una ricerca storica (un rapporto di parentela e di affetto così stretto è un limite nel proporre un lavoro scientifico). Si tratta di una testimonianza, non solo bella ma anche utile per non dimenticare l'esempio di una persona che ha speso la sua esistenza nella lotta contro la violenza e contro la guerra e il cui ricordo altrimenti rischia, come quello di molti altri, di essere confinato nelle periferie della memoria. Il testo è scritto con un linguaggio arcaico, che talvolta rende difficile la lettura, ma che al tempo stesso gli conferisce un'aura di signorilità. Un bel documento per invogliare giovani studiosi (anche attraverso tesi di laurea) ad approfondire la figura di un personaggio poco conosciuto, analizzando nel contempo un esempio di giornalismo siciliano e la realtà passata del protestantesimo italiano.
Inserita il: 01/09/2003
Articoli correlati
- Un recente studio scientifico ripropone la questione
Problemi di salute mentale dei veterani e militari americani
Dopo due decenni di guerra continua in Afghanistan, una crescente popolazione di veterani si presenta per cure di salute mentale. La depressione rimane una delle principali condizioni di salute mentale nei militari. E ogni anno più di seimila si suicidano. - Se non basta un motivo, eccovene otto!
È ora di stabilire un cessate il fuoco e avviare i negoziati di pace in Ucraina
Il primo motivo, il più importante, è l’elevato numero di morti e sofferenze che il conflitto in Ucraina provoca ogni giorno, e la possibilità di salvare milioni di persone obbligate ad abbandonare le loro case, i loro averi e gli uomini chiamati alle armi, che potrebbero non rivedere mai più.2 marzo 2023 - Medea Benjamin, Nicolas J.S. Davies - Volantino per il corteo del 22 ottobre 2022 a Bari
Corteo a Bari: Tacciano le armi, negoziato subito! Verso una conferenza internazionale di Pace
Il volantino è stato predisposto dalla Rete dei comitati per la pace di Puglia per il corteo del 22 ottobre nell'ambito delle iniziative convocate da Europe for peace in vista della manifestazione nazionale del 5 novembre a Roma.21 ottobre 2022 - Putin: il nuovo Bush?
Lo sfondone di George W. Bush smaschera la guerra in Iraq e dà ragione a Assange
Commettendo ciò che molti giornali chiamano “il lapsus freudiano del secolo”, l’ex presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha inavvertitamente definito la propria invasione dell’Iraq nel 2003 come “ingiustificata e brutale.” Proprio ciò che Julian Assange aveva rivelato 12 anni fa.23 maggio 2022 - Patrick Boylan
Sociale.network