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La marcia della speranza di Taranto organizzata dalla associazione dei malati oncologici per sottolinare il danno provocato dall’inquinamento

Lotta al Cancro, la guerra da combattere... ma occorre prevenzione

7 Comuni della provincia, Il sindaco Stefano, il presidente della Provincia Florido manda il suo vice, decine di enti di servizio sanitario volontario, tante associazioni ambientaliste ed un migliaio di cittadini, hanno aderito alla marcia.
28 ottobre 2007
Roberto De Giorgi

La marcia della speranza di Taranto Il parroco della Basilica di San Cataldo, dove s’è conclusa la fiaccolata dell’associazione Aiutiamo Ippocrate, ha tirato in ballo la parabola del fariseo rispettoso delle leggi e dei fatti propri che attacca il pubblicano.

Con questo riversando su ciascuno dei presenti il senso di responsabilità per le morti per l’inquinamento. Poi ha concluso “ Dio ha posto l’uomo alla fine della creazione perché la dominasse, ma nel senso religioso questo vuol significare rispetto ed amore e non possesso a proprio piacimento. La vita non è un lusso ma è un diritto”

Centinaia di associazioni hanno risposto, soprattutto quelle legate al territorio, dai centri di soccorso, nuclei di protezione civile, pro-loco. Otto gonfaloni dei Comuni della provincia, guidati dal Sindaco di Taranto e tanti cittadini che hanno aderito all’appello lanciato anche dalla cantante Mariella Nava che con i sindaci ha portato lo striscione nei vicoli della città vecchia verso il Duomo.

Un corteo fatto da quel tessuto sociale in rete che rappresenta quella risorsa formidabile che opera accanto alla sofferenza, come i medici ed infermieri che si occupano dei tumori infantili curandolo con il sorriso. Ed oggi sui Tamburi, quartiere schiacciato dal mostro siderurgico, la Associazione Bambini contro l’inquinamento organizza un’altra manifestazione.

Taranto ieri pomeriggio è stata presentata in cartolina dalla trasmissione della Rai Linea Blu, mentre ieri sera e stamani è presente la città che spera, che s’aggrappa ad uno spiraglio di luce fatto da le mille candele che hanno attraversato il borgo antico.

Don Pietro parlando proprio delle luci, ha tirato in ballo la storia di colui che si spaventava della propria ombra. Ma se guardiamo avanti, non avremo paura delle tenebre, perché la luce illumina un cammino, sia pur breve, ma anche questa fiammella tremolante serve ad uscire dal dissesto.

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